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Il private capital punta sugli investimenti Esg per creare più valore dopo un 2021 da record

Al Convegno annuale AIFI i dati hanno mostrato che in Italia la finanza alternativa sta cambiando sia nella struttura sia negli investimenti: i commento del presidente Cipolletta

Il private capital punta sugli investimenti Esg per creare più valore dopo un 2021 da record

Il private capital sta spingendo sulla digitalizzazione e transizione ecologica che ora vengono viste come una maggior opportunità di investimento e non più solo come un protocollo da osservare.
Oggi al Convegno annuale AIFI (l’associazione italiana di private equity, venture capital e private debt) tenutosi presso la sede di Assolombarda a Milano con il contributo di KPMG, i dati hanno mostrato che in Italia la finanza alternativa sta cambiando sia nella struttura sia negli investimenti.

“Il private capital ha visto una crescita in tutti i comparti: private equity, venture capital e private debt hanno realizzato, nel 2021, record di raccolta e operazioni.” ha detto Innocenzo Cipolletta, presidente AIFI specificando che “la transizione energetica sta diventando ancora più urgente di quanto non lo fosse prima: accanto alla salvaguardia delle necessità del clima oggi c’è il problema della diversificazione delle fonti di approvvigionamento”.

Private capital: l’Esg porta valore nelle imprese

Il cambiamento di prospettiva è stato sottolineato da Stefano Cervo, Partner KPMG, Head of Private Equity: “Proprio il settore Esg ora viene percepito come valore e non più solo come protocollo da osservare. Abbiano osservato che alcuni investimenti sono stati rifiutati perché le imprese non possedevano standard adeguati in questo ambito”.

Mentre Maximo Ibarra, Ceo di Engineering ha sottolineato che il 43 % delle imprese europee – non quindi solo italiane- non hanno ancora ben capito che cosa sia l’Esg, ma soprattutto non sanno come muoversi. E gli stessi dipendenti non hanno le competenze giuste per organizzarsi. Occorre quindi un’evoluzione anche in questo senso”.

Forte contributo per transizione ecologica e digitale

Private equity e venture capital hanno dato entrambe un contributo molto importante alla transizione ecologica e digitale. Nel 2021 il private equity ha realizzato 24 operazioni in digitalizzazione e 39 in transizione ecologica mentre il venture capital ha chiuso ben 53 deal in digitalizzazione e 22 in transizione ecologica. Cambia anche il profilo degli operatori: mentre nel venture capital sono soprattutto gli operatori domestici, con il 79%, a investire nel 2021 in tali comparti, nel private equity si osserva una maggior presenza degli operatori internazionali, con un peso del 64%.

Private capital: molto si è fatto, ora serve un fondo di fondi

Cipolletta ha riconosciuto il ruolo fondamentale giocato da Cdp “che ha fatto da motore per gli investimenti in innovazione e crescita” aggiungendo che “il provvedimento del Mef sull’abbassamento della soglia per gli investimenti in Fia è un tassello importante perchè permetterà l’accesso ai fondi alternativi riservati a una platea di privati molto più ampia”. “Ora però serve un fondo di fondi dedicato che faccia da volano”

Private capital: record nel 2021, spicca la Lombardia

Durante il convegno sono stati ricordati i dati sugli investimenti record del 2021 in cui si rileva come si siano complessivamente investiti 16,9 miliardi di euro in quasi 1.000 operazioni: il private debt ha investito 2,2 mld di euro su 275 operazioni, registrando un record assoluto. Private equity e venture capital, hanno impegnato 7 miliardi di euro su 609 operazioni, il private debt ha investito 2,2 miliardi di euro su 275 operazioni,  mentre gli investimenti in infrastrutture, 7,7 miliardi su 45 operazioni, dati che mostrano mostrando così quanto sia evidente il ruolo strategico che il private capital sta assumendo per il nostro Paese.

Complessivamente ci sono 1.700 società nel portafoglio del private equity e venture capital, di cui oltre il 30% in Lombardia, che spicca come prima Regione con il maggior ammontare investito e numero di operazioni realizzate. Non solo: a livello europeo è la quinta regione subito dopo Ile de France, Berlino, Londra e Madrid, con 3 miliardi di euro investiti nel 2021, 8,8 se si includono anche le infrastrutture.

Al primo posto le infrastrutture

Il comparto delle infrastrutture nel 2021 fa da padrone con una forte crescita degli investimenti rispetto ai 1.322 milioni di euro realizzati nel 2020, classificandosi al primo posto in termini di ammontare, pari al 52% del totale investito nel corso dello scorso anno, con volumi pari a 7,7 miliardi di euro (con una crescita significativa rispetto agli 1,3 miliardi dell’anno precedente). Quasi 7 miliardi sono stati investiti nei comparti dell’ICT e dell’energia e ambiente.

“Le operazioni in infrastrutture in Italia hanno avuto un ruolo significativo sul mercato del private capital nel nostro Paese; i fondi di private equity e venture capital sono stati a fianco delle imprese, anche quelle operanti nei mercati tradizionali, per accompagnarle nella trasformazione digitale ed ecologica” dichiara Anna Gervasoni, direttore generale AIFI. “Abbiamo così dato un impulso significato all’innovazione e alla crescita dell’economia nazionale; serve un continuo impegno da parte dei fondi italiani a fianco dei capitali pubblici, verso nuove forme di public-private partnership”. “Transizione ecologica e digitale spingono l’innovazione e la crescita dell’economia nostrana; serve però un maggior impegno da parte di fondi italiani che operino in questo settore, moltiplicando così le opportunità di investimento e crescita”.

Giovanni Gorno Tempini presidente Cassa Depositi e Prestiti aggiunge: “Gli investimenti privati nella transizione ecologica sono ancora più importanti in questo 2022, caratterizzato da situazioni così tragiche. Bisogna essere preparati da un punto di vista dell’approvvigionamento energetico e attrezzati affinché le energie rinnovabili diventino sempre più rilevanti nella nostra vita economica, aziendale e di privati cittadini. ll PNRR è un’opportunità molto rilevante e bisogna cercare di usarlo al meglio”. Mentre Enrico Resmini, Ceo di Cdp Venture Capital ha sottolineato come “le start up – più di 14mila in questo momento – sono il propulsore della transizione verso il digitale e il nuovo mondo green”.

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