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Imprese, dal 2013 Pa deve pagare entro 30 giorni

Entra in vigore il decreto legislativo che attua la delega conferita al Governo con la legge del 2011 sullo Statuto delle imprese – La direttiva Ue riguarda i tempi di pagamento per tutte le transazioni commerciali, fissandoli a 30 giorni, indipendentemente dal fatto che a pagare debba essere la pubblica amministrazione o un’azienda privata.

Imprese, dal 2013 Pa deve pagare entro 30 giorni

Anno nuovo, boccata d’ossigeno per le imprese. Dal il 2013 niente più ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. E’ il frutto del recepimento della direttiva Ue che obbliga le amministrazioni pubbliche a pagare entro 30 giorni. Si tratta del decreto legislativo che attua la delega conferita al Governo con la legge del 2011 sullo Statuto delle imprese.

Secondo dati recenti, il problema di pagamento nel nostro Paese è più consistente rispetto agli altri Paesi europei. Nella Ue occorrono in media 63 giorni per il pagamento di una fattura da parte della pubblica amministrazione, che si riducono a 55 per il pagamento da parte di una impresa privata. In Italia invece i tempi medi di pagamento nella Pa sono di 186 giorni, mentre l’impresa privata paga mediamente in 96 giorni.

La nuova normativa è entrata in vigore il primo gennaio e riguarda tutti i contratti conclusi a partire da questa data, anche tra imprese private. Il problema del ritardo nei pagamenti non riguarda infatti solo il rapporto tra imprese e Pa, ma anche i rapporti tra imprese stesse. La direttiva Ue riguarda infatti i tempi di pagamento per tutte le transazioni commerciali, fissandoli a 30 giorni, indipendentemente dal fatto che a pagare debba essere la pubblica amministrazione o un’azienda privata.

 Nel caso in cui si superi il limite dei 30 giorni, è prevista una maggiorazione del tasso degli interessi legali moratori (8% e non più 7%) rispetto al tasso fissato dalla Bce per le operazioni di rifinanziamento.

Solo per la sanità viene concessa una deroga ed i tempi per il pagamento saranno di 60 giorni invece dei 30 fissati dal decreto per tutte le altre Pa, comunque molti meno rispetto ai 315 di media in Italia dove in alcuni casi si superano i mille giorni. Tra i privati la deroga a 60 giorni sarà ammessa solo giustificando tali tempistiche tramite un contratto scritto.

Non manca però chi esprime delusione. Confindustria, Cnappc (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) e Ance (Associazione nazionale costruttori edili) lamentano l’assenza di un riferimento esplicito al comparto delle costruzioni e dei lavori pubblici.

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