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Hera: nei primi nove mesi del 2011 l’utile cresce del 6,2%. Approvato nuovo piano industriale

I ricavi sono saliti a 2,901 miliardi (+12,6%), mentre il margine operativo lordo ha raggiunto quota 466,7 milioni (+8,2%). In aumento anche il risultato operativo che arriva a 240,5 milioni e mostra un rialzo del 10,2%. L’utility ha sottolineato che allo sviluppo del piano industriale contribuiranno tutti i servizi gestiti, energetici, idrici e ambientali.

Hera: nei primi nove mesi del 2011 l’utile cresce del 6,2%. Approvato nuovo piano industriale

I primi nove mesi del 2009 si sono chiusi con risultati in crescita per Hera. L’utile netto della utility si attesta a 84 milioni di euro, evidenziando un incremento del 6,2% rispetto all’analogo periodo del 2010. I ricavi sono saliti a 2,901 miliardi (+12,6%), mentre il margine operativo lordo ha raggiunto quota 466,7 milioni (+8,2%). In aumento anche il risultato operativo che arriva a 240,5 milioni e mostra un rialzo del 10,2%.

Il cda di Hera ha inoltre approvato l’aggiornamento del piano industriale con una stima di un mol al 2015 di 800 milioni, (+32% rispetto al 2010), un roi (return on investments) al 10,5% (era l’8,5% nel 2010) e un rapporto fra posizione finanziaria netta e margine operativo pari a circa 2,7 volte (3,1 nel 2010).

Allo sviluppo del piano – spiega una nota della società – contribuiranno tutti i servizi gestiti, energetici, idrici e ambientali. La forte concentrazione sullo sviluppo organico determinerà circa la metà della crescita attesa (104 su 193 milioni). In quest’ambito assumeranno particolare rilievo la spinta commerciale nell’area energia e le opportunità riservate dalle future gare per le concessioni.

Il presidente della società, Tommasi di Vignano, ha sottolineato che “all’interno di questo aggiornamento del piano industriale, che si colloca temporalmente in un perdurante quadro di difficoltà economica del Paese, lo stesso presenta elementi di continuità rispetto a quanto sin qui realizzato in termini di crescita e riconosce spazi significativi sia alle ulteriori opportunità di sviluppo nelle aree liberalizzate, che – conclude – ad eventuali possibilità di sviluppo per linee esterne”.

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