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I 15 anni dell’Environment Park di Torino: startup, sostenibilità e progetti per la città

Compie 15 anni il polo innovativo costruito nell’ex area industriale delle ferriere Fiat, in un processo volto a riqualificare la città di Torino – L’Envipark ha incubato 67 startup, realizzando progetti per oltre 40 milioni di euro – Il caso virtuoso di Irion – Gli impiegati hanno un’età media di 40 anni e lavorano da 10 in azienda.

I 15 anni dell’Environment Park di Torino: startup, sostenibilità e progetti per la città

A vederlo così, appena varcati i cancelli, sembra un normalissimo pannello fotovoltaico. Di quelli come ormai se ne vedono tanti. Ma quello che campeggia all’ingresso dell’Environment Park di Torino, polo innovativo costruito sui resti (ancora visibili) dell’ex area industriale delle ferriere Fiat, non è un pannello fotovoltaico qualsiasi. “E’ uno dei primi costruiti, all’inizio degli anni 2000, quando ancora non c’erano gli incentivi”, racconta il Presidente Mauro Chianale.

Del resto di soldi pubblici il parco scientifico che quest’anno festeggia 15 anni, durante i quali ha ospitato l’attività di 209 aziende e “partorito” 67 startup, quasi non ne prende: l’azienda è una spa ad azionariato pubblico, che opera in regime di libera concorrenza. “Ci finanziamo con la nostra attività, i fondi istituzionali vanno direttamente all’attività delle startup”, spiega ancora Chianale. Attualmente all’interno del parco sono incubate 70 aziende, che svolgono attività prevalentemente incentrate sulla sostenibilità ambientale, nell’ambito della trasformazione di una città, Torino, che sta riqualificando intere aree retaggio della marcata vocazione industriale di qualche decennio fa. Ma non solo. “Partendo dalla sua vocazione di sviluppo delle tecnologie per l’ambiente – spiega l’amministratore delegato di Envipark, Davide Canavesio – con il passare degli anni il parco ha ampliato i suoi orizzonti e oggi si pone come catalizzatore di esperienze internazionali, di interscambio di saperi e opportunità, e creatore di reti utili ad incentivare la crescita dell’innovazione”.

In quindici anni, i 30.000 metri quadrati che sorgono nel quartiere Spina 3, sono andati ben oltre quel pannello fotovoltaico, che ora sembra quasi parte dell’archeologia industriale sulla quale è stato costruito da zero un progetto che ora svaria – occupando direttamente 30 persone con un’età media di 40 anni (e un’anzianità aziendale di 10 anni) – nei settori Green Building (edilizia sostenibile), Plasma Nano-Tech (nanotecnologie al plasma), Green Chemistry (valorizzazione biomasse), Advanced Energy (sistemi innovativi di produzione e stoccaggio di energia) e Clean Tech (tecnologie ambientali). Dal 2000 il parco ha impiegato direttamente circa 110 risorse e 198 stagisti.

Le aziende che si sono insediate nel triennio 2000-2002 sono rimaste in media 8 anni e il 23% di quelle insediatesi nel 2000 sono ancora oggi al Parco. Fra le prime aziende a stabilirsi nel parco e ancora oggi con sede al suo interno, si possono citare come esperienze di successo Colt Telecom, Hicare Research, LCE – Life Cycle Engineering e Irion. In particolare l’ultima, che si occupa di un tema particolarmente caldo come la gestione dei Big Data, è cresciuta esponenzialmente, aprendo nel frattempo sedi a Milano, New York e in Canada. Ma soprattutto EnviPark ha complessivamente ricevuto 803 incarichi, di cui 240 progetti europei e il 30% da parte di enti pubblici. L’ammontare dei progetti realizzati in questi anni ha un valore di oltre 40 milioni di euro e ogni commessa in media ha un ricavo di 34.000 euro.

Ma l’obiettivo è di andare oltre, come spiega l’ad Canavesio: “Nel futuro più immediato il parco punta a configurarsi come il Polo del Cleantech, ovvero delle tecnologie ambientali, ampliando le competenze del suo Polo di Innovazione, cui attualmente aderiscono già 150 aziende piemontesi. Il comprensorio vero e proprio del parco di Torino, dentro il quale vivono una sessantina di aziende, si sta delineando sempre più anche come luogo per la città, aprendosi sempre più all’esterno anche con eventi culturali, come il Jazz al Parco, con opportunità per gli studenti, ospitando intere classi delle facoltà più innovative, e con occasioni per le start up, come i mentor game accessibili a tutti”.

