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Hera, Acea e A2a: le trimestrali delle utilities

Le tre utilities hanno presentato i conti del primo trimestre – Ricavi in forte crescita per tutte e tre – Titoli in ordine sparso

Hera, Acea e A2a: le trimestrali delle utilities

Da Roma a Milano, passando per l’Emilia Romagna oggi è il giorno delle utilities, chiamate a presentare i conti dei primi tre mesi del 2019.

Partendo dalla Capitale, Acea ha archiviato il trimestre con ricavi netti consolati pari a 823 milioni, in crescita del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In rialzo dell’8% l’ebitda, attestatosi a 248 milioni di euro, mentre l’ebit è pari a 133 milioni di euro, +4% rispetto al primo trimestre del 2018.

Al 31 marzo, l’azienda romana ha registrato un utile netto pari a 76 milioni di euro, in ribasso del 2% sui primi tre mesi dello scorso anno quando però il risultato aveva “beneficiato di un provento di 9 milioni di euro relativo all’acquisizione del gruppo TWS”, sottolinea la società in una nota.

Spinta sugli investimenti, cresciuti del 14% a 151 milioni. L’indebitamento finanziario netto è salito da 2,568 miliardi del 31 dicembre 2018 a 2,676 miliardi (pro forma al netto dell’IFRS16 2.621 milioni di euro).

Acea ha confermato la guidance per il 2019 che prevede un ebitda in aumento tra il 5 e il 6% rispetto al 2018, investimenti in crescita di oltre il 10% e un indebitamento finanziario netto compreso tra 2,85 e 2,95 miliardi.

Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Acea, ha commentato: “I dati del primo trimestre del 2019 sono pienamente coerenti con le prospettive di crescita del piano Industriale presentato lo scorso 2 aprile presso la Triennale di Milano”. “Una crescita – ha proseguito l’AD – ottenuta agendo solo all’interno del perimetro storico di ACEA, che non tiene ancora conto del costante lavoro messo in campo per espanderci in altri segmenti di mercato, già identificati all’interno del nostro basket strategico”

Spostandoci da Roma a Milano, A2a ha chiuso il primo trimestre con ricavi in salita del 16,4% a quota 2,11 miliardi. In calo il margine operativo lordo, sceso del 20% a 328 milioni di euro “per il venir meno del contributo dei certificati verdi e per gli anomali cambiamenti climatici”, spiega la società, mentre l’ebit cala del 31,4% a 181 milioni di euro. Entrambi i risulti hanno comunque battuto le attese degli analisti.

In netto ribasso l’utile netto, che segna -40% a quota 104 milioni di euro. Su gli investimenti, aumentati del 43% a 109 milioni mentre la posizione finanziaria netta, a parità di perimetro, si riduce poco sotto 3 miliardi (includendo gli effetti contabili derivanti dall’IFRS 16 si attesta invece a 3,11 miliardi).

Per quanto riguarda il 2019, le attese del management circa le performance economico-finanziarie sono buone nonostante il venir meno del contributo dei certificati verdi (oltre 100 milioni di euro di contributo al risultato operativo lordo del 2018): il margine operativo lordo è atteso tra 1.155 e 1.185 milioni di euro (inclusi 25 milioni di euro di partite positive di reddito non ricorrenti); la redditività netta è attesa tra 300 e 330 milioni di euro.

Via libera ai conti anche dal cda di Hera. Il trimestre si è concluso con un utile netto in rialzo del 3% a 129,7 milioni di euro e ricavi in salita dell’11,4% a 1,94 miliardi grazie alla “crescita delle attività di trading, nella produzione di energia elettrica e nel trattamento rifiuti, nonché i maggiori ricavi e i maggiori volumi nella vendita di gas ed energia elettrica”.

L’ebitda ha registrato un incremento del 2,5% a 330,8 milioni, mentre gli investimenti, al lordo dei contributi in conto capitale, sono stati pari a 96,3 milioni (+7,4%) e hanno riguardato principalmente interventi su impianti, reti ed infrastrutture. A questi si aggiungono gli investimenti per la sostituzione dei contatori e nell’ambito depurativo e fognario. La posizione finanziaria netta, infine, risulta a 2,622 miliardi a fine marzo (contro i 2,585 miliardi della fine del 2018).

A Piazza Affari, in una giornata molto difficile per la Borsa (FtseMib – 1,5%) a causa dell’incremento dello spread, A2a realizza una delle migliori performance del listino principale, salendo dell’1,77% a 1,494 euro. Il titolo Hera cede invece lo 0,49% a 3,252 euro, mentre sul Mid Cap le azioni Acea cedono invece l’1,29% a 16,84 euro.

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