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Google e Apple, due missili contro il Toro in Borsa

Il ribasso dei due giganti di Internet ha affondato il Nasdaq con ripercussioni negative su tutte le Borse – Clamoroso tonfo di Goldman Sachs per lo scandalo legato al fondo sovrano malese – Undicesimo ribasso consecutivo per il petrolio – Euro ai minimi da 20 mesi: pesano la manovra italiana e Brexit – Oggi asta Btp

Google e Apple, due missili contro il Toro in Borsa

La tecnologia che rende possibile il riconoscimento facciale può segnalare anche l’arrivo dell’Orso in Borsa. Lo hanno scoperto ieri i mercati azionari, a partire dal Nasdaq. Il violento ribasso di ieri è scattato ieri dopo che Lumentum Holdings, una società californiana che fornisce la tecnologia del riconoscimento facciale, ha annunciato che “uno dei suoi principali clienti ha tagliato un grosso ordine”. Nel giro di pochi minuti il titolo si è inabissato fino a perdere il 33%, contagiando il resto del mercato quando si è avuto la conferma che il cliente era nientemeno che Apple.

FRENA L’IPHONE, TONFO DI APPLE

Il titolo della Mela ha perduto fino al 5%, trascinando all’ingiù gli altri fornitori più sofisticati dell’iPhone: Corrus Logic ha chiuso in ribasso del 14%, così come Qorio e Skywors Solutions. L’indice Soxx dei semiconduttori ha lasciato sul terreno il 4,4%. Stamattina Japan Display, un produttore di schermi touch, perde il 7% a Tokyo dopo aver fornito indicazioni sull’esercizio in corso molto deludenti.

L’ondata di ribasso che ha investito i mercati Usa è proseguita infatti stamane in Asia. Perde colpi il Giappone (-2,5%) così come la Borsa della Corea del Sud (-0,9%) e quella di Taiwan (-0,8%). In lieve rialzo i mercati azionari della Cina dopo l’annuncio che una delegazione di alto livello si recherà in Usa per riallacciare la trattativa sui dazi.

Ancor più profonda la frana del Nasdaq (-2,78%) e degli altri indici Usa: Dow Jones -2,32%, S&P 500 -0,97%.

GOLDMAN SACHS INDAGATA IN MALAYSIA

La battuta d’arresto di Wall Street non è stata infatti provocata solo dai problemi di Apple. Ancor più pesante è stato il tonfo di Goldman Sachs (-7,5%) dopo la notizia lanciata da Bloomberg che il premier della Malaysia Lim Guang Eng ha deciso di citare in giudizio la Banca con l’accusa di aver attivamente contribuito a distrarre alcuni miliardi di dollari dal fondo sovrano del Paese, favorendo l’azione criminale dell’ex premier. Nell’affaire è coinvolto in prima persona lo stesso Lloyd Blankfein, fino a pochi mesi fa il numero uno della banca d’affari.

La lista dei ribassi continua con General Electric (-6,9%), per la prima volta sotto 8 dollari dal 2009: il Ceo Larry Culp ha deto che il gruppo dovrà cedere “rapidamente” diversi asset per evitare una caduta drammatica.

 TRUMP ALL’ARABIA: CONTINUATE A POMPARE GREGGIO

A completare il quadro, la nuova discesa dell’energia. La ripresa delle quotazioni del petrolio ha avuto breve durata. Ieri il presidente Donald Trump è intervenuto chiedendo all’Opec di non tagliare la produzione nonostante la caduta dei prezzi, così come aveva anticipato l’Arabia Saudita. Ma a causare la discesa è soprattutto il rallentamento della congiuntura che sta frenando gli acquisti anche dei compratori cinesi e dell’India.

Il Brent è sceso stamane sotto i 70 dollari a 69,17(-1,4%), il Wti sotto i 60 dollari (59,06, -1,5%).

In discesa i titoli del settore a Wall Street. A piazza Affari Saipem +0,11%, Eni +0,21% e Tenaris -0,81%.

EURO AI MINIMI DA 20 MESI. PESANO MANOVRA E BREXIT

In questa cornice l’euro è in ripresa, dopo il -1% di ieri su dollaro, il cross è stamattina a 1,124 (+0,2%). Le Borse europee hanno vissuto una seduta ad alta tensione sotto la pressione delle vendite sull’euro, precipitato ai minimi dal giugno 2017 sul dollaro a quota 1,124. Alla caduta della moneta unica, così come dei listini azionari, hanno contribuito più fattori, sia economici che politici. C’è l’imbarazzo della scelta, dalla confusione sulla Brexit (i conservatori insorgono contro il piano del governo) alle pessime prospettive del confronto tra Roma e Bruxelles. Ma anche l’allarme sui chip e, in chiave domestica, l’incertezza su Carige.

