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Il vino primeggia in Borsa: record di profitti in Italia

INDAGINE MEDIOBANCA: l’indice di Borsa mondiale che comprende le 47 principali società internazionali quotate del comparto, dal gennaio 2001 è cresciuto del 449% – Ottima la performance dei vini italiani i cui ricavi sono saliti del 4,8% – Sotto il profilo reddituale primeggiano Antinori, Frescobaldi e Santa Margherita.

Il vino primeggia in Borsa: record di profitti in Italia

Continua il periodo d’oro del vino, settore che ormai sembra essersi lasciato totalmente alle spalle la crisi.

In Borsa il settore vinicolo internazionale ha messo in atto un vero e proprio exploit. In base a uno studio pubblicato da Mediobanca, l’indice di Borsa mondiale che comprende le 47 principali società internazionali quotate del comparto, dal gennaio 2001 in versione total return (comprensivo dei dividendi distribuiti) è cresciuto del 449%, una percentuale enormemente al d isopra delle Borse mondiali (+86%).

A livello globale, la prestazione migliore in termini relativi, vale a dire al netto delle performance delle dinamiche delle Borse nazionali è stata posta in essere dalle società del Nord America (+611%) e della Francia (+94,8%), con l’Australia in forte recupero (+66%). Dal gennaio 2009 ad oggi l’indice vinicolo di Borsa è salito del 194%, mentre tra il marzo 2015 e il marzo 2015 il rialzo è stato pari al 18%.

Ottimi i ricavi del settore vinicolo italiano che con una percentuale pari a +4,8% segna una performance migliore di quella dell’intera manifattura (-2,6%) e dell’industria alimentare (-0,8%).

Parlando della crescita, nel 2015 i risultati sono stati i più modesti degli ultimi 5 anni (+1,4% rispetto al 2014), ma le vendite del settore superano di quasi il 32% i livelli del 2010, l’export del 47% e il fatturato domestico di quasi il 19%.

A trainare gli investimenti sono gli spumanti che segnano un +37%, mentre i non spumanti salgono del 13,2%. Buona la prestazione anche dal punto di vista occupazionale, dove il settore con il suo +2,4% fa ancora una volta meglio dell’industria in senso stretto (+1,4%)

Per quanto riguarda le singole società produttrici, in termini di fatturato il primo posto in classifica è occupato dalle Cantine Riunite-Giv (547 milioni, +2,7% sul 2014), seguita da Caviro (-4,4% a 300 milioni) e Antinori, primo gruppo non cooperativo (+’8,7% a 202 milioni). Quarta posizione per Zonin (+14,3% a 183 milioni), quinta per Mezzacorona (175 milioni, +2,1%). Segue: la divisione vini della Campari che paga la crisi russa (-18% a 171 milioni).

Il record di crescita spetta alla cooperativa La Marca (+25% a 76 milioni ), seguita dalla Ruffino (+17% a 94 milioni). In termini di export è Botter a sbaragliare la concorrenza con il 94,5% del fatturato realizzato all’estero, seguita da Ruffino (93,1%), dalla Fratelli Martini (88,8%) e dalla Masi Agricola (88,4%).

Secondo quanto si legge nello studio di Mediobanca, nel 2014 la redditività del vino italiano è salita ai massimi degli ultimi 5 anni con un Roe del 6,1% dal 2,9% del 2014 e un Roi del 6,6% contro il 6%. Nonostante la crescita il roi si mantiene inferiore a quelli dell’industria manifatturiera (7,4%), alimentare (8,6%) e delle bevande (9%).

La banca milanese segnala anche i migliori risultati ottenuti in termini di redditività dalle maggiori aziende italiane. La classifica è guidata da Antinori (utile su fatturato al 18,8%), Frescobaldi (17,5%), Santa Margherita (12,1%), Botter (10,9%), Ruffino e Masi (10,2%).

In generale sono le società venete a primeggiare soprattutto sotto il profilo reddituale (roi 9,9% contro 6,6% medio e roe 11,6% contro 6,1%), seguite dalle toscane (roi 7,5% e roe 6,2%). In entrambe le regioni le aziende mostrano una forte propensione all’export (58,2% e 65,8%) e un’alta produttività.

Sull’onda di un esercizio finanziario, gli esperti di Mediobanca hanno calcolato che in base ai multipli di borsa delle aziende quotate sui mercati internazionali si può stimare indicativamente il valore di mercato in 3,3 miliardi, con un ‘premio’ sul valore contabile quindi pari a circa il 40%. La Borsa sarebbe insomma un’ottima occasione per brindare.

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