“Abbiamo buone ragioni per pensare ad una ripresa dell’inflazione”. Così Stanley Fischer, numero due della Fed, ha rilanciato a Jackson Hole la prospettiva di un rialzo dei tassi Usa. Il ragionamento, in sintesi, suono così: ragioni contingenti (petrolio debole, dollaro spinto all’insù dalla turbolenza cinese) tengono per ora bassi i prezzi, nonostante i fattori strutturali (mercati del lavoro, consumi, andamento dell’industria manifatturiera) segnalino una potenziale spinta all’insù.
Dopo queste parole, i mercati prevedono che la Fed possa rinunciare al rialzo in occasione del meeting del 16-17 settembre ma che senz’altro la mossa verrà adottata in occasione della riunione di ottobre o in quella di dicembre. Molto dipenderà dai dati sul mercato del lavoro che saranno pubblicati giovedì 4 settembre.
MARKET MOVERS: BCE, G20
Silenzio, torna a parlare Mario Draghi. Giovedì, al termine della riunione della Bce, ci saà l’attesa conferenza stampa del presidente. Sospeso, in attesa delle elezioni del 20 settembre, il dossier Grecia, la banca centrale si concentra di nuovo sul Qe. “Ci aspettiamo – è il giudizio di Barclays – che la Bce rilanci la volontà di mantenere una politica monetaria espansiva Mario Draghi potrebbe annunciare la volontà di allungare gli acquisti di titoli oltre la data del settembre 2016”.
Cina, situazione del sistema bancario ed indebitamento degli emergenti. Di questo e di molto altri si dovrà occupare il G20 che si riunirà nel week end ad Ankara, capisaldi quella Turchia che è uno dei protagonisti dell’attuale fase di turbolenza finanziaria, politica e militare.
ACCADDE IERI
La settimana finanziaria, iniziata con la frana di Shanghai, si è chiusa in terreno positivo in buona parte dei mercati dopo escursioni da brivido.
Negli Stati Uniti l’indice S&P 500 chiude con un rialzo, da lunedì a venerdì, dello 0,4%: si tratta del miglior risultato dell’ultimo mese. Il Dow Jones sale dell’1,1%, il Nasdaq +2,6%. Nel corso di agosto, finora, i mercati Usa hanno accusato una discesa superiore al 4%.
A Milano l’indice Ftse Mib archivia la settimana con un rialzo dell’1,1%. Alla vigilia dell’ultima seduta del mese, però, il bilancio di agosto si annuncia molto negativo -8,2%. Meglio di Milano in settimana è stata Francoforte +1,7%. Parigi +1%, Madrid +0,8%. Londra +1%. Stabile il mercato dei Btp: con le aste di fine agosto il Tesoro ha completato il 72% dell’offerta prevista per il 2015.
SAIPEM
La miglior blue chip italiana è stata Saipem +13%, trainata dall’eco degli M&A nel settore degli oil equipment a Wall Street. Settembre si annuncia decisivo per varie ragioni, a partire dalla pubblicazione del nuovo business plan messo a punto dall’ad Stefano Cao. E’ di stretta attualità il rafforzamento del patrimonio della società: si fa strada, prima di un probabile aumento di capitale, l’ipotesi di una scissione, preliminare ad un ingresso diretto di Cdp, azionista di controllo di Eni che a su volta ha il 43% di Saipem e, tra le ue priorità, ha quella di deconsolidare l’indebitamento della società (la sesta, per fatturato, dell’industria italiana).
In grande evidenza anche Tenaris +5,3% che rialza il capo assieme al prezzo del petrolio dopo una stagione terribile. Oggi conference call di Trevi, partecipata dalla Cdp, che ha appena archiviato un semestre terribile.
LUXURY
Continua la stagione difficile del lusso. A Salvatore Ferragamo è toccata la maglia nera della settmana con una perdita del 4,3%. Le case d’affari hanno rivisto alribasso i target della maision fiorentina non tanto alla luce dei risultati del primo semestre, comune positivo, ma per la prospettiva di una robusta flessione della domanda su alcuni mercati-chiave, pimo fra tutti quello cinese.
BANCHE
In grande evidenza tra le banche Monte Paschi + 4,03%. Domani Davide Usai, ex direttore generale di Unicef Italia, subentrerà in qualità di direttore generale della Fondazione, ad Enrico Granata, in carica dal gennaio 2014. ”E’ prematuro fare ipotesi su aggregazioni“, ha dichiarato pria di lasciare l’incarico. “Un allargamento el patto di sindacato – ha aggiunto – è possibile ed auspicabile”.
Ma l’attenzione del comparto è concentrata sull’operazione pulizia, successivo aumento di capitale ed ingresso in Borsa della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. In particolare, l’istituto di Vicenza dopo aver annunciato la perdita di un miliardo ed un aumento di capitale per 1,5 miliardi che srà probabilmente realizzato in coincidenza con la quotazione in Piazza Affari.
Anche per Veneto Banca, che ha annunciato una perdita di 213 milioni, si profila un aumento tra i 5 e gli 800 milioni oltre alla trasformazione della Popolare in spa ed ingresso in Borsa. Si annuncia così un autunno intenso per il comparto bancrio con il rischio di sovraffollamento che potrebbe incidere sui tempi del M&A tr le Popolari quotate avviate alla già annunciata stagione gi M&A.
SCUDERIA AGNELLI
Exor. Risultato netto più che triplicato rispetto ai primi sei mesi del 2014, grazie a 90,9 milioni di migliore risultato delle partecipate e alle maggiori plusvalenze. Il Nav è aumentato a quasi 12,9 miliardi.
Fiat Chrysler -2,5%. Sergio Marchionne amministratore delegato Ferrari? L’ipotesi circola da tempo ed è stata rilanciata ieri da Bloomberg. Non è bastata dunque la recente riconferma dell’incarico ad Amedeo Felisa, succeduto nel 2008 a Jean Todt. Marchionne è diventato presidente di Ferrari un anno fa spingendo Luca di Montezemolo a lasciare l’incarico. In quella occasione il manager del Lingotto aveva riconfermato nell’incarico Felisa e così ha fatto anche la recente riunione del consiglio di amministrazione. Felisa, 69 anni ad ottobre, lascerà probabilmente nei prossimi mesi per raggiunti limiti di età. E a quel punto scatterebbe la successione di Marchionne che così metterebbe insieme le due cariche di presidente e amministratore delegato. Un aumento di peso (se mai ce ne fosse stato bisogno) di ruoli che finirebbe per coincidere con la quotazione del Cavallino a Wall Street prevista tra ottobre e novembre.
Recupera Mediaset +5,53%. Cade Telecom Italia –2,05% alla vigilia del mese “brasiliano”. Il Paese guidato da Roussef fa i conti con i dati sul rallentamento economico: il Pil è crollato dell’1,9% nel secondo trimestre dell’anno.