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I nuovi dazi spaventano i mercati e in Italia sale lo spread

Le Borse temono la rottura nei negoziati commerciali tra Usa e Cina – Le trimestrali salvano Piazza Affari ma lo spread Btp-Bund peggiora

I nuovi dazi spaventano i mercati e in Italia sale lo spread

Non si allenta la tensione sul fronte dei dazi e le Borse si preparano alla prospettiva di una clamorosa rottura definitiva tra le due superpotenze in attesa dell’incontro a Washington tra i collaboratori di Donald Trump e il vicepremier cinese Liu He. Nell’attesa del confronto i listini asiatici si avviano a chiudere in rosso: Shanghai perde un altro 2 %, portando a -8% il calo di questa settimana nera. Non va meglio a Hong Kong (-2%) e al Kospi coreano (-1,5%). Tokyo arretra dell’1,1%, mentre prende forza la corsa allo yen, valuta rifugio per eccellenza a danno dello yuan, ai minimi da cinque mesi a quota 6,80 su cui pesano anche i dati allarmanti sull’andamento dei prestiti all’economia ed ai privati: solo 1.350 miliardi di yuan ad aprile, contro una previsione di 300 miliardi in più, a conferma che la congiuntura si sta aggravando.

WSJ: LE PRESSIONI SULLA FED HANNO FAVORITO I FALCHI A PECHINO

Le ultime dichiarazioni di Donald Trump non autorizzano l’ottimismo, anche se la portavoce del presidente, Sarah Sanders, ha rincuorato ieri Wall Street dichiarando che, secondo la Casa Bianca, la delegazione cinese è intenzionata a chiudere un accordo. Ma poche ore dopo Trump in un comizio è tornato ad accusare Pechino di voler rompere e che “la pagherà cara” salvo aggiungere che alla fine tutto si sistemerà. Pechino, assai più parca di parole, si limita a dire che, se domani entreranno in vigore i nuovi dazi al 25% sull’export verso gli Usa (già pubblicati sulla gazzetta ufficiale del commercio), saranno rese adeguate contromisure.

Secondo la ricostruzione del Wall Street Journal, la posizione di Xi è cambiata dopo le pressioni della Casa Bianca nei confronti della Fed: la richiesta di abbassare il costo del denaro è stata interpretata come un segnale di debolezza dell’economia statunitense. Da lì in avanti, il negoziato si sarebbe arenato su un punto ritenuto fondamentale dagli statunitensi: quel che viene stabilito nell’accordo, deve essere traslato nella legislazione in materia e devono essere previste ritorsioni, nel caso non siano rispettate.

TONFO DI LYFT ALLA VIGILIA DELL’IPO DI UBER

Di qui l’atmosfera di profonda incertezza all’apertura dei listini europei, mentre i futures anticipano ribassi superiori a mezzo punto anche per l’indice S&P 500. Quella di ieri è stata una seduta interlocutoria per le Borse Usa: Dow Jones +0,01%, S&P 500 -0,16%, Nasdaq -0,26%.

Da segnalare la nuova frana di Lyft sotto del 27% dal debutto di marzo in attesa del lancio dell’Ipo di Uber.

Il petrolio Brent viaggia poco sotto i 70 dollari il barile, in calo dello 0,8%. La scorsa settimana le riserve strategiche degli Stati Uniti sono scese di 3,9 milioni di barili, attese +1,9 milioni di barili. Continua intanto la discesa delle esportazioni statunitensi di petrolio.

A Piazza Affari Eni +0,2%. Saipem +1,4%. Credit Suisse avvia la copertura del settore Oil Services con una raccomandazione d’acquisto. 

