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Intesa Sanpaolo, nuovo piano 2021: più dividendi e conversione delle risparmio

Escludendo i contributi pubblici per le banche venete, gli utili 2017 si sono attestati a 3,8 miliardi: entro il 2021 dovrebbero salire a quota 6 miliardi – In arrivo dividendo da 20,3 centesimi – Il Cda proporrà all’assemblea anche la conversione obbligatoria delle azioni risparmio in ordinarie che balzano oltre +6% alle 9:35 del mattino.

Intesa Sanpaolo, nuovo piano 2021: più dividendi e conversione delle risparmio

Più utili, meno costi, conversione delle risparmio, Npl dimezzati e dividendi in crescita. Sono questi i punti principali del nuovo piano d’impresa annunciato martedì dal Cda di Intesa Sanpaolo. Piano che viene affiancato dall’operazione di conversione obbligatoria sulle azioni di risparmio, salutata dal mercato con un rialzo del 6,5% dei titoli interessati a fronte di un -1, registrato dal Ftse Mib e al -0,24% registrato dalle azioni ordinarie alla stessa ora (9:35) sul paniere principale a Piazza Affari.

Nel dettaglio, per il 2018 l’istituto prevede un aumento del risultato netto rispetto al 2017, escludendo dai conti dell’anno scorso il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi di euro a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall’acquisizione degli asset di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Il gruppo prevede che all’andamento atteso del risultato netto concorrano un aumento dei ricavi, un continuo cost management e un calo del costo del rischio.

Intesa Sanpaolo prevede di raggiungere un utile netto di 6 miliardi nel 2021, con un tasso di crescita medio annuo del 12,1% rispetto ai 3,8 miliardi (al netto del contributo per le Venete) del 2017. I proventi operativi sono attesi in aumento del 4% medio annuo a 20,8 miliardi, con costi operativi in calo dello 0,9% annuo a 9,5 miliardi e un cost/income in miglioramento al 45,4% dal 55,1 del 2017 (considerando anche gli asset delle Venete). Il Rote è visto in aumento al 14,6% dal 9,3%, con un Roe al 12,4% (dal 7,9%). Il coefficiente Cet1 sarà pari al 13,1% nel 2021.

NPL DIMEZZATI ENTRO IL 2021

Per quanto riguarda gli Npl, Intesa prevede di dimezzare i crediti deteriorati da qui al 2021, raggiungendo i 26,4 miliardi al lordo delle rettifiche dai 52,1 miliardi di fine 2017. L’incidenza dei crediti deteriorati lordi sul totale crediti scenderà così al 6%, mentre il dato al netto delle rettifiche si attesterà al 2,9%.

Nel frattempo, la piattaforma di recupero crediti sarà conferita a una newco “comprendente attività di recupero (per il credito ordinario e per il leasing) e Re.O.Co. (real estate owned company)”. Prima però la piattaforma sarà rafforzata “con investimenti nella qualità dei dati e nei sistemi informativi” per un totale di 30 milioni di euro. Sarà poi possibile “una partnership con un operatore industriale per migliorare la performance nei recuperi adottando le migliori pratiche internazionali”. Sul tema, Intesa sta trattando col colosso scandinavo Intrum Justitia, ma le indiscrezioni parlano anche dei cinesi di Cefc.

DIVIDENDO CASH DA 3,4 MILIARDI, 20,3 CENT PER AZIONE

Il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo ha proposto la distribuzione agli azionisti di un dividendo cash da 3,4 miliardi di euro, pari a 20,3 centesimi per ogni azione ordinaria e 21,4 centesimi per quelle di risparmio.

Nel nuovo piano d’impresa di Intesa Sanpaolo “rimane prioritaria una solida e sostenibile creazione e distribuzione di valore – si legge nel comunicato dell’istituto – mantenendo un’elevata patrimonializzazione e riducendo significativamente il profilo di rischio senza oneri straordinari per gli azionisti”. Per i prossimi quattro anni, Intesa prevede un payout cash all’85% per l’esercizio 2018, all’80% sul 2019, al 75% sul 2020 e al 70% sul 2021.

