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Inflazione in Italia, Istat: a febbraio rallenta su base annua, ma il mensile aumenta. E la spesa costa di più

Un rallentamento dovuto al raffreddamento del costo dell’energia ma il carovita resta altissimo (+12,7%) e continua a pesare sulle tasche di famiglie e imprese

Inflazione in Italia, Istat: a febbraio rallenta su base annua, ma il mensile aumenta. E la spesa costa di più

In Italia l’inflazione rallenta ma la spesa costa di più. A febbraio 2023 l’Istat calcola un piccolo rallentamento su base annua (+9,1% contro il +10% del mese precedente), ma il dato mensile fa registrare un rialzo dello 0,2%. “La flessione è frutto dell’attenuazione delle tensioni sui prezzi dei beni energetici, sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata. Tuttavia, si mantengono le spinte al rialzo dei prezzi nel comparto dei beni alimentari, lavorati e no, dei tabacchi e dei servizi, quasi tutti in accelerazione tendenziale – evidenzia la nota dell’Istituto -. Come conseguenza di tali andamenti, si accentua la crescita su base annua della componente di fondo (+6,3%) e quella del cosiddetto carrello della spesa, che risale a +12,7%, dopo il rallentamento osservato a gennaio”.

Lo scenario internazionale resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso”, evidenzia l’istituto di ricerca nella Nota sull’andamento dell’economia italiana di febbraio. E avverte: “si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto”.

L’inflazione rallenta ma sale la componente di fondo

L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,4% per l’indice generale e a +3,7% per la componente di fondo. Venendo all’indice armonizzato dei prezzi al consumo, l’Ipca aumenta dello 0,1% su base mensile e del 9,8% su base annua (in rallentamento da +10,7% di gennaio); la stima preliminare era +9,9%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e dell’8,9% su base annua.

Perché l’inflazione rallenta?

La flessione del tasso di inflazione (a +9,1% da +9,2% stimato in precedenza) si deve principalmente, al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici regolamentati  (passati da -12% a -16,4%) e alla decelerazione di quelli degli energetici non regolamentati (da +59,3% a +40,8%), i cui effetti sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari, sia lavorati (da +14,9% a +15,5%) sia non lavorati (da +8,0% a +8,7%), di quelli dei tabacchi (da una variazione tendenziale nulla a +1,8%), dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +6,1%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +5,9% a +6,4%).

In calo la crescita sui beni, in aumento quella sui servizi

L’inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi accelera da +6% a +6,3%, quella al netto dei soli beni energetici da +6,2% a +6,4%. Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +14,1% a +12,4%), mentre al contrario si accentua quella relativa ai servizi (da +4,2% a +4,4%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -8 punti percentuali, da -9,9 di gennaio.

Carrello della spesa più costoso

Per contro, però, sono aumentati i prezzi dei prodotti che ogni giorno si mettono nel carrello della spesa. Ad esempio, prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un’accelerazione in termini tendenziali (da +12% a +12,7%), invece quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rimangono pressoché stabili, dal +8,9% al +9,0% di febbraio. L’aumento congiunturale dell’indice generale si deve prevalentemente ai prezzi degli alimentari non lavorati (+2,4%), dei tabacchi (+1,9%), degli alimentari lavorati (+0,9%), dei servizi relativi ai trasporti (+0,8%), dei beni durevoli (+0,7%), dei beni non durevoli (+0,6%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5%) e dei servizi relativi all’abitazione (+0,4%). Un effetto di contenimento deriva invece dal calo dei prezzi degli energetici, sia regolamentati (-4,9%) sia non regolamentati (-4,2%).

Inflazione rallenta, ma cosa farà la Bce?

Le indicazioni che arrivano dagli istituti di statistica non sono semplici da interpretare in riflesso alla Bce, che oggi giovedì 16 marzo alzerà i tassi d’interesse. Ma alla luce della crisi innescata dal crollo di Silicon Valley Bank negli Usa ci sono alcuni dubbi sulla portata di questi aumenti, finalizzati a rallentare l’inflazione. Tanto che il mercato non dà più per certo nemmeno il rialzo da 50 punti atteso annunciato dalla stessa presidente Christine Lagarde nella riunione di febbraio.

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