DRAGHI: LA BCE RAGGIUNGERÀ I SUOI OBIETTIVI

Recupero nel finale ieri per le Borse europee dopo una seduta debole, condizionata dall’andamento del negoziato sui dazi. Al di à della partita che il Vecchio Continente è condannato a subire, senza aver voce in capitolo, ci sono i problemi (Italia e Brexit in testa). Ma non mancano note positive. Mario Draghi, in un convegno ieri a Francoforte, ha affermato che in Europa ci sono segnali di ripartenza dell’inflazione, per esempio sull’andamento dei salari, una dinamica che permetterà alla banca centrale di avvicinarsi o raggiungere l’obiettivo del suo mandato. Indiscrezioni da Bruxelles fanno intanto sapere che la scelta del successore del banchiere romano è destinata a slittare ad inizio autunno. Un segnale eloquente delle divisioni in seno all’Eurozona che, per paradosso, rafforzano Draghi che ieri non si è mostrato affatto rinunciatario, ha difeso la politica monetaria ed ha annunciato un forte impegno nel perseguimento degli obiettivi del mandato.

PIATTA PIAZZA AFFARI, SALE FRANCOFORTE

Piazza Affari ha chiuso in lieve ribasso: -0,07% a quota 21.203. Dalla fine di aprile l’indice di riferimento di Piazza Affari perde il 3%.

Nel resto d’Europa Parigi guadagna lo 0,2% Francoforte +0,6% beneficia dell’inaspettato rimbalzo della produzione industriale tedesca di marzo. Ftse 100 di Londra invariato.

I rendimenti dei titoli di Stato di Irlanda, Portogallo e Spagna hanno registrato nuovi minimi in scia al Bund a -0,05%, sui minimi delle ultime quattro settimane.

BTP IN ALTALENA. IL BUND A NUOVI MINIMI

Altra musica a Milano ove si sono registrati robuste oscillazioni legate al quadro politico. Nel corso della seduta lo spread del Btp decennale è salito fino a 275 punti per poi riportarsi a 266, in linea con i prezzi della vigilia.

FERRARI, RECORDATI E UBI: TRIMESTRALI SPRINT

A portare un po’ di buonumore di Piazza Affari ci ha pensato Ferrari +2,64% dopo aver raccolto una serie di incrementi di target price da parte degli esperti dopo la pubblicazione dei risultati del primo trimestre 2019. Kepler Cheuvreux ha infatti alzato il prezzo obiettivo sul titolo da 110 a 125 euro, Mediobanca Securities da 113 a 120 euro e Banca Akros a 135 euro da 120 euro. Sale anche il target price del Credit Suisse a 158 euro da 148.

In grande evidenza anche Recordati +2,5% dopo aver pubblicato una trimestrale sopra le attese. Il gruppo prevede per il 2019 ricavi compresi tra 1,43 e 1,45 miliardi, un ebitda tra 520 e 530 milioni, un utile operativo tra 460 e 470 milioni e un utile netto tra 330 e 335 milioni.

Nuovi rialzi anche per Campari (+1,1%): Berenberg e RBC hanno alzato il target price.

Ma la migliore blue chip arriva dal comparto bancario: Ubi, dopo la trimestrale che evidenzia un utile al netto delle componenti non ricorrenti di 124,9 milioni rispetto ai 41,8 milioni del quarto trimestre 2018 mette a segno un guadagno che sfiora il 5%.

SOFFRE POSTE ITALIANE, PIAGGIO ANCORA BOOM

Unicredit (+0,1%) ha messo sul mercato, attraverso un’operazione lampo, (accelerated bookbuilding) il 17% di Fineco Bank (-1%) con un incasso pari a 1,01 miliardi di euro: le azioni sono state vendute a 9,80 euro. Impatto positivo a livello di Common Equity Tier 1 pari a 21 punti base.

Mediobanca +0,5%. Unicredit, nel quadro delle misure di rafforzamento annunciate, potrebbe procedere allo smobilizzo, totale o parziale, della sua quota, pari al 8,4%. Intesa Sanpaolo -1,6%, Banco Bpm +0,7%.

Nel gestito Poste italiane (-3%) chiude il primo trimestre con un utile netto pari a 439 milioni di euro, in calo di 9,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Da segnalare tra le medium cap Piaggio (+8%) e Safilo (+2%).

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