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Giulio Sapelli: bloccare l’immigrazione è impossibile ma bisogna governarla e il silenzio dei sindacati è scandaloso

“L’immigrazione non va subita ma governata: dobbiamo essere noi a scegliere i migranti da far arrivare e formarli nei loro Paesi d’origine” – “Il modello più virtuoso è quello della Germania in Kenya” – Il silenzio dei sindacati grida vendetta

Giulio Sapelli: bloccare l’immigrazione è impossibile ma bisogna governarla e il silenzio dei sindacati è scandaloso

Di fronte all’esodo biblico dei migranti verso l’Italia e verso l’Europa nessuno ha realmente una ricetta per affrontare un problema epocale di queste dimensioni. Ma di fronte a tante parole inutili e a sciocche provocazioni propagandistiche sul modello del blocco navale nel Mediterraneo, fanno riflettere le sagge osservazioni dello storico dell’economia Giulio Sapelli in una sua recente intervista a Italia Oggi. Sapelli dice poche cose ma molto chiare: 1) togliamoci dalla testa di poter bloccare l’immigrazione e non dimentichiamo che nel 2050 gli africani saranno tre volte gli europei; 2) se non vogliamo che l’immigrazione diventi una insostenibile invasione, dobbiamo imparare a governarla e sapere che gli altri Paesi europei gli immigrati non li vogliono; 3) governare l’immigrazione significa essere noi a scegliere chi far venire, raggiungendo accordi di partenariato economico con i Paesi dell’Africa subsahariana e investendo in formazione e strutture per far arrivare in Europa il personale di cui le nostre industrie e i nostri servizi hanno bisogno; 4) il modello dei partenariati è quello realizzato dalla Germania con il Kenya per dare una collocazione lavorativa a giovani kenioti addestrati nel loro Paese d’origine in base al fabbisogno delle imprese tedesche; 5) sarebbe bello che i Paesi africani con cui dobbiamo trattare rispettassero i diritti civili e politici ma non facciamo troppe illusioni; 6) non pensiamo che una buona politica d’immigrazione possa fare miracoli subito ma mettiamo nel conto che i risultati arriveranno fra decenni. Da subito però bisogna andare nella direzione giusta.

E’ un codice di grande realismo ma che per essere applicato richiede intelligenza politica e la messa al bando della propaganda che oggi imperversa. Ma c’è un altro aspetto, solitamente trascurato, che spicca nell’intervista di Sapelli ed è l’atto d’accusa ai sindacati per il loro silenzio sull’immigrazione. Sapelli è sempre stato molto vicino ai sindacati, da giovane nella Fiom di Torino e in anni recenti alla Cisl ma l’onestà intellettuale gli fa dire che oggi “è assordante il silenzio dei sindacati che sanno solo piatire diritti per tutti ma non si fanno capofila di un vero processo di innovazione” nel quale l’ordinata accoglienza di migranti da formare nei loro Paesi d’origine e da indirizzare verso le nostre fabbriche che più hanno bisogno di personale può avere un grande valenza. Difficile dargli torto. Bravo Prof.

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