Condividi

Il Regno Unito è in recessione e il Governo alza le tasse ai massimi dal dopoguerra

Nel 2023 il Pil britannico registrerà una contrazione dell’1,4% – Annunciata maxi manovra da 55 miliardi di tagli alla spesa e aumenti alle tasse per coprire il buco nei conti pubblici

Il Regno Unito è in recessione e il Governo alza le tasse ai massimi dal dopoguerra

Il Regno Unito “è ora in recessione“. Lo ha dichiarato a chiare lettere il nuovo cancelliere dello scacchiere, Jeremy Hunt citando le nuove stime dell’Obr, l’organismo che fornisce analisi indipendenti sulle finanze pubbliche del Paese. 

Le nuove stime sull’economia britannica

Secondo l’Obr nel 2022 il Regno Unito crescerà del 4,2%, una percentuale superiore al 3,8% stimato in precedenza. I problemi arriveranno nel 2023, quando il Pil registrerà una contrazione dell’1,4% per poi salire dell’1,3% nel 2024. A fine anno, l’Inflazione – che ieri ha toccato l’11,1% – dovrebbe attestarsi al 9,1%, per poi scendere al 7,4% nel 2023. 

L’incidenza del debito pubblico sul Pil del Regno Unito raggiungerà il 97,6% sull’anno fiscale 2025-2026, percentuale di gran lunga superiore all’80,9% della precedente previsione, che risaliva a marzo, e resterà quasi invariato al 97,3% sul 2027.

Queste stime, ha spiegato Hunt illustrando la legge di bilancio in Parlamento, “confermano che le nostre azioni odierne contribuiranno a far calare bruscamente l’inflazione a partire dalla meta’ del prossimo anno”. 

Regno Unito: manovra da 55 miliardi di tagli alla spesa e aumenti alle tasse

Presentando in Parlamento l’attesa manovra economica d’autunno del nuovo governo guidato da Rishi Sunak, Hunt ha annunciato un maxi piano di tagli alla spesa e aumenti delle tasse per coprire l’enorme buco da 55 miliardi di sterline nei conti pubblici e recuperare la fiducia dei mercati persa a causa della tempesta finanziaria esplosa in seguito allo sciagurato piano fiscale dell’ex premier Liz Truss. 

Nei dettagli, la manovra è suddivisa in 2 comparti: il 45% (25 miliardi di sterline) riguarda aumenti fiscali e il 55% (30 miliardi) tagli di spese spalmati nei prossimi anni. 

Secondo le previsioni, il carico fiscale salirà dal 36,4% del Pil 2022 al 37,5% del 2024, raggiungendo il livello più alto dal dopoguerra.

Tasse: ecco tutti gli aumenti

Il piano del Governo Sunak prevede che, come stabilito dall’ex esecutivo Johnson, nel 2023 le imposte societarie saliranno dal 19% al 25%, una misura che dovrebbe portare nelle casse del Tesoro circa 18 miliardi di Sterline. E ancora: la tassa sui extra profitti delle imprese energetiche aumenterà dal 25% al 35% nel primo trimestre 2023, mentre per le società produttrici di energia elettrica arriverà una nuova tassa del 45%. 

Tra le misure principali del piano figurano il congelamento delle soglie imponibili per le imposte sui redditi, delle tasse di successione e dei contributi per la previdenza sociale fino al 2028 e la riduzione della soglia per l’applicazione dell’aliquota massima del 45% da 150.000 a 125.140 sterline. Una misura, quest’ultima, diametralmente opposta a quella annunciata un mese e mezzo fa dall’ex premier Liz Truss che aveva ridotto l’aliquota massima sui più ricchi dal 45 al 40%.

Prevista la riduzione da 2000 a 1000 sterline (500 nel 2024) dei soldi che gli azionisti possono guadagnare in dividendi senza pagare tasse. Infine, le auto elettriche (oggi esenti)cominceranno a pagare le tasse automobilistiche a partire dal 2025. Hunt ha infine promesso aumenti in linea con il tasso di inflazione (+10,1%) dei sussidi statali e delle pensioni sociali.

“Sebbene le mie decisioni odierne comportino un sostanziale aumento delle tasse, non abbiamo aumentato le aliquote fiscali principali, e le tasse in termini di percentuale del Pil aumenteranno solo dell’1% nei prossimi cinque anni”, ha detto Hunt.

Commenta