Condividi

Imprese piemontesi: “Serve una visione più ampia di politica industriale” dice il presidente Marsiaj

Il presidente dell’Unione Industriali Torino, Giorgio Marsiaj, è intervenuto con una riflessione sulla smart mobility e sulla necessità di un piano industriale per il Paese

Imprese piemontesi: “Serve una visione più ampia di politica industriale” dice il presidente Marsiaj

In un periodo di grande trasformazione e incertezza che stiamo vivendo, prima la pandemia e ora la guerra, bisogna fissare e attuare le priorità dell’economia piemontese. È quanto discusso al grattacielo di Intesa Sanpaolo in un incontro organizzato da Confindustria Piemonte cui hanno partecipato anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e tutti i rappresentanti regionali di viale dell’Astronomia. Al centro del dibattito transizione verso la mobilità sostenibile, il consolidamento di settori recentemente vincenti come agri-eno-food, l’innalzamento della competitività delle filiere storiche come tessile, aerospazio e lusso. Tutto questo per capire le nuove esigenze delle imprese piemontesi e per mettere a punto il miglior sostegno possibile in questo momento così difficile, al confine tra speranze di ripresa e grandi rischi di instabilità geopolitiche.

Nel corso del dibattito sono stati toccati anche molti altri punti nodali per le imprese piemontesi. “È toccato di recente a Romano Prodi, qui a Torino non in veste politica ma riscoprendo il suo antico mestiere di economista, dire una verità che conoscevamo bene, ma fa sempre male, e cioè che in questo momento già tanto difficile, manca in Italia una politica industriale, anche se finalmente abbiamo segnali positivi in questo senso”. Sono le parole inequivocabili del presidente dell’Unione Industriali Torino, Giorgio Marsiaj.

Marsiaj: “Puntare sul polo aeronautico e spaziale”

Poi il monito: “Siamo in un momento molto difficile, scioccati dal doppio colpo pandemia-guerra, ma sentir dire che la politica industriale è l’anello debole di un sistema già fiaccato, deve produrre reazione, non rassegnazione”. Pertanto, nessun “piagnisteo” o “generiche richieste di aiuto”, ma bisogna puntare sulle “nostre forze”, cominciando dai “motori accesi che possono consentire il decollo”, come il polo aeronautico e spaziale.

Per quanto riguarda l’SMTC, il futuro della mobilità sostenibile che sta partendo a Mirafiori, l’Alta velocità, la Città della Salute, il campus di Grugliasco e la Cittadella dell’aerospazio in corso Marche, “un investimento di oltre 1 miliardo che potrà generare circa 2.500 nuovi posti di lavoro più l’indotto”, ha proseguito Marsiaj.

Ed è qui che il presidente Marsiaj tuona “bisogna avere una visione più ampia, di politica industriale per i prossimi anni non solo regionale, ma italiana ed europea” per rilanciare Torino e il Piemonte. “Siamo il secondo paese manifatturiero in Europa dopo la Germania, che ha sempre saputo adattarsi con successo ai cambiamenti.”

Marsiaj: “Bisogna rimettere mano al Pnrr”

Per quanto riguarda il Pnrr, il più grande piano di rilancio e modernizzazione dopo il piano Marshall, il presidente dell’Unione Industriali Torino ritiene che occorra “il coraggio di metterci mano” alla luce dei fatti del conflitto in Ucraina. E non si tratta solo di una questione di tempistica, in Italia ci sono alcuni problemi strutturali e resta pertanto la necessità di “riforme in alcuni settori chiave di responsabilità pubblica”.

Secondo Marsiaj, la guerra in Ucraina ha posto almeno tre problemi urgenti e gravi che la politica interna e internazionale dovranno sistemare: l’assetto della difesa, la nuova politica dell’energia e la politica delle forniture. Rispetto alla transizione energetica e ambientale è possibile allo stato il capitolo a ciò dedicato dal Pnrr potrebbe essere “in qualche modo superato, se non altro per la necessità di una urgente revisione delle scelte geopolitiche di approvvigionamento”.

Marsiaj: “Deve finire il tempo delle occasioni perdute”

Tornando a Torino e al Piemonte in generale, quello che serve “è uno choc operativo”. Per quanto riguarda le opere pubbliche, non c’è solo la Tav. In tutto il Piemonte sono state indicate 50 opere che potremmo definire minori, ma sono in realtà importanti. Poi Marsiaj fornisce qualche esempio: la IV corsia della tangenziale di Torino o la Ferrovia Fossano-Cuneo. “Ebbene, su 50 opere indicate dall’Osservatorio di Confindustria, Unione Industriali e Unioncamere, 19 non hanno ancora aperto neppure il cantiere”.

“Noi dobbiamo mettere in campo la nostra forza e le nostre conoscenze”. E sollecita a essere protagonisti della politica delle forniture “cogliendone le opportunità in termini di reshoring”. E che Torino possiede tutte le carte in regola per diventare in Europa “un polo all’avanguardia, un polo dell’innovazione, grazie al tessuto industriale e universitario che possiede”.

La gigafactory di Audi: “Un’opportunità importante”

Durante il convegno si è tornato a parlare anche della ipotetica gigafactory di Audi. “Se si potesse portare qui una gigafactory sarebbe bellissimo, un progetto straordinario, ne ho parlato con l’amministratore delegato di Italdesign Antonio Casu – dice Marsiaj sulle priorità di sviluppo a Torino – Ci incontreremo, lui si incontrerà con i vari stakeholder che hanno potere su questo”.

Tuttavia, il numero uno dell’Unione industriali di Torino ha sottolineato come manchi ancora una definizione degli interventi di supporto alle politiche industriali e di transizione. “Ma l’intenzione c’è e questo è senz’altro positivo perché, lo ribadisco di nuovo, abbiamo bisogno di una politica industriale, come già hanno Germania e Francia”.

Marsiaj: “Le opportunità ci sono. Sta a noi coglierle”

Poi Marsiaj solleva la questione del personale qualificato “servirà un esercito di informatici”, ma che si sta lavorando insieme alle istituzioni per accompagnare il personale delle aziende attraverso la “transizione” verso le nuove competenze che saranno richieste dalla transizione tecnologica. Serve comunque un piano “per attrarli” nel territorio, “per far diventare il Piemonte la casa dei giovani informatici”. 

Inoltre, “abbiamo imprenditori capaci, ottimi atenei, fondazioni bancarie in grado di mobilitare ingenti risorse”. Riuscendo a valorizzare tutte queste capacità allora “saremo attrattivi nei confronti dei grandi gruppi internazionali”.

Infine, il messaggio di Marsiaj: “Dobbiamo crescere, aumentando la produttività, per creare lavoro in modo inclusivo. Il nostro territorio è in grado di essere protagonista, se solo lo vuole.

Commenta