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Ilva, Arcelor smentisce Emiliano: “Non restiamo fino a maggio”

Il governatore pugliese aveva riportato un colloquio avuto con l’Ad del gruppo franco-indiano, ma fonti vicine all’azienda negano. L’azienda chiude il treno nastri 2 il 26 novembre. Presidio delle imprese dell’indotto al Mise: a rischio altri 6 mila posti di lavoro

Ilva, Arcelor smentisce Emiliano: “Non restiamo fino a maggio”

Restare fino a maggio all’Ilva di Taranto? No, non è così. ArceloMittal smentisce clamorosamente Michele Emiliano. Il governatore pugliese aveva riportato un colloquio avuto con la nuova Ad del gruppo franco-indiano, Lucia Morselli, affermando che la manager gli aveva fornito garanzie “sull’intenzione di continuare a gestire” l’ex Ilva “nel miglior modo possibile almeno fino a maggio”. Peccato che, secondo fonti vicine alla società, Morselli non abbia mai pronunciato queste parole.

La notizia della permanenza di ArcelorMittal fino a maggio era stata diffusa mercoledì dal presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro, che a sua volta era stato informato da Emiliano.

L’informazione era più che verosimile, dal momento che proprio ieri il Tribunale di Milano ha stabilito fra sette mesi la discussione sul recesso contrattuale chiesto dall’azienda, senza il quale è molto difficile che ArcelorMittal possa lasciare Taranto.

Intanto, fonti sindacali fanno sapere che ArcelorMittal il 26 novembre fermerà il “Treno nastri 2” dell’Ilva.

Quanto al governo, venerdì alle 15 andrà in scena al ministero dello Sviluppo economico fra il ministro Stefano Patuanelli, l’ad Morselli e i leader dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm. Un presidio delle ditte dell’indotto – che rivendicano 50 milioni di crediti in assenza dei quali sono a rischio 6.000 dipendenti – è in corso sotto la sede del Mise. Si tratta delle aziende che aderiscono a Confindustria Taranto. Il presidente Antonio Marinaro, incontrerà alle 14 il ministro Stefano Patuanelli, al quale sarà consegnato un documento sulla vicenda Arcelor Mittal. Lo stesso documento – si legge in una nota – sarà portato all’attenzione, nella stessa giornata, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte.

I sindacati tengono la guardia alta: “Se ancora non fosse chiaro la situazione sta precipitando in un quadro sempre più drammatico che non consente ulteriori tatticismi della politica”, ha dichiarato Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl.

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