Condividi

Indagine Mediobanca – Processo al risparmio gestito: i Bot rendono più dei fondi comuni

INDAGINE MEDIOBANCA SUL RISPARMIO GESTITO – La racccolta netta dei fondi italiani è positiva anche nel 2015 ma il loro patrimonio vale solo il 12% dl Pil contro il 79% dell’Europa – Un risparmiatore che in 30 anni avesse investito tutto in fondi comuni, rispetto a un impiego annuale in Bot a 12 mesi, avrebbe perso quasi una volta il patrimonio iniziale

Indagine Mediobanca – Processo al risparmio gestito: i Bot rendono più dei fondi comuni

Cresce la raccolta netta dei fondi italiani, ma l’incidenza dell’industria del risparmio gestito rimane bassa rispetto al passato. A dirlo è l’Indagine su fondi e Sicav italiani pubblicata dall’Ufficio Studi Mediobanca, secondo cui nel 2014 la raccolta netta è stata positiva per circa 33 miliardi di euro. Si tratta del secondo anno di seguito in cui le sottoscrizioni hanno superato i riscatti, dopo nove anni (dal 2003 al 2012) in cui era avvenuto il contrario.

Rispetto al 1999 l’incidenza dei patrimoni gestiti sul PIL è passata dal 42% al 12%, in forte controtendenza rispetto all’andamento registrato in Europa, dove, nello stesso periodo, l’incidenza sul Pil è aumentata dal 48% al 79%. 

Nel 2014 i fondi hanno chiuso i loro conti con un utile lordo di imposte di 11 miliardi di euro (su un patrimonio da gestire che ad inizio anno era pari a 218 miliardi). Il rendimento netto medio del patrimonio è valutabile al 4%, che ha beneficiato particolarmente del recupero dei fondi azionari (6%), dei bilanciati (5,5%) e degli obbligazionari (4,1%), come pure dei fondi pensione, sia negoziali (7,2%) che aperti (7,5%), mentre i fondi flessibili si sono fermati al 2,1%. –

I costi di gestione sono rimasti fermi all’1,2% del patrimonio con la punta del 2,7% nel comparto azionario (quasi quattro volte rispetto ai fondi USA). Anche la rotazione del portafoglio (il cui completo rigiro avviene ogni 9 mesi) si è confermata elevata, specie se confrontata con la media dei fondi azionari americani (che supera i due anni).

In un’ottica di lungo periodo i rendimenti sono ancora insoddisfacenti. Secondo l’indagine dell’Ufficio Studi Mediobanca, infatti, chi avesse investito in tutti i fondi comuni aperti italiani negli ultimi 31 anni avrebbe subìto, rispetto ad un impiego annuale in BOT a 12 mesi, una perdita poco inferiore a una volta il patrimonio iniziale (aumentato nel periodo di sole 4,1 volte contro le 5 dei BOT). Sulla base del tasso risk free, il frutto dei fondi aperti mette in evidenza una distruzione di valore pari a circa 115 miliardi di euro nell’ultimo quindicennio. 

Secondo le statistiche ufficiali disponibili, nei primi tre mesi del 2015 vi è stata una prevalenza delle sottoscrizioni sui riscatti per 10,1 miliardi di euro nei fondi di diritto italiano. I fondi roundtrip (promossi all’estero da gestori italiani) hanno segnato un volume di raccolta netta pari a 14,5 miliardi. La performance degli italiani nel periodo è valutabile nell’ordine del 4,6%.


Allegati: Rapporto fondi italiani 2015 – Presentazione.pdf

Commenta