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Il vino brasiliano metterà le bollicine ai Mondiali di calcio del 2014?

La produzione è ancora molto limitata, ma prezzo e qualità possono essere molto competitivi. I Mondiali di calcio del 2014 saranno l’occasione per il Brasile di far conoscere al mondo i propri vini

Il vino brasiliano metterà le bollicine ai Mondiali di calcio del 2014?

Quando pensiamo al Brasile ci può venire in mente di tutto, ma senza dubbio il vino non è tra queste cose: al massimo conosciamo la caipirinha, oppure immaginiamo la birra gelata necessaria per rinfrescarsi sulle torride spiagge tropicali.

Eppure c´è un mercato, quello della produzione vinicola, che potrebbe rivelarsi una sorpresa nei prossimi anni. Il Rio Grande do Sul, la regione più meridionale del Brasile, al confine con Uruguay e Argentina, infatti presenta caratteristiche climatiche ottimali per le vigne. Le prime aziende del settore furono fondate dagli immigrati portoghesi, poi tra la fine dell´800 e i primi del ´900, anche gli italiani avviarono la propria produzione.

“Abbiamo già venduto i nostri vini a una società inglese – spiega Arley Firmino Pereira, produttore della Miolo Wine Group, azienda fondata da immigrati italiani nel 1897 – E sta andando molto bene. Le nostre vigne godono di un’ottima temperatura e di un buon suolo. Questo si riflette nei nostri vini e il nostro merlot del 2005 ha vinto il premio internazionale in un test di degustazione ad occhi chiusi per il miglior merlot con un prezzo inferiore ai 100 dollari”.

Nonostante il mercato interno sia ancora tutto da esplorare, i vini brasiliani cominciano ad aprire delle brecce nei mercati di Stati Uniti, Canada, Honk Kong, Polonia, Germania, Svezia e Olanda. Anche nel Regno Unito, Jancis Robinson and Oz Clarke, due tra i critici più famosi ne hanno dato un giudizio positivo: “La qualità c´è e il prezzo è ragionevole”.

Il vino brasiliano è prodotto principalmente da uve francesi e comprende tutto il range di rossi, bianchi, rosè e frizzanti. Presentano caratteristiche simili a quelle dei vini cileni, e questo fatto potrebbe rivelarsi una fortuna per il Brasile, visto l’apprezzamento che i prodotti cileni ricevono a livello internazionale.

Dal punto di vista delle esportazioni però i due paesi sono ancora lontani anni luce: mentre il Brasile esporta all’estero l’equivalente di 3,3 milioni di dollari, il Cile raggiunge 1,6 miliardi.

Produttori e commercianti brasiliani però sono fiduciosi che i Mondiali di calcio possano trasformarsi nella gallina dalle uova d’oro per il settore, “un’opportunità promozionale da non perdere” per “ mostrare la qualità e la varietà dei nostri vini e aumentare le esportazioni”, sostiene Ana Paula Kleinowski dell’associazione commerciale Wines of Brasil.

Forse più che concentrarsi sul mercato esterno, i produttori verdeoro, ma anche le aziende italiane, potrebbero rivolgersi con più incisività all’enorme potenziale che offre il mercato interno: i brasiliani infatti bevono in media due litri di vino all’anno, quasi quanto quello che beve un cittadino europeo in un week-end.

Leggi la notizia sulla BBC

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