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Il PNRR farà bene all’Italia, ma la burocrazia non aiuta. La Corte dei Conti lancia l’allarme sui ritardi

La Corte dei Conti ha esaminato l’andamento dei progetti del PNRR rilevando criticità nelle Amministrazioni locali. Un consuntivo vero si avrà a fine 2022

Il PNRR farà bene all’Italia, ma la burocrazia non aiuta. La  Corte dei Conti lancia l’allarme sui ritardi

Il PNRR è una buona occasione per lo Stato Italiano, “ma l’attenzione sulla sua esecuzione resta particolarmente elevata e il giudizio complessivo potrà delinearsi solo a fine anno”. La Corte dei Conti ha esaminato lo stato di avanzamento degli interventi del Piano che in questi giorni di campagna elettorale viene giudicato dagli schieramenti politici. Si ricorderà che Draghi lo ha dovuto riscrivere da cima a fondo per farlo passare a Bruxelles. Certamente non è la politica a muovere i rilievi della magistratura contabile. Sono valutazioni aggiuntive a quelle delle Regioni che chiedono certezze sulle cose da fare. La Corte ha fatto un campionamento qualitativo e quantitativo su 31 dei 45 interventi ricompresi nel Piano e sul conseguimento degli obiettivi per il primo semestre 2022. Il primo impatto è stato positivo ma i prossimi mesi saranno particolarmente importanti per capire quali opere saranno davvero messe a terra nei tempi previsti. Si sa d’altra parte che infrastrutture, energia e digitalizzazione sono i capisaldi su cui il governo Draghi ha puntato.

La Corte dei Conti controlla i flussi finanziari

Il controllo della Corte si è svolto seguendo le cadenze temporali previste per la realizzazione degli interventi connessi. C’è stata una precisa attenzione sui temi della tutela ambientale e della salute, delle politiche del lavoro e dello sviluppo sostenibile, della digitalizzazione, dell’internazionalizzazione, dell’istruzione, dell’inclusione e del sostegno sociale. Non tutto va per il meglio, però. ” Sono emerse sostanziali criticità, in un contesto, come quello attuale, che ha visto modificare il quadro economico finanziario rispetto alle previsioni iniziali, determinando l’emersione di elementi di incertezza destinati ad influenzare il rialzo dei costi di realizzazione di alcuni progetti”, scrivono i giudici . La macchina burocratica gira con lentezza perché ci sono difficoltà nella capacità di spesa delle singole Amministrazioni. In realtà si verifica che una maggiore disponibilità ed un maggior impiego di risorse derivanti dal PNRR non corrispondono a reali capacità di sviluppo. Insomma, qualche rischio di restare a metà strada l’Italia lo sta correndo. Le tortuosità amministrative generano diseconomie che proprio in settori come l’energia, l’ambiente, la salute, possono diventare un preoccupante boomerang rispetto a quanto pianificato ed ottenuto dall’Europa.

Attenzione per le imprese impegnate nei progetti

Le strutture amministrative vanno rafforzate a più livelli. Il loro rafforzamento e “l’adeguatezza delle risorse umane in corso di reclutamento costituiscono elementi essenziali ai fini dell’attuazione degli interventi, così come adeguate attività di assistenza tecnica che garantiscano lo svolgimento delle azioni connesse alla realizzazione degli obiettivi”. Se l’assistenza tecnica di cui hanno bisogno gli Enti non è finanziabile con i fondi del Piano – annota la Corte dei Conti – un aiuto dovrà arrivare dal portale inaugurato a giugno ”Capacity Italy”. Nell’analisii della Corte c’è comunque un’attenzione alle imprese impegnate nelle opere. Alla conclusione del PNRR, per avere un ritorno a una gestione ordinaria, lo Stato dovrà garantire la stabilizzazione dei flussi finanziari destinati alle Amministrazioni locali. E’ qualcosa più di una necessità amministrativa; soprattutto per evitare la messa in sofferenza delle imprese che hanno tarato organizzazione e strategie aziendali sull’attuale entità degli stimoli economici e finanziari.

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