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Inquinamento nelle città, ogni anno 63 mila morti premature: cosa devono fare Comuni e Governo

MobilitAria2023 mette all’indice le scarse politiche contro l’inquinamento da scarichi e polveri sottili. Italia sempre priva del Piano clima

Inquinamento nelle città, ogni anno 63 mila morti premature: cosa devono fare Comuni e Governo

Diciassette milioni di euro a Cagliari, 7 miliardi a Milano: sono i costi calcolati dal Kyoto Club e dal Cnr per l’inquinamento nelle città insieme a migliaia di morti. Nel 2023 la situazione generale è un po’ migliorata, ma il bilancio delle morti premature è sconvolgente: 63 mila vittime l’anno. Le due città simbolo di tale fenomeno sono Roma e Milano: 2.755 decessi a Roma, 2.059 a Milano. Il Rapporto MobilitAria è crudo nei numeri e nei giudizi. Dove sta andando l’Italia della transizione ecologica ed energetica? Di cosa parliamo ogni giorno? “Le città devono fare di più, ma certamente il Governo Meloni, il ministro Salvini e il Parlamento devono agire con urgenza sul Codice della strada, sulla Sicurezza Stradale e sulle Città 30. Devono adottare i decreti attuativi per consentire nuove Low Emission Zone e Ztl lineari: tutti provvedimenti necessari per sostenere lo sforzo delle città per la mobilità sostenibile,” ha detto Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club.

Le 14 città metropolitane hanno presentato anche percentuali in riduzione rispetto agli anni passati, ma le emissioni di Pm10 restano. Ci sono città del Nord con numeri in risalita e bisogna tenerne conto. Dal Rapporto emerge che un numero elevato di emissioni di gas serra arrivano dai trasporti. “Sulle nove città italiane candidate a raggiungere zero emissioni al 2030 la media complessiva in termini di emissioni derivanti dal settore dei trasporti è il 23,5% sul totale”. Non c’è molto scampo dall’adozione di provvedimenti restrittivi in un ambito più generale. Le risposte che aspettiamo dal Pniec del governo tardano, per la semplice ragione che il Piano non è stato approvato. La reprimenda dell’Ue ai ministri è come l’acqua su un impermeabile. I costi sociali ed economici non sono nemmeno quantificati. Eppure è una strage nazionale.

Il trasporto pubblico alla prova

Il focus del Rapporto sul trasporto pubblico è impietoso e in linea generale si raccorda alle inefficienze di sistema che si riscontrano nelle città. Stenta a riprendersi dalla riduzione dei passeggeri in seguito alle limitazioni sanitarie, dicono i ricercatori. “L’auto è rimasta la protagonista degli spostamenti urbani, non raggiungendo i livelli 2019 influenzati da lavoro agile e smart working. Allo stesso modo, per la mobilità attiva a piedi e in bicicletta è ancora da verificare la sua crescita nei prossimi anni”.

Chi elimina e cosa? Le decisioni politiche. Dal governo c’è da aspettarsi poco, impegnato a cercare voti contro il Green Deal. Dai sindaci e dai presidenti di Regione, può arrivare qualcosa se non si arrotolano nella burocrazia e spendono in fretta i denari del Pnrr. “Le città dovranno adottare nei prossimi anni politiche di decarbonizzazione dei trasporti per il miglioramento della qualità dell’aria più lungimiranti e più ambiziose”, ha detto Francesco Petracchini, direttore del Cnr. Nei prossimi anni, continuando a contare morti premature.

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