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Imprese, Unioncamere: “Previsioni negative, ma in miglioramento”

L’indagine congiunturale sulle imprese del manifatturiero, del commercio e dei servizi condotta da Unioncamere mostra una situazione in cauto miglioramento, in cui si segnalano le prime avvisaglie di un’inversione di tendenza – Nella manifattura ancora in territorio negativo la domanda interna, mentre cresce quella estera – Commercio ancora in crisi.

Imprese, Unioncamere: “Previsioni negative, ma in miglioramento”

Una luce in fondo al tunnel. E’ quella che inizia a intravedere la manifattura italiana, le cui imprese – mentre prevedono un ulteriore consolidamento dei risultati già positivi delle vendite all’estero per il trimestre finale dell’anno – cominciano a percepire qualche cambiamento anche sul fronte degli ordinativi per il mercato interno. Rimangono comunque profonde le differenze tra le imprese di piccola taglia, in particolare artigiane, e quelle più grandi: per le prime i segnali di inversione di tendenza sono decisamente meno netti. Le difficoltà ancora non sono passate anche per le imprese commerciali e, tra i servizi, per quelle turistiche.

Sono questi i principali risultati dell’indagine congiunturale sulle imprese del manifatturiero, del commercio e dei servizi realizzata dal Centro studi di Unioncamere con riferimento agli andamenti del III trimestre e alle previsioni per il IV trimestre del 2013, commentate con cauto ottimismo dal presidente Ferruccio Dardanello: “Cominciamo a cogliere nelle nostre imprese le prime avvisaglie di una inversione di tendenza. Se i provvedimenti ora in discussione riusciranno a infondere un po’ di fiducia nelle famiglie, può anche succedere che questo Natale, sebbene sicuramente ancora oculato, non sia all’insegna dell’austerity come il precedente”.

Per quanto riguarda la manifattura, nelle dichiarazioni delle imprese circa gli ordinativi attesi nel IV trimestre del 2013 si continua a trovare traccia del divario che accompagna gli andamenti dell’industria manifatturiera dal 2010 in poi. Rimangono infatti negative le aspettative riguardanti gli ordinativi provenienti dal mercato interno (-9,4 punti la differenza tra ottimisti e pessimisti), mentre sono saldamente in zona positiva quelli che rispecchiano il contributo atteso dalla domanda estera (+19,2 il saldo). Il tratto comune è comunque un deciso miglioramento del sentiment delle imprese rispetto a un anno fa, quando le previsioni per la parte finale dell’anno mostravano un pessimismo più marcato su tutti i fronti. 

Una tendenza al recupero, questa, mostrata anche nel terzo trimestre: produzione e fatturato rimangono in calo tendenziale (rispettivamente, -1,9 e -1,3%), ma le riduzioni si dimezzano rispetto al II trimestre dell’anno. Solo le industrie chimiche riportano livelli produttivi in ripresa (+0,8%), mentre la meccanica, l’elettronica e la metallurgia riducono la produzione ma in maniera meno intensa della media. Il più penalizzato è il settore del legno-arredo (-3,6%). 

Le dichiarazioni delle imprese del commercio al dettaglio e altri servizi mostra una riduzione delle attività rispettivamente dell’1,3% e dello 0,2%, anche se si diffonde un’attenuazione del pessimismo in quasi tutti i settori, incluso quello del turismo-ristorazione.

Nel terzo trimestre, nonostante un visibile rallentamento della discesa, le vendite del commercio al dettaglio rimangono ancora distanti dal ritorno in territorio positivo: la perdita tendenziale nel III trimestre si attesta al -5,6% (era pari a -7,6% nel II trimestre). Nessuno dei tre principali segmenti del comparto si sottrae all’andamento negativo, ma la distanza tra Gdo (-1,5%) e dettaglianti no-food (-6,4%) è piuttosto marcata;

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