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Idrogeno: “Le 3 sponde del Mediterraneo devono cooperare”

Secondo un rapporto di Intesa Sanpaolo, Commissione Ue e Politecnico di Torino, con un approccio cooperativo i Paesi europei potrebbero risparmiare 160 GW di capacità installata da qui al 2040

Idrogeno: “Le 3 sponde del Mediterraneo devono cooperare”

Nell’ambito della transizione energetica, l’opportunità rappresenta dall’idrogeno “richiede l’adozione di un approccio cooperativo fra i Paesi”. Ma non solo fra i membri dell’Unione europea: la collaborazione deve coinvolgere le tre sponde del mediterraneo; Nord, Est e Sud. Questo il massaggio contenuto nel Med & Italian Energy Report 2021, presentato oggi a Bruxelles e realizzato da Srm, centro studi di Intesa San Paolo, in collaborazione con la Commissione europea e il Politecnico di Torino.

Secondo il rapporto – ipotizzando uno scenario di penetrazione massima nel 2040, in cui dall’idrogeno si produca il 25% dell’energia – la cooperazione fra le aree del Mediterraneo permetterebbe di sfruttare al meglio le risorse. Rispetto all’approccio opposto – quello che punta all’autosufficienza europea – si potrebbe così soddisfare la stessa domanda di idrogeno risparmiando 36 GW di capacità installata.

Questa differenza, sottolinea ancora lo studio, sarebbe particolarmente vantaggiosa in termini di sostenibilità per la sponda europea, dove scarseggiano i terreni in cui installare nuovi impianti. Nel dettaglio, la strategia dell’autosufficienza richiederebbe ai Paesi del Nord Mediterraneo una capacità installata di 1.464 GW, mentre quella della cooperazione permetterebbe di fermarsi a quota 1.304, con un risparmio netto di 160 GW. Il discorso è invece opposto per la sponda orientale e per quella meridionale, dove la capacità installata richiesta salirebbe rispettivamente da 863 a 900 GW e da 790 a 877 GW.

Tuttavia, dal rapporto emerge che l’approccio cooperativo sarebbe vantaggioso anche per i Paesi mediorientali e nordafricani: “L’industria europea connessa allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alla produzione di idrogeno – si legge – potrebbe supportare la creazione di siti produttivi sulla sponda orientale e su quella meridionale del Mediterraneo, favorendo un processo di trasferimento delle competenze in grado di migliorare le condizioni socioeconomiche di quelle aree”.

Peraltro, se si scegliesse la strada della collaborazione, si potrebbero usare diverse infrastrutture già in funzione: “Le interconnessioni esistenti per il trasporto del gas naturale – conclude il rapporto – possono svolgere un ruolo chiave nel sostenere la penetrazione dell’idrogeno e la creazione di un mercato mediterraneo dell’idrogeno verde, soprattutto perseguendo la strada del trasporto di idrogeno in forma di miscela col gas naturale”.

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