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Ho-re-ca, tornano i clienti e la filiera delle attrezzature professionali per la ristorazione parte con +10%

Nonostante le incertezze dell’economia il settore mostra un trend positivo con la ripresa dell’attività di alberghi, ristoranti e caffè. Ma gli operatori chiedono sgravi fiscali per favorire gli investimenti dei ristoratori in attrezzature e digitalizzazione

Ho-re-ca, tornano i clienti e la filiera delle attrezzature professionali per la ristorazione parte con +10%

I clienti sono tornati a riempire hotel, ristornati e café (Ho-re-ca), dopo il lungo lockdown, e così anche i conti dell’intera filiera stanno tornando ai livelli pre-Covid con consuntivi addirittura superiori a quelli del 2019. È accaduto anche per un comparto che aveva subìto un crollo dei fatturati del 20%, quello che riunisce in EFCEM-APPLIA le aziende delle attrezzature professionali per la ristorazione e la ospitalità, che con le sue 45 aziende, il 75% dell’export e un fatturato oltre i 5 miliardi di euro, rappresenta un primato italiano mondiale. “L’italianità è anzi la caratteristica principale poiché – come ha dichiarato ieri nel corso di una conferenza stampa il presidente Andrea Rossi – le totalità dei siti produttivi è collocato in Italia”.

Ho-re-ca e attrezzature professionali per la ristorazione: trend positivo

Il recupero del fatturato nel 2021 è stato tale da aver superato il fatturato del 2019 con un balzo dell’export del 23,5% sul 2020 e del 14% sul 2019. E già all’inizio del 2022 le aziende hanno registrato un aumento del 10% nonostante le grandi difficoltà legate ai costi energetici e delle materie prime in costante crescita, alle difficoltà di approvvigionamento della componentistica soprattutto elettronica (sempre più cara) e anche alla forte carenza di personale. Quanto alle vendite estere, nonostante una logistica in forte impasse, la crescita registrata è stata del 8%. I settori più dinamici si sono rivelati quelli della cottura e del riscaldamento con un +21,3%.

Quanto all’intero trimestre dell’anno in corso, le valutazioni delle aziende hanno confermato i trend positivi con un miglioramento marcato per quanto riguarda i mercati extra europei con un +10% sullo stesso periodo del 2019. Questo accelera ulteriormente la tendenza ad una accentuata internazionalizzazione del Made in Italy delle attrezzature per la ristorazione e la ospitalità che trae indubbio vantaggio dal successo mondiale dei prodotti alimentari italiani che si riflette sull’intera filiera del food e del foodtech.

Servono aiuti per rinnovare le attrezzature dei locali

Restano alcuni problemi, peraltro sollevati giù nel 2021 dalla associazione confindustriale: la necessità di sostenere con agevolazioni fiscali i ristoratori nella necessaria sostituzione di attrezzature obsolete ad elevato consumo energetico e la informatizzazione degli impianti. I consumi delle attrezzature professionali costituiscono circa il 30% degli interi consumi del terziario italiano, e con i picchi di crescita dei costi si tratta di un parametro insostenibile nell’ambito dei costi di gestione di qualsiasi esercizio. Tanto più che le previsioni degli esperti prefigurano per il commercio mondiale una chiusura d’anno in frenata. Nessuna proiezione però viene avanzata dagli esperti del settore, troppe le incertezze e le zone di tensione sociale ed economica in tutti i continenti.

Il settore deve adeguarsi alle nuove tendenze post Covid

Nel frattempo, l’attività di sostegno alla filiera del food di elevata qualità ha ottenuto l’istituzione di fondi per il sostegno all’enogastronomia e alla pasticceria italiane destinati all’acquisto anche di macchinari industriali. E dopo i due anni di lockdown, le aziende della foodtech devono tener conto di come stanno cambiando i luoghi e i modi dei consumi alimentari in tutto il mondo poiché, secondo le principali società di ricerca, i trend stanno mostrando percorsi comuni, globalizzati su linee di scelta e propensione dei consumatori abbastanza chiare. Per esempio, accanto ai ristoranti tradizionali e quelli delle grandi catene, sono in crescita quelli in movimento (il delivery), della street food, i food-truck ambulanti, la ristorazione su aerei, tremi e navi, le caffetterie-bar, le griglierie o steak house, i locali specializzati in tipologie locali o nazionali (piadinerie, sandwicherie, pub e così via).

Quello che preoccupa gli operatori tradizionali, stanno conquistando spazi e clienti le cucine virtuali o Dark Kitchen (online), come i delivery, con consegne gratis anche di altri prodotti e servizi. Ecco perché oltre a sostituire le vecchie attrezzature, le aziende dell’ospitalità e della ristorazione, devono aprirsi sempre di più alla digitalizzazione della comunicazione del marketing. Le tecnologie flessibili per fornire servizi in linea con le nuove tendenze dei consumatori sono disponibili per supportare i cambiamenti che i due anni del coronavirus e le crisi internazionali stanno richiedendo alla ristorazione tradizionale.

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