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Giro d’Italia: Contador dà spettacolo, ma Landa gli soffia la tappa

Impresa della maglia rosa che attardato ai piedi del Mortirolo recupera sui tremendi tornanti del passo lombardo fino a raggiungere la testa della corsa. Aru va in crisi e l’Astana dà via libera a Landa che tiene le ruote del Pistolero per poi staccarlo nel finale all’Aprica: ora il basco è secondo a poco più di 4 minuti dal primato.

Giro d’Italia: Contador dà spettacolo, ma Landa gli soffia la tappa

Quando un banale incidente come una foratura dà il là a una delle azioni più spettacolari che resteranno nella memoria di questo Giro: protagonista Alberto Contador che nella discesa dell’Aprica resta appiedato e vede schizzare via una ventina di corridori con tante maglie azzurre dell’Astana e quella bianca di Aru. Ci sono anche i Katusha a tirare a manetta per lanciare Trofimov. Tutti alleati contro il padrone spagnolo. Ai piedi del Mortirolo il Giro pare riaprirsi perché nell’unico tratto pianeggiante della tappa prima dell’ascesa alla Montagna di Pantani la maglia rosa ha solo Rogers a dargli una mano. 

Davanti fanno il diavolo a quattro, non è più tempo di fair-play  e lo spagnolo è isolato quando anche Rogers cede.  L’ammiraglia della Tinkoff-Saxo chiama allora in soccorso Kreuziger che era nel gruppo di Aru. Ma il distacco non scende, anzi sale fino attorno al minuto. Contador non perde la calma ma il dispendio di energie potrebbe tagliare le gambe a chiunque alle prime pendenze mozzafiato del Mortirolo. Ma non a Contador che è un fuoriclasse. 

Ed ecco il Pistolero, sguardo alla vetta, mettersi in punta di pedale, attaccare con tutta le sua forza per domare la montagna. Da signore ringrazia  Kreuziger e comincia la caccia a chi gli sta davanti. E sono tantissimi. Contador ne raggiunge uno, due, tre,  dieci, venti: uno spettacolo vederlo sorpassare, allungare e poi umanamente rifiatare un attimo prima di ripartire su pendenze che sfiorano il 20%. Soffre anche lui ma la missione non è ancora compiuta anche quando scavalca Konig, Hesjedal, Trofimov e Amador. Davanti ci sono ancora Aru scortato da Landa e un olandese tosto, Steven Kruijswijk. 

La maglia rosa è implacabile, tornante dopo tornante (e sul Mortirolo sono 31)  riduce il distacco dai leader della corsa. A metà salita Contador ecco che piomba sul terzetto di testa. Il madrileno di Pinto guarda la faccia di Aru e di Landa come se volesse fare un check up ai suoi due rivali. Sta con loro qualche centinaio di metri e poi scatta di nuovo. E’ l’essenza del ciclismo, non contano le bandiere, qui è il campione che incanta. Un’azione che ricorda quella di Pantani a Oropa nel Giro 1999, quando il Pirata dal fondo del gruppo dov’era finito a inizio salita per un salto della catena, risalì tutto il Giro fino a piombare e scavalcare anche un annichilito Jalabert che pensava di aver la tappa in tasca. 

Ma ieri quando tutti si attendevano l’assolo, Contador sempre più padrone del Giro, rinunciava a esserlo anche della tappa. Sembrava anche lui pago dello show offerto, soprattutto dopo aver appurato le crescenti difficoltà di Aru, stravolto dalla fatica, incapace di tenere le ruote della maglia rosa. Una crisi profonda che trasformava il Mortirolo in un calvario per il sardo tanto che l’Astana dava ordine a Landa di fare la sua corsa e il giovane basco, una faccia da attore più che da ciclista tanto non vi si legge alcuna traccia di sofferenza, non impiegava molto, abbandonato Aru al suo destino, a raggiungere Contador. 

Lo stesso aggancio riusciva al sempre più sorprendente Kruijswijk, che passava per primo sul Mortirolo, precedendo Contador e Landa. L’olandese faceva una grossa incetta di punti per la maglia azzurra che indosserà all’’arrivo come leader degli scalatori.  Hesjedal e Trofimov transitavano a poco più di un minuto. Più staccato di quasi due minuti Aru. A far l’andatura in discesa era sempre Contador, seguito da Krujiswijk mentre Landa rimaneva costantemente dietro anche per tentare di arginare la defaillance di Aru.

Sull’ascesa finale all’Aprica, con Aru boccheggiante che perdeva ancora terreno, a sorpresa, a poco meno di tre chilometri, dopo uno scambio di battute con Contador che gli avrebbe detto a mo’ di sfida “se te la senti, vai pure”, Landa prendeva alla lettera le parole del suo connazionale più celebre e spiccava il volo verso la seconda vittoria consecutiva. Contador lasciava a Kruijswijk la piazza d’onore accontentandosi del terzo posto a 38” da Landa. Trofimov e Amador seguivano a 2’03” precedendo di 7” Ryder Hesjedal, il vincitore del Giro 2012 che da giorni con tenacia cerca una vittoria di tappa. 

Aru giungeva settimo a 2’51”: una sconfitta che il sardo ha cercato orgogliosamente di limitare arrivando sfinito in cima all’Aprica. Ma il responso del Mortirolo è stato impietoso: da oggi il leader dell’Astana, anche per le sue formidabili doti di grimpeur, è Landa, balzato al secondo posto in classifica a 4’02” da Contador mentre Aru retrocede al terzo a 4’52”. Una tappa di grande ciclismo che verrà ricordata dal capolavoro di Contador sul Mortirolo ma che lascia non pochi rimpianti in casa Astana per non aver puntato subito su Landa, la cui potenza in salita sembra addirittura maggiore di quella dello stesso Contador. 

Quattro minuti sono tanti, ma sono praticamente il ritardo accumulato dal basco nella disastrosa crono di Valdobbiadene. In montagna finora Landa ha sempre rosicchiato qualcosa a Contador e prima di Milano il Giro è atteso da tante vette che mettono l’adrenalina addosso al giovane iberico, fino a ieri scudiero di Aru. E’ ovvio che dopo aver sistemato Aru, Contador studierà la tattica per rintuzzare anche Landa. Sarà un bel match tra Cervinia e il Sestrière. E se Contador sul Mortirolo ha ricordato il Pirata ad Oropa, con le due vittorie consecutive anche Landa ha ripetuto lo stesso exploit del giovane Pantani che nel 1994 replicò all’Aprica il successo ottenuto il giorno prima a Lienz. 

Ultimo rilievo da fare a corollario di una tappa fantastica riguarda il tempo impiegato da Contador nella scalata al Mortirolo: 45’07”. Vista l’impresa del Pistolero, dovrebbe essere un record storico: macché! Ivan Gotti, che non è stato certo un top player tra i grimpeur del ciclismo mondiale, pur avendo vinto due Giri (ma uno, nel 1999,  è quello della squalifica di Pantani), scalò nel 1996 il Mortirolo impiegando addirittura 2’27” in meno rispetto a Contador. Meglio anche del tempo realizzato da Pantani nel 1994. Basta questo per sospettare a quