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Il Milan saluta l’Europa, l’Inter perde a Madrid ma va avanti

Il Milan si fa rimontare in casa dal Liverpool (1-2) e dice addio alla Champions senza approdare nell’Europa League – L’Inter soccombe a Madrid, ma passa agli ottavi di Champions, dove però dovrà fare a meno dell’espulso Barella

Il Milan saluta l’Europa, l’Inter perde a Madrid ma va avanti

Il Milan saluta l’Europa. La grande impresa di battere il Liverpool e andare agli ottavi, infatti, non è riuscita, nonostante da Oporto sia arrivato il risultato giusto, che gli avrebbe permesso, in caso di vittoria, di qualificarsi. Invece al prossimo turno, oltre ai Reds primi a punteggio pieno, ci va l’Atletico Madrid del Cholo Simeone, capace di espugnare il Dragao con un 3-1 che lo fa balzare dal quarto al secondo posto. I rossoneri però non hanno molto da recriminare, perché la squadra di Klopp, nonostante il maxi-turnover, ha dimostrato di essere di un altro pianeta sotto tutti i punti di vista. Tecnico, alla luce di una pulizia di palla che il Milan, almeno in campo europeo, non ha; fisico, per via di una differenza di ritmo a tratti persino irritante; mentale, considerando che le riserve hanno fatto spallucce di fronte ai 57 mila di San Siro.

Ha vinto la squadra più forte, su questo non c’è dubbio, poi però ci sono gli episodi e quelli, come spesso succede, hanno finito per fare la differenza. Nessun riferimento, almeno questa volta, all’arbitro, bensì agli errori dei rossoneri, che hanno vanificato il gol iniziale di Tomori, arrivato sugli sviluppi di un calcio d’angolo (29’). La serata si stava mettendo bene, con il Milan in vantaggio e il Porto bloccato sullo 0-0 dall’Atletico Madrid, poi però ecco la prima sbavatura di serata firmata dalla coppia francese Maignan-Hernandez: il portiere ha respinto un po’ così un tiro senza particolari pretese di Oxlade-Chamberlain, il terzino si è letteralmente perso Salah, che ha potuto ribadire in rete indisturbato (36’).

L’errore più grave però è arrivato a inizio secondo tempo e a commetterlo è stato colui che, fino a quel momento, era probabilmente il migliore in campo. Tomori ha regalato una palla sanguinosa a Mané, con conseguente tiro del senegalese respinto da Maignan (questa volta bene) e tap-in vincente di testa di Origi (55’). Il discorso qualificazione, di fatto, si è chiuso lì, perché se da Oporto arrivavano notizie incoraggianti (Atletico in vantaggio con Griezmann), il Milan perdeva fiducia e mordente, quasi non ci credesse più. Una piccola spinta emotiva gliela dava Klopp togliendo Salah e Mané, ma i rossoneri, pur guadagnando terreno, non riuscivano a riaprire la partita, anche perché, nell’unica occasione che avrebbe potuto regalarci un finale al cardiopalma, Kessié sbagliava malamente tirando addosso ad Alisson da ottima posizione.

Nel frattempo a Oporto l’Atletico dilagava portandosi addirittura sullo 0-3 (reti di Correa e De Paul), prima che Sergio Oliveira segnasse il gol della bandiera, strappando così una clamorosa qualificazione in extremis e privando i rossoneri di qualsiasi futuro europeo, anche se sono in molti a pensare che l’Europa League sarebbe stata più un problema che altro.

“Ci spiace uscire dall’Europa, anche se conoscevamo le difficoltà a cui saremmo andati incontro – il commento di Pioli – Ci sarebbero serviti più ritmo e qualità; invece, abbiamo mosso la palla troppo lentamente e con poca precisione, questo è stato il problema. Abbiamo regalato due gol con due errori, ma a questi livelli, se non ti esprimi al massimo, poi rischi. Noi volevamo andare avanti in Europa, era il nostro obiettivo, ora però dovremo essere bravi a concentrare le forze su campionato e Coppa Italia”.

Serata sicuramente meno amara per l’Inter, nonostante la sconfitta di Madrid le abbia impedito di arrivare al primo posto. Ciò che contava di più, per ovvi motivi, era già stato ottenuto nel turno precedente, ma i nerazzurri volevano fare bella figura al Bernabeu, anche per vendicarsi della sconfitta immeritata subita a settembre a San Siro. In parte ci sono anche riusciti, visto che la prestazione è stata buona e che, con un pizzico di precisione e concretezza in più, sarebbe potuto arrivare almeno un gol, ma il Real di Ancelotti è tornato a essere una squadra vera, magari con meno stelle di qualche anno fa, però organizzata e ricca di talento sia dal punto di vista tecnico che fisico.

E così, nonostante l’assenza del bomber Benzema, ha finito per risolvere il match con due giocate da urlo, una per tempo: nel primo il gran tiro di Kroos (17’), nel secondo quello di Asensio (79’). A conti fatti, comunque, la nota peggiore per l’Inter è l’espulsione di Barella, cacciato con rosso diretto per un gesto di reazione su Militao al 64’: il tuttocampista nerazzurro salterà sicuramente l’andata degli ottavi di finale, ma la squalifica, considerando la severità dell’Uefa sui falli violenti, potrebbe comprendere anche il ritorno.

“Ha fatto un errore grave, ma è intelligente e ha chiesto scusa a staff e compagni, speriamo non ricapiti più – lo ha strigliato Inzaghi – Torniamo a casa con la personalità con cui abbiamo giocato al Bernabeu. Chiaramente volevamo fare un risultato diverso, però ci servirà tantissimo per le nostre esperienze future: le due gare col Real, nonostante le buone prestazioni, le abbiamo perse entrambe, vuol dire che ci manca ancora qualcosa”.

D’altronde, quando si alza l’asticella, c’è bisogno di saltare più in alto del solito e la Champions, in questo senso, è l’ostacolo più duro che ci sia. Se n’è accorta l’Inter, ma soprattutto il Milan, costretto a sbattere il muso con la realtà dell’élite europea.

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