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Governance società quotate, Assonime: “Cresce l’attenzione per la sostenibilità”

Secondo un rapporto dell’Associazione fra le Spa italiane coordinato da Patrizia Greco è, tuttavia, necessaria una raccomandazione europea che introduca una definizione comune dei doveri fiduciari degli amministratori

Governance società quotate, Assonime: “Cresce l’attenzione per la sostenibilità”

Le grandi società quotate italiane “stanno sviluppando una crescente attenzione ai rischi ambientali e sociali, integrando progressivamente questi fattori nelle proprie strategie”. È quanto si legge in un rapporto di Assonime dal titolo “Doveri degli amministratori e sostenibilità”. A coordinare il gruppo di lavoro che ha prodotto l’analisi è stata l’attuale presidente di Mps, Patrizia Grieco, che dal 17 giugno sostituirà Innocenzo Cipolletta come numero uno dell’Associazione fra le società italiane per azioni.

Sul versante giuridico, dal rapporto emerge che, negli ultimi anni, l’ordinamento del nostro Paese “si è arricchito di strumenti nuovi in materia di sostenibilità (dichiarazioni non finanziarie, politiche sulle remunerazioni, disciplina delle società benefit), sistematizzati e rafforzati dall’autodisciplina delle società quotate”, che in alcuni casi hanno introdotto i principi di sostenibilità nei propri statuti. Non solo: anche molte società non direttamente interessate dalle modifiche giuridiche si stanno orientando su base volontaria nella stessa direzione.

Per quanto riguarda l’orizzonte internazionale, Assonime auspica una raccomandazione europea che introduca una definizione comune dei doveri fiduciari degli amministratori da adottare negli ordinamenti nazionali per consolidare “l’evoluzione in atto verso la sostenibilità”.

In particolare, secondo l’Associazione, tutti i Paesi dell’Unione europea dovrebbero stabilire che gli amministratori delle grandi imprese hanno il dovere fiduciario di considerare la sostenibilità ambientale e sociale dell’attività d’impresa nel perseguimento della creazione di valore a lungo temine (responsabilità già prevista dal nuovo Codice italiano sulla Corporate Governance per le società quotate). Un dovere da estendere anche alla tutela ambientale e dei diritti umani nelle catene di fornitura.

Assonime ritiene poi che i singoli Stati debbano affidare agli amministratori il compito di ponderare, nell’ambito delle loro responsabilità di gestione, gli interessi degli stakeholder rilevanti. Il rapporto sottolinea infine che gli ordinamenti nazionali dell’Ue dovrebbero “limitare ai soci della società l’eventuale promozione di azioni di responsabilità diretta verso gli amministratori, in quanto gli amministratori, anche in un contesto in cui siano richiesti di considerare i profili socio/ambientali, agiscono comunque pur sempre nell’esclusivo interesse dei soci”.

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