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Giù Wall Street aspettando la reazione di Piazza Affari ai saggi di Napolitano

Timori per la reazione ai saggi e alla gestione di Napolitano della crisi politica domani a Piazza Affari, rimasta chiusa oggi per Pasquetta – Intanto sta andando male Wall Street, sulla scia dell’Ism manifatturiero, in calo negli Stati Uniti – Male anche in mattinata le Borse asiatiche: deludente l’indice giapponese Tankan

Giù Wall Street aspettando la reazione di Piazza Affari ai saggi di Napolitano

Nessun pesce d’aprile. Ma molta cautela sui mercati finanziari. Dopo la pausa pasquale Wall Street riapre all’insegna della prudenza. I principali indici si muovono in terreno negativo: l’S&P500 cede lo 0,52%, il Dow Jones lo 0,23% e il Nasdaq lo 0,73%. L’oro sale dello 0,10% ma si mantiene sotto quota 1.600 dollari l’oncia.

La giornata è stata anche in Asia all’insegna dei cali. Tokyo ha ceduto il 2,12% in scia del deludente indice giapponese Tankan che è salito meno delle attese. L’indice trimestrale misura il livello della fiducia delle grandi imprese giapponesi ed è cresciuto a -8 da -11 di dicembre. C’è attesa per la prossima riunione della Bank of Japan in agenda a metà settimana in cui è previsto l’annuncio di nuovi stimoli all’economia. Shangai ha chiuso in lieve ribasso (chiuse per festività le Borse di Hong Kong e Sydney). L’indice Pmi cinese si è attestato al livello più alto da aprile 2012 ma ha deluso le attese degli analisti fermandosi a 50 punti dai 52 attesi. Intanto lo yuan si è portato ai massimi de 19 anni sul dollaro.Dal canto loro gli Stati Uniti hanno archiviato un calo dell’indice Ism manifatturiero a 51,3 di marzo da 54,2 di febbraio contro le attese degli analisti di 54,2.

Ma oltre i dati macro deludenti i mercati guardano con apprensione agli sviluppi italiani. Gli occhi sono sulla reazione dei mercati alla riapertura di Piazza Affari di domani dopo la mossa del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella gestione dell’impasse politica creatasi dalle urne. Napolitano ha ribadito che la guida del Paese è saldamente nelle mani dell’esecutivo di Monti, dimissionario ma non sfiduciato, ha respinto con decisione le indiscrezioni su sue possibili dimissioni e ha affidato a un gruppo ristretto di saggi il compito di delineare proposte programmatiche su cui lavorare. Sul piano politico le polemiche, come prevedibile, non sono mancate. Ma ora si attende il pragmatico giudizio dei mercati.

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