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Il default dell’hedge Archegos inguaia banche e Borse anche se Milano si salva

Il collasso dell’hedge fund Archegos terremota banche e mercati finanziari malgrado lo sblocco di Suez – Il Ftse Mib si difende grazie alle buone performance di Poste Italiane, Tim e Pirelli

Il default dell’hedge Archegos inguaia banche e Borse anche se Milano si salva

La nave va e libera il canale di Suez, ma le acque finanziarie, in particolare quelle delle banche, sono molto agitate dal caso Archegos, il fondo speculativo americano costretto a un’enorme liquidazione di asset. La sintesi di fine giornata per i listini europei è mista, mentre Wall Street dopo un avvio debole, sta accelerando al ribasso.

Piazza Affari guadagna lo 0,12% e chiude a 24.421 punti, sostenuta da Poste +2,18%, Telecom +1,64%, Italgas +1,45%, Eni +1,13%, ma zavorrata da Cnh -1,83%, Diasorin -1,34, Interpump -1,22%  e titoli bancari. Unicredit cede l‘1,34%; Bper -1,04%; Intesa -0,5%. In controtendenza Banco Bpm +0,37% e Creval +0,83% (12,12 euro), quest’ultima sempre più lontana dal prezzo di offerta di Credit Agricole Italia di 10,5 euro e dopo che il cda della banca ha ritenuto il prezzo dell’Opa “non congruo”. Stabile l’obbligazionario: lo spread staziona a 96 punti base e il tasso del Btp si ferma a +0,64%.

Nel resto d’Europa Francoforte è positiva, +0,6%, addirittura ai massimi storici nonostante il tonfo di Deutsche Bank -3,75%. Progressi anche a Parigi +0,45% e Amsterdam +0,19%, mentre Madrid perde lo 0,11% e Londra lo 0,07%. Quest’ultima nonostante veda avvicinarsi la fine dell’incubo pandemia, almeno nella sua forma più grave. Ieri la capitale non ha infatti registrato morti da Covid come non accadeva da sei mesi. Zurigo perde lo 0,22% e tutto sommato regge abbastanza bene il tracollo di Crédit Suisse -13,83%. La banca svizzera insieme alla giapponese Nomura (-14% a New York), è travolta dal ciclone messo in moto dal family office Archegos Capital, di Bill Hwang, che sarebbe stato indotto a chiudere le posizioni da parte delle banche (le cosidette margin call).

Oltreoceano Wall Street “trema”, ricostruendo il “film” del più clamoroso tonfo della storia finanziaria Usa: una margin call da 20 miliardi di dollari andati in fumo nella serata di venerdì a danno di colossi come, appunto, Crédit Suisse e Nomura (quest’ultima stima 2 miliardi di perdite).

Fra i grandi eventi della giornata si registra la ripresa del traffico nel Canale di Suez, grazie al fatto che la nave cargo Ever Given è stata liberata. Una delle arterie commerciali più grandi del mondo ricomincia dunque pulsare, ridando ossigeno al traffico di materie prime. Il petrolio, che si era molto apprezzato la scorsa ottava a seguito dell’incidente, risulta un po’ altalenante, ma al momento viaggia in leggero rialzo. Il Brent sale dello 0,1% e scambia intorno a 64,50 dollari al barile.  

Sul mercato valutario il dollaro si conferma ben intonato, mentre l’euro è debole contro il biglietto verde con un cambio sotto 1,18. Una fragilità che si può attribuire al diverso ritmo nella campagna vaccinale e nelle prospettive di ripresa economica. Sul primo fronte la Ue sembra decisa a recuperare e per quanto riguarda l’Italia pare che il 16 aprile arriverà nel nostro paese anche il siero prodotto da Johnson & Johnson. 

Intanto, secondo una nota a congiunta di Istat, Ifo e Kof ‘Eurozone economic outlook’ nel quarto trimestre del 2020, l’attività economica nell’area dell’euro è diminuita meno del previsto ma il recupero dei ritmi produttivi è stimato a partire dal secondo trimestre 2021.

Tornando in Piazza Affari, la seduta vede scambi ridotti nella corta settimana pasquale, ma Telecom si conferma fra le blue chip migliori del periodo. Il trend rialzista dura da cinque settimane è si è rafforzato dopo che Dazn (con cui Tim ha un accordo di partnership tecnico-distributiva), ha ottenuto i diritti per la trasmissione delle partite del campionato di Serie A per le prossime tre stagioni. Secondo Mediobanca Securities, “grazie all’accordo Tim avrà la possibilità di incrementare la penetrazione della propria banda ultra larga attraverso uno dei contenuti premium più apprezzati, come la serie A”.

Bene le utility con Italgas +1,45%; Enel +0,95%; Terna +0,93%.

Atlantia sale dello 0,31%, nel giorno dell’assemblea che non ha approvato la proroga dal 31 marzo al 31 luglio prossimo del progetto di scissione di Autostrade, che era stato approvato dalla stessa assise lo scorso 15 gennaio praticamente all’unanimità. Determinante il voto contrario di Edizione (Benetton) e Crt, gli unici due azionisti – titolari complessivamente di una quota di circa il 35% della holding – ad avere votato contro la proroga, come annunciato nei giorni scorsi. Tutti gli altri azionisti (in tutto 1.167, tra cui i grandi istituzionali come Gic, Lazard e Tci) hanno votato a favore, a parte 12 astenuti (pari allo 0,14%). Pertanto, in assenza di offerte per l’acquisto della complessiva partecipazione che Atlantia verrebbe a detenere in Autostrade Concessioni e Costruzioni, la scissione sarà interrotta e l’operazione di cui la stessa è parte non si perfezionerà La proposta di Cdp-fondi, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, resta dunque l’unica in campo al momento per il riassetto di Aspi.

Fuori dal paniere principale Carraro sale dell1’69% e praticamente si allinea al prezzo dell’Opa di 2,4 euro annunciata nel fine settimana da parte della famiglia Carraro con l’obiettivo di delistare il titolo da Piazza Affari.

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