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Indonesia, gli auguri di Natale dividono il Paese

Nel paese islamico più popoloso del mondo si discute se sia consentito a un musulmano augurare a un cristiano “Buon Natale” o se così facendo contravvenga ai precetti della propria religione – La disputa ha radici lontane.

Indonesia, gli auguri di Natale dividono il Paese

Il Natale è dietro l’angolo e nel paese islamico più popoloso del mondo si discute se sia consentito a un musulmano augurare a un cristiano “Buon Natale” o se così facendo contravvenga ai precetti della propria religione. La disputa ha radici lontane: nel 1974, infatti, durante un talk show radiofonico trasmesso dall’Indonesian Public Radio Channel, un ascoltatore pose all’influente studioso Haji Abdul Malik Karim Amrullah – conosciuto anche con il nome di Buya Hamka – la seguente domanda: “Qual è la risposta appropriata per un musulmano che viene invitato a partecipare a una celebrazione natalizia?”. 

Hamka si prese tempo per rispondere, non ritenendo che i ritmi concitati di una trasmissione radiofonica fossero l’ambiente ideale per sviscerare la questione. Affidò quindi le sue riflessioni sull’argomento a un articolo, pubblicato sulla rivista di cultura islamica Panji Masyarakat, nel quale, dopo un lungo excursus sulle differenze fondamentali che separano Islam e Cristianesimo intorno alla figura del Cristo, arrivava alla conclusione che augurare buon Natale era permesso quale espressione di tolleranza religiosa, mentre prendere parte ai rituali cristiani era tutt’altra cosa. 

Negli anni successivi tuttavia le autorità islamiche si trovarono a fronteggiare il problema del crescente numero di studenti di fede musulmana che si rivolgevano alle scuole cristiane per ricevere un’educazione e un’istruzione di tipo occidentale. Dal momento che in tali scuole era spesso richiesto ai giovani musulmani di recitare o cantare in spettacoli natalizi – costume che finiva per diffondere tra la popolazione elementi della religione cristiana – l’Indonesian Ulema Council, il più autorevole organo di rappresentanza del clero musulmano, emise nel 1981 una fatwa con la quale si proibiva ai fedeli musulmani, con dovizia di agganci coranici, di partecipare alle celebrazioni del Natale nei luoghi pubblici e in particolare nelle scuole. 

Da molti fedeli questa prescrizione fu estesa anche agli auguri di Natale, verbali o scritti, argomento non esplicitamente affrontato nel testo della fatwa. Chiarita ormai la posizione riguardo all’adesione dei musulmani ai festeggiamenti natalizi, si ripresenta dunque ogni anno la diatriba tra chi ritiene lecito pronunciare le fatidiche parole d’augurio e chi invece le considera inconciliabili con la propria fede islamica.


Allegati: The Jakarta Post

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