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Gli Etf che puntano solo su aziende di qualità sono 50 nel mondo e 10 in Italia: ecco quali

DA MORNINGSTAR.IT – È di circa 12 miliardi di dollari il patrimonio dei replicanti con focus sulle aziende più redditizie e in salute. Un’analisi Morningstar mostra pregi e difetti di questo fattore.

Gli Etf che puntano solo su aziende di qualità sono 50 nel mondo e 10 in Italia: ecco quali

Sono circa cinquanta nel mondo gli Exchange traded fund (Etf) con un focus sulla qualità. Fanno parte della famiglia degli Strategic beta (comunemente conosciuti come smart beta) e hanno la caratteristica di puntare su aziende con un modello di business consolidato, un vantaggio competitivo sostenibile, un livello stabile di profittabilità e bilanci sani. Secondo i dati Morningstar, gestiscono un patrimonio di circa 12 miliardi di dollari a livello globale (dati al 30 giugno 2016). In Italia, i replicanti di questo tipo sono una decina a cui si aggiungono quelli multi-fattoriali, che includono, tra gli altri, il criterio della qualità.

COSA SIGNIFICA QUALITÀ

Queste strategie selezionano i titoli sulla base di indicatori quali il return on equity (redditiività del capitale proprio), il ritorno sul capitale investito o le misure della salute finanziaria di un’azienda. Morningstar, tuttavia, utilizza un altro parametro, l’Economic moat, che indica un vantaggio competitivo sostenibile in grado di proteggere i profitti dalla concorrenza. Le imprese possono avere un moat ampio (wide), ristretto (narrow) o non averlo affatto (no moat).

Alcuni settori come ad esempio i materiali di base o l’energia hanno prevalentemente società senza un vantaggio competitivo, mentre altri (beni di consumo difensivi o farmaceutici) ne hanno molte, come mostra il grafico qui sotto relativo all’industria europea.

 
Fonte: Morningstar Direct. Dati all’8 dicembre 2016.

LA QUALITÀ È CICLICA

“Come tutti i fattori di investimento, anche la qualità ha periodi di popolarità e di declino”, spiega Dan Lefkovitz, content strategist del segmento indici di Morningstar. “L’ultimo anno è stato un caso di studio in questo senso”. “Da gennaio, il mercato europeo è stato ‘no moat’, ma a tre anni le aziende ‘wide moat’ hanno fatto meglio di tutte le altre”, dice Fernando Luque, analista di Morningstar.

RENDIMENTI DELLE AZIONI EUROPEE PER ECONOMIC MOAT

TORO E ORSO

Usando gli indici Morningstar che raggruppano le aziende statunitensi in base all’Economic moat è possibile estendere l’orizzonte temporale al decennio (non esiste un’analoga serie storica per l’Europa). “In fasi di mercato Toro, sono i titoli senza moat ad ottenere i migliori rendimenti”, afferma Lefkovitz. “E’ accaduto nel 2007, nel 2009-10 e nel 2012-13. Per contro, nei periodi Orso, come il 2008, 2011 e 2015, le azioni wide moat hanno performance più elevate. Possiamo chiamarla ‘migrazione verso la qualità’, ma anche solidità dei modelli di business ben strutturati e capaci di generare profitti con continuità”.

OCCHIO ALLE VALUTAZIONI

Quale lezione trarre da questa analisi? “Come ogni fattore, la qualità è ciclica”, conclude Lefkovitz. “Anche se nel lungo periodo si è convinti che produrrà rendimenti superiori, nel breve può deludere. Dunque, è meglio non investire solo sulla base di questo parametro. Le valutazioni dei titoli restano un fattore fondamentale: gli investitori non dovrebbero strapagare la qualità, ma tenere sempre a mente il rapporto prezzo/fair value”.

Fonte: morningstar.it

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