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Ilva ad Arcelor Mittal e Marcegaglia: arriva l’ufficialità

Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha firmato il decreto di aggiudicazione dell’Ilva che passa dunque nelle mani di Arcelor Mittal e Marcegaglia – Continuano le proteste dei sindacati contro il piano industriale mentre AcciaItalia “avverte” sul rischio Antitrust.

È arrivata l’ufficialità: Arcelor Mittal e Marcegaglia si aggiudicano l’Ilva. Dopo settimane di trattative e di proteste da nord a sud dell’Italia, l’azienda siderurgica italiana passa nelle mani della cordata Am Investco Italy S.r.l, il cui capitale sociale risulta detenuto da ArcelorMittal Italy Holding S.r.l. (51%), ArcelorMittal S.A. (34%) e Marcegaglia Carbon Steel S.p.A. (15%).

Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha firmato oggi il decreto di aggiudicazione con il quale Ilva diventa un pezzo del maggior produttore di acciaio in Europa, anche se per il passaggio definitivo di consegne, occorre ancora attendere il via libera dell’Antitrust Ue.

“In conformità a quanto previsto dalle regole di gara – spiega una nota del Mise – si svolgerà immediatamente una fase negoziale in esclusiva tra i commissari straordinari e l’aggiudicatario finalizzata ad eventuali miglioramenti dell’offerta vincolante, come previsto dalla procedura di gara. Il decreto del ministro indica le priorità sulle quali i commissari dovranno svolgere tale negoziazione”.

La decisione arriva in una giornata di proteste e di pesanti polemiche dovute al piano industriale presentato dalla cordata, nell’ambito del quale sono previsti pesanti tagli all’organico. Ilva attualmente impiega oltre 14mila lavoratori, mentre Mittal stima nel 2018 di avere 9.400 dipendenti per arrivare a 8.400 nel 2023. Non solo, oggi, 5 giugno, i rappresentanti di Jindal e Delfin, presenti nel cda di AcciaItalia, cordata rivale di Am Investco nella corsa per l’aggiudicazione dell’Ilva, hanno scritto una lettera al ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, ai commissari straordinari dell’Ilva mettendo in evidenza “il rischio Antitrust incombente” sugli avversari e chiedendo, invano, al numero uno del Mise di fare un passo indietro e “aggiudicare” l’Ilva ad Acciaitalia. La missiva è arrivata per altro dopo che, nel corso del weekend la cordata aveva provato a vincere la gara innalzando l’offerta iniziale su prezzo, sull’impatto ambientale e sull’occupazione.

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