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Il 90% delle terre rare in commercio vengono dalla Cina. Che le usa come un’arma politica

Pechino se ne infischia del Wto e fa sì che le proprie imprese accedano ai preziosi metalli a un costo inferiore del 25% rispetto ai propri competitor stranieri

Il 90% delle terre rare in commercio vengono dalla Cina. Che le usa come un’arma politica

Le terre rare sono un elemento essenziale per vari processi produttivi dell’alta tecnologia, e la produzione è praticamente monopolizzata dalla Cina, che copre il 90% circa delle vendite mondiali. Malgrado il nome, le terre rare non sono né terre né rare (come diceva Voltaire del Sacro Romano Impero, che non era né Sacro, né Romano né Impero). Sono un gruppo di 17 metalli, che si trovano in varie parti del mondo. Ma le concentrazioni sono diverse e le tecniche di estrazione costose, cosicché la Cina si è trovata nella pericolosa (per i clienti) posizione di quasi-monopolista. E non ha esitato a minacciare di sospendere l’export per fini politici, come fece qualche mese fa nei confronti del Giappone. Recentemente la Cina ha instaurato quote all’esportazione, con la scusa di ragioni ecologiche. Ieri le quote, dopo che il WTO aveva dichiarato illegali queste restrizioni, sono state fissate per la seconda parte dell’anno a livelli un poco superiori a quelli attesi dal mercato. Intanto, data l’esistenza di un dazio all’export del 25%, i clienti nazionali godono di un costo minore rispetto a quelli internazionali.

http://www.chinapost.com.tw/business/asia-china/2011/07/15/309908/China-issues.htm

http://www.marketwatch.com/story/dacha-comments-on-china-rare-earth-quotas-for-second-half-of-2011-2011-07-14?reflink=MW_news_stmp

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