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Il silenzio di Berlusconi e le chiacchiere della Lega

La politica guarda ai mercati e sceglie la prudenza. Il premier evita di intervenire a un convegno del Pdl, le opposizioni si dicono pronte a fare la propria parte e la Lega torna sui ministeri al nord. Napolitano: “Se siamo seri non dobbiamo preoccuparci”.

Mentre tutti gli occhi, anche e soprattutto quelli della politica, sono rivolti ai mercati, Silvio Berlusconi sceglie la linea del silenzio. E per evitare di commentare con prevedibile durezza la sentenza che ha condannato la Fininvest a risarcire la Cir per la vicenda Mondadori, ha addirittura rinunciato, domenica scorsa, a intervenire, sia pure solo telefonicamente, al convegno di Mirabello del Pdl. Una linea di assoluta prudenza, quindi. Anche se non è facile prevedere possa essere di lunga durata dopo le durissime dichiarazioni rese a caldo dalla figlia Marina sulla sentenza dei giudici di Milano. Chi invece della sentenza ha parlato, sia pure implicitamente, è stato il leader della Lega Umberto Bossi, per il quale “la giustizia sta facendo il suo dovere, ma colpisce punti critici della politica”. Poi aggiunge che la Lega resta al governo per rassicurare i mercati. Tocca così al ministro Calderoli, sviluppare la propaganda del Carroccio, annunciando che il 23 luglio si apriranno tre sedi di ministeri a Monza e, aggiungendo, a proposito della manovra, che si taglieranno solo le pensioni superiori ai seimila euro. La linea della prudenza è scelta anche dai partiti di opposizione, che si dicono pronti a fare la propria parte per la politica di rigore che ci chiedono l’Europa e i mercati. A sua volta il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sembra apprezzare la linea della prudenza scelta della politica e osserva che “se siamo seri non dobbiamo preoccuparci”.

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