TRA BOND USA E BUND UNA FORBICE DI 354 PUNTI

Si è così generata una situazione paradossale: il differenziale di rendimento tra il Treasury Bond Usa 2 anni (2,92%) e il Bund tedesco 2 anni (-0,62%) ha toccato un picco di 354 punti base. Un livello che non si vedeva dagli anni ’80. Ciò significa che, a parità di cambio, investire sui titoli di Stato americani genera ogni anno un premio di 354 punti base rispetto a un pari investimento nei titoli di Stato tedeschi.

FRENA MILANO, PEGGIO FRANCOFORTE, OGGI L’ASTA BTP

In questa cornice i listini azionari si sono tinti di rosso. Milano -1,05% si è avvicinato al ribasso alla barriera dei 19 mila punti (19.056).

Ancor più pesante il calo di Francoforte: l’indice Dax è sceso dell’1,8%, piegato dalla contemporanea caduta di due delle trenta blue chip che lo compongono: Infineon -7% e Sap -6%. Da inizio anno l’indice perde il 12,5%, una performance quasi allineata a quella di Piazza Affari (indice FtseMib -12,0%).

Deboli Parigi (-0,93%), Madrid (-0,64%) e Londra (-0,73%).

Sotto pressione i titoli del debito: lo spread si è allargato a 305 punti base, da 298 di venerdì.

Nell’asta dei Bot a un anno il rendimento è sceso ieri allo 0,63%, il Tesoro ha collocato il massimo importo previsto di 5,5 miliardi di euro ed è migliorata la domanda.

Oggi toccherà ai titoli a medio- lungo termine: andranno all’asta 5,5 miliardi di euro di Btp a 3, 7 e 20 anni.

VOLA TIM SULL’ONDA DELL’INTESA CON OPEN FIBER

Regina indiscussa di Piazza Affari è stata ieri Tim, +2,8% in chiusura dopo aver registrato un balzo fino al 6% sull’onda delle notizie sul piano del governo a supporto della creazione di una rete unica attraverso modifiche al decreto semplificazione. La prospettiva di un’intesa tra Tim ed Open Fiber è stata avallata dalle dichiarazioni di Amos Genish, amministratore delegato, che si è detto favorevole alla creazione in Italia di un singolo network di rete ma a condizioni che la rete resti sotto il controllo di Tim. Ad alimentare il rialzo è stato anche la notizia di un’alleanza con Vodafone sul 5 g, per abbattere i costi dell’operazione. Genish, intanto, è partito per la Cina, per incontrarsi con i vertici di Huawei.

Giornata tormentata invece per Stm, investita dalla crisi dei chips. Il titolo ha perduto il 4,5% dal +2% di inizio seduta propiziato dai buoni conti di Infineon. Anche il gruppo tedesco, +3% in apertura, è precipitato a -5% sull’onda delle notizie in arrivo dal Nasdaq.

INTESA IN SOCCORSO AL PIANO CARIGE

Sulle banche ha pesato l’incertezza sul caso Carige, sospesa per l’intera seduta su richiesta della società. Il cda ha approvato ieri i conti dei primi nove mesi, chiusi con una perdita di 188 milioni dopo la richiesta di nuove rettifiche chieste dalla Bce e dato il via libera all’operazione di rafforzamento della Banca.patrimoniale si articola attraverso l’emissione di obbligazioni subordinate Tier 2 ed in un successivo aumento di capitale per un ammontare di 400 milioni. I soci principali (famiglia Malacalza, Gabriele Volpi e Raffaele Mincione) hanno preso tempo ma la soluzione è stata trovata grazie allo Schema Volontario di Intervento del Fondo Interbancario di Garanzia che ha già deliberato un impegno fino a 320 milioni. L’ad di Intesa, Carlo Messina, ha già anticipato l’impegno dell’istituto.

Deboli gli altri i titoli del comparto: Unicredit -1,7%, Intesa -2%, Ubi -1,93%.

IN EVIDENZA LEONARDO E TERNA. SOFFRE ATLANTIA

Moncler +0,8%. Il canale e-commerce, in Cina sta andando molto bene, afferma l’amministratore delegato Remo Ruffini.

Leonardo (+2,1%) ha ricevuto una commessa da 280 milioni di euro, per 22 elicotteri Aw169.

Terna +1,08% e  Snam -0,1%, entrambe premiate dalla promozione di Ubs.

Atlantia -2%, dopo la notizia della sospensione dell’acconto dividendo.

Vendite sull’automotive. Giù Ferrari-1,9% e Brembo -2,84%.

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