CDA PROPONE CONVERSIONE OBBLIGATORIA AZIONI RISPARMIO

Il Cda di Intesa Sanpaolo proporrà all’assemblea anche la conversione obbligatoria dei titoli risparmio in ordinari, con un rapporto di 1,04 azioni ordinarie per ciascuna azione di risparmio, senza pagamento di alcun conguaglio in denaro e con contestuale eliminazione nello statuto dell’indicazione del valore nominale delle azioni. Sull’operazione si pronunceranno il 27 aprile l’assemblea straordinaria e l’assemblea speciale degli azionisti di risparmio.

“Il rapporto di conversione – previsa il comunicato del gruppo bancario – è stato determinato dal Consiglio di Amministrazione anche sulla base della relazione di un consulente indipendente e incorpora un premio implicito sul prezzo delle azioni di risparmio pari a:
– 3,4% rispetto all’ultimo prezzo di chiusura di borsa al 5 febbraio 2018;
– 3,3% rispetto al prezzo medio dell’ultimo mese;
– 4,4% rispetto al prezzo medio degli ultimi 3 mesi”.

UTILE 2017 A 7,3 MLD, A 3,8 SENZA CONTRIBUTO PER VENETE

Infine, per quanto riguarda i conti del 2017, Intesa Sanpaolo ha chiuso l’esercizio con un utile netto contabile di 7,3 miliardi, a fronte dei 3,1 miliardi del 2016. Scorporando i 3,5 miliardi di continbuto pubblico ottenuti per l’acquisizione delle due banche venete, i profitti netti si attestano a 3,81 miliardi. Al netto anche degli altri oneri al sistema bancario, i profitti si attestano invece a 4,45 miliardi.

Intesa sottolinea che con i risultati 2017 è stato “realizzato il piano di impresa 2014-2017, creando valore per tutti gli stakeholder con oltre 250 miliardi di contributo all’economia nei quattro anni. Nel 2017, senza considerare il contributo delle banche venete, i proventi operativi sono saliti dell’1,2%, a 17,2 miliardi, con interessi netti a 7,1 miliardi (-2,5%) e commissioni nette a 7,7 miliardi (+5,5%). Sostanzialmente stabili (+0,4%) i costi operativi, a 8,7 miliardi, per un rapporto cost/income sceso al 50,9%. Sul fronte patrimoniale, il coefficiente Cet1 è al 14% (dato pro forma a regime) e al 13% post Ifrs 9”.

INVESTIMENTI E FUSIONE CONTROLLATE

Il piano d’impresa 2018-2021 di Intesa Sanpaolo prevede 5,8 miliardi di investimenti. Di questi, 1 miliardo di euro sarà destinato alla formazione e 2,8 miliardi serviranno a completare la trasformazione digitale.

Inoltre, sarà deliberata la fusione di 12 società controllate nella capogruppo. La lista comprende Banco di Napoli, CR Firenze, CR Pistoia e Lucchesia, CR Veneto, Carisbo, Cariromagna, CR Friuli Venezia Giulia, Banca Nuova, Banca Apulia, Banca Imi, Banca Prossima, Mediocredito Italiano.

Per la gestione “proattiva” del portafoglio immobiliare è invece prevista la creazione di una nuova sede dedicata a Milano, “ISP City”. Il piano punta anche all’ottimizzazione degli immobili in Italia, con l’ottimizzazione degli spazi e la dismissione di quelli non inutilizzati.

MESSINA: NO MINACCE DA IMPATTO REGOLAMENTAZIONE

“Non riteniamo che vi saranno minacce dall’impatto della regolamentazione nell’orizzonte del piano”. Lo ha assicurato il Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, nel corso della presentazione agli analisti del piano. “Continueremo a essere una banca con una forte patrimonializzazione anche in caso di impatti regolamentari – ha aggiunto – Con il nuovo piano si apre una nuova storia di crescita: vogliamo costruire la banca numero uno in Europa su basi e valori solidi”.

Dopo la pubblicazione dei conti, il titolo in Borsa di Intesa Sanpaolo viaggia intorno alla parità, mentre il Ftse Mib cede l’1,4%.

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