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I misteri dei campi flegrei su “Scientific Reports”

Un gruppo di ricercatori dell’Istituto di vulcanologia ha ricostruito il sottosuolo di una delle più suggestive aree ambientali del Mediterraneo. Si cerca una sintesi tra scienza, ricerca e tecnologia. Incentivare la ricerca scientifica.

I misteri dei campi flegrei su “Scientific Reports”

Cinquecento metri di sottosuolo in versione 3 D e la possibilità di prevedere nuove eruzioni. Una novità  assoluta, tutta italiana , frutto del lavoro di un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sui campi flegrei. “Scientific Reports” ,rivista di “Nature” pubblica lo studio sull’area archeologica ed ambientale più osservata del Mediterraneo.Immagini tridimensionali con la particolare ricostruzione del vulcano Solfatara che stanno suscitandol’interesse di vulcanologi e di scienziati della terra. Non tarderà la curiosità culturale delle migliaia di turisti che visitano luoghi cari a imperatori e nobili romani. Un contesto ambientale suggestivo , a volte martoriato, che ha ispirato scrittori, poeti, artisti .

L’area flegrea a Nord di Napoli è quanto di più attraente sipossa trovare in Campania. Zona protetta con un habitat  prezioso dal 2003 riunita nel Parco regionale dei Campi flegrei. Qui c’è anche l’oasi del WWF degli Astroni, altra suggestiva caldera vulcanica, sede di sperimentazioni ambientali e conservazione faunistica.L’antro della Sibilla Cumana descritta nell’Eneide è a pochi passi. L’orgoglio dei ricercatori dell’ INGVper il loro studio in questi giorni viene condiviso con i colleghi del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e delle Risorse dell’Università “Federico II” di Napoli.

Ma di cosa stiamo parlando ? Di una ricerca svolta con l’uso della tomografia di resistività elettrica wireless  che ha ricostruito la parte centrale dell’area vulcanica fino ad una profondità di 500 metri. Un metodologia con strumenti piazzati in superficie, i quali in modalità wireless hanno fatto emergere le strutture sepolte dalle eruzioni , le vie di risalita di liquidi e gas e tanto altro ancora. L’interesse scientifico della pubblicazione si collega anche agli interessi economici per lo sfruttamento di energia geotermica della zona. Per l’anno prossimo un pozzodovrebbe entrare in funzione ,nonostante qualche protesta e autorizzazioni dibattute. Scienza ,ricerca e tecnologia possono crescere a beneficio di un territorio che ha potenzialità inesplorate..

Antonio Troiano, ricercatore INGV e co-autore dello studiosull’area , spiega che la ricerca è stata condotta con criteri di acquisizione innovativi e procedure originali nell’analisi dei dati. Il modello 3D utilizzato ha evidenziato anche un’ottima correlazione con gli ipocentri dei terremoti registrati in superficie tra il 2011 e il 2019. È noto che da molti anni l’area flegreaconvive con il bradisismo che rende la vita difficile a migliaia di persone.Ora ci sono dettagli importanti – aggiunge Roberto Isaia , altro autore dello studio – per le conoscenze strutturali di tutta la caldera flegrea. Grazie ai dati acquisiti si possono valutare meglio possibili e nuove malaugurate eruzioni, quel rischio costante per decine di Comuni del napoletano. Si potranno , inoltre, perfezionare nuovi modelli fisico-matematici per capire più a fondo pure i fenomeni delle fumarole  che caratterizzano da sempre la Solfatara e le aree limitrofe.  

La pubblicazione su una rivista di prestigio conferisce autorevolezza all’Istituto di vulcanologia italiana che ha appena compiuto i suoi primi 20 anni. Il panorama della ricerca italiana ,comunque, non è esaltante per la cronica mancanza di finanziamenti pubblici e l’incapacità di utilizzare anche quelli europei. Il Presidente dell’ INGV Carlo Doglioni  nel ricostruire la storia dell’Ente ( nato tra l’altro dall’accorpamento  anche dello storico Osservatorio Vesuviano) aveva indicato la ricostruzione in 3D di tutto il sottosuolo italiano fino a 200 chilometri di profondità, un impegno  prioritario per lo studio e la tutela ambientale del territorio italiano. Dai campi flegrei sono arrivatiprimi importanti risultati, apprezzati a livello internazionale. Se si vuole un segnale alle istituzioni di casa nostra ad investire sulla ricerca scientifica 

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