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In Borsa la scuderia Agnelli, Saipem e WdF controbilanciano i ribassi delle banche

Ancora saliscendi per Piazza Affari che chiude in leggero ribasso – Corrono i titoli della scuderia Agnelli (Exor e Fca), di Saipem, Yoox e WdF – Forti invece le flessioni delle banche, di Autogrill e Buzzi – Listini europei a due velocità – Bce più severa su Grecia e Portogallo – Wall Street in ascesa.

In Borsa la scuderia Agnelli, Saipem e WdF controbilanciano i ribassi delle banche

Piazza Affari recupera le perdite nel pomeriggio con l’avvio in parità di Wall Street sulla scia del rimbalzo del petrolio e delle dichiarazioni del presidente della Fed di Minneapolis. 

Il Fste Mib dopo essersi portato in leggero territorio positivo chiude in calo dello 0,4%. L’Europa chiude contrastata: Londra +1,3%, Francoforte -0,4%, Parigi -0,3% e Madrid -0,4%.

Alla chiusura dell’Europa, il Dow Jones saliva dello 0,09%, l’S&P500 dello 0,21% e Il Nasdaq dello 0,24%. Il cambio euro dollaro cede lo 0,31% a 1,2248.

Ritornato ieri sui minimi di 5 anni, il petrolio Wti rimbalza del 3,68% a 56,10 dollari al barile. Oggi il presidente della Fed di Minneapolis, Narayana Kocherlakota, in dissenso con la decisione della Fed di ieri, ha affermato che gli Stati Uniti rischiano una deflazione stile giapponese e che la Fed dovrebbe “chiarire che è pronta a usare ulteriori strumenti, come l’acquisto di asset, per spingere l’inflazione verso il proprio target”. Per Kocherlakota ”il fallimento della Fed nel rispondere alla debole inflazione rischia di creare un pericoloso calo delle aspettative di inflazione di lungo termine come quelle viste in Giappone e in Europa”, la Fed avrebbe dovuto chiarire che non aumenterà i tassi ”fino a quando l’outlook per l’inflazione a uno o due anni resterà sotto il target del 2%”.

In Europa via libera da giugno da parte del Consiglio europeo al piano Juncker che crea un nuovo fondo per gli investimenti strategici (Efsi) con lo scopo di mobilitare 315 miliardi di euro nel 2015-2017. La novità più importante, soprattutto dal punto di vista italiano, riguarda la possibilità di scomputo degli investimenti: se a causa dei contributi al Piano di investimenti strategici un Paese andrà oltre i vincoli del Patto di stabilità, questo superamento non sarà preso in considerazione quando valuteremo la situazione delle finanze pubbliche di quel Paese.

Dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker sembra arrivare una cauta apertura anche per quanto riguarda gli investimenti pubblici nazionali, che da tempo l’Italia chiede ugualmente di scorporare dal calcolo di deficit e debito (in particolare per i co-finanziamenti dei progetti sostenuti dai fondi Ue di coesione): “Torneremo su questo nella comunicazione sulla flessibilità che la Commissione presenterà a gennaio, sapendo – ha detto – che gli Stati membri sono già d’accordo per neutralizzare i contributi nazionali al Fondo per gli investimenti strategici”.

Oggi l’Istat ha diffuso i dati sul fatturato che indicano timidi segnali di ripresa dell’industria italiana: a ottobre il fatturato (al netto della stagionalità) è aumentato dello 0,4% rispetto a settembre. 

l cda della European Financial Stability Facility (Esfs) ha deciso di concedere alla Grecia un’estensione di due mesi del secondo programma di aiuti al Paese che sarebbe dovuto terminare il 31 dicembre. I rimanenti 1,8 miliardi di euro ancora a bilancio dell’Esfs potranno essere stanziati a favore della Grecia entro la fine di febbraio a condizione che il governo ellenico superi la nuova valutazione degli esperti dell’Efsf.

Lo spread Btp-Bund ha chiuso in rialzo a 136 punti base. A Piazza Affari la giornata è stata condizionata dalle vendite sulle banche innescate dall’intervento di ieri sera da parte di S&P sul comparto bancario per allineare il rating a quello sovrano. In fondo al Ftse Mib c’è Mps che perde il 4,17% sui timori di nuoci accantonamenti nel quarto trimestre dell’anno. Giù anche Unicredit (-1,8%) e Intesa (-2,5%) che hanno incassato il taglio del rating a BBB- da parte di S&P. Banco popolare (-2,8%). Mediobanca, anch’essa tagliata a BBB-, cede l’1,7%. La Popolare Emilia Romagna (-2,9%) passa a BB- da BB. Restano stabili quelli a lungo e a breve termine di Popolare Milano (-0,45%) e della sua controllata banca Akros, a B+/B.

Tra i peggiori titoli anche Autogrill (-3,43%). Al contrario, tra le migliori blue chip in evidenza Wdf (+2,96%). In buon rialzo Saipem (+4,64%) che corre grazie al giudizio “buy” di Goldman Sachs. Bene anche la galassia Fiat: Exor (+2,22%) e Fca (+0,59%) sulla speculazione per possibili integrazioni con altri gruppi dopo l’Ipo di Ferrari. Il recupero del petrolio fa bene ad Eni che sale del 2,41%.

In evidenza Yoox +1,27%. Renzo Rosso, patron di Diesel, è salito all’8,81% del capitale dal precedente 7,8% emerso dall’ultima assemblea di aprile 2014. Il dato emerge dell’assemblea di Yoox, che ha appena votato una modifica statutaria (articolo 14).

Tra i titoli a minore capitalizzazione, la matricola Giorgio Fedon dopo il balzo di ieri guadagna un altro (+13,31%). In caduta libera invece Seat (-77,78%) in vista della maxi-emissione di nuove azioni e del raggruppamento titoli che al via lunedì. Nel pomeriggio è arrivato il via libera della Consob al prospetto informativo. Le nuove azioni verranno assegnate ai creditori in esecuzione delle proposte di concordato preventivo del gruppo.

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