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Il ministro delle Finanze tedesco Schauble: “Atene può lasciare l’Euro”

Crolla il tabù dell’uscita dall’Euro da parte di Atene. Il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble ha aperto all’ipotesi che vede la Grecia fuori dalla moneta unica dicendo che nessuno può costringere la Grecia a restare ed accettare il programma di risparmio. Per Ubs Atene sarà fuori dall’Euro in 12 mesi.

Il ministro delle Finanze tedesco Schauble: “Atene può lasciare l’Euro”

L’uscita della Grecia dalla moneta unica non è più un argomento tabù. Anzi. Lo confermano le parole del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. ”Se la Grecia decide di uscire dall’euro, non possiamo costringerla. Saranno loro a decidere serestare o no”. Frasi in netta controtendenza rispetto a quanto dichiarato negli ultimi mesi dallo stesso ministro, che in passato ha sempre usato l’imperativo in tema di Grecia indicando strade, soluzioni e politiche da adottare.

Un via libera inaspettato. Oggi l’uscita della Grecia dall’Euro è ipotesi possibile. Addirittura accettabile a dispetto di quanti, tra analisti finanziari e politici di primo piano dell’Ue, fino a qualche settimana fa, consideravano questa eventualità come l’inizio della fine della moneta unica. Citigroup ha stilato un report nel quale si stima che le possibilità di una fuoriuscita della Grecia dall’euro sono passate dal 50% al 75% negli ultimi mesi. L’analista Valentin Marinov l’ha prevista entro 12 mesi, al massimo diciotto.

Ma tra i tedeschi Shauble non è l’unico che ha rimesso la decisione nelle mani di Atene. Le sue parole arrivano a poca distanza da quelle del mebro tedesco del board della Bce Jörg Asmussen, in patria militante tra le fila del partito socialdemocratico che oggi fa opposizione nel Bundestag a quello di Shauble e Angela Merkel (Cdu): “Non ci sono alternative al programma di risparmio – ha detto Asmussen – se Atene vuole restare membro dell’Eurozona. La decisione è nelle mani di Atene”, che potrebbe anche decidere di declinare l’invito all’austerity e uscire dalla moneta unica.

Tuttavia per la grecia il ritorno alla Dracma potrebbe rivelarsi una soluzione peggiore del rigore dei conti. Stando sempre agli analisti di Ubs la moneta greca potrebbe subire un crollo improvviso del 60% all’indomani del suo ritorno. Il tasso di cambio potrebbe raggiungere livelli tale da indurre i partner commerciali della Grecia a non accettare gli scambi in dracma, vanificando l’unico effetto positivo auspicabile in seguito alla riconquistata possibilità di utilizzare l’arma della svalutazione.

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