A vederlo così, appena varcati i cancelli, sembra un normalissimo pannello fotovoltaico. Di quelli come ormai se ne vedono tanti. Ma quello che campeggia all’ingresso dell’Environment Park di Torino, polo innovativo costruito sui ruderi  resti(ancora visibili) dell’ex area industriale delle ferriere Fiat, non è un pannello fotovoltaico qualsiasi. “E’ uno dei primi costruiti, all’inizio degli anni 2000, quando ancora non c’erano gli incentivi”, racconta il direttore xxx Presidente Mauro Chianale.

 

 

 

Del resto di soldi pubblici il parco scientifico che quest’anno festeggia 15 anni, durante i quali ha ospitato l’attività di 209 aziende e “partorito” 67 startup, quasi non ne prende: l’azienda è una spa ad azionariato pubblico, che opera in regime di libera concorrenza. Attualmente all’interno del parco sono incubate 70 aziende dedicate all’innovazione tecnologica. “Ci finanziamo con la nostra attività, i fondi istituzionali vanno direttamente all’attività delle startup”, spiega ancora Chianale. Attività prevalentemente incentrate sulla sostenibilità ambientale, nell’ambito della trasformazione di una città, Torino, che sta riqualificando intere aree retaggio della marcata vocazione industriale di qualche decennio fa. Ma non solo. “Partendo dalla sua vocazione di sviluppo delle tecnologie per l¹ambiente – spiega l’amministratore delegato di Envipark, Davide Canavesio – con il passare degli anni il parco ha ampliato i suoi orizzonti e oggi si pone come catalizzatore di esperienze internazionali, di interscambio di saperi e opportunità, e creatore di reti utili ad incentivare la crescita dell¹innovazione”.

 

 

 

In quindici anni, i 30.000 metri quadrati che sorgono nel quartiere Spina 3, sono andati ben oltre quel pannello fotovoltaico, che ora sembra quasi parte dell’archeologia industriale sulla quale è stato costruito da zero un progetto che ora svaria – occupando direttamente 30 persone con un’età media di 40 anni (e un’anzianità aziendale di 10 anni) – nei settori Green Building (edilizia sostenibile), Plasma Nano-Tech (nanotecnologie al plasma), Green Chemistry (valorizzazione biomasse), Advanced Energy (sistemi innovativi di produzione e stoccaggio di energia) e Clean Tech (tecnologie ambientali). Dal 2000 il parco ha impiegato direttamente circa 110 risorse e 198 statisti.

 

 

 

Le aziende che si sono insediate nel triennio 2000-2002 sono rimaste in media 8 anni e il 23% di quelle insediatesi nel 2000 sono ancora oggi al Parco. Fra le prime aziende a stabilirsi nel parco e ancora oggi con sede al suo interno, si possono citare come esperienze di successo Colt Telecom, Hicare Research, LCE – Life Cycle Engineering e Irion. In particolare l’ultima, che si occupa di un tema caldo come la gestione dei Big Data, è cresciuta esponenzialmente, aprendo nel frattempo sedi a Milano, New York e in Canada.  Ma soprattutto EnviPark ha complessivamente ricevuto 803 incarichi, di cui 240 progetti europei e il 30% da parte di enti pubblici. L’ammontare dei progetti realizzati in questi anni ha un valore di oltre 40 milioni di euro e ogni commessa in media ha un ricavo di 34.000 euro.

 

 

 

Ma l’obiettivo è di andare oltre, come spiega l’ad Canavesio: “Nel futuro più immediato il parco punta a configurarsi come il Polo del Cleantech, ovvero delle tecnologie ambientali, ampliando le competenze del suo Polo di Innovazione, cui attualmente aderiscono già 150 aziende piemontesi. Il comprensorio vero e proprio del parco di Torino, dentro il quale vivono una sessantina di aziende, si sta delineando sempre più anche come luogo per la città, aprendosi sempre più all¹esterno anche con eventi culturali, come il Jazz al Parco, con opportunità per gli studenti, ospitando intere classi delle facoltà più innovative, e con occasioni per le start up, come i mentor game accessibili a tutti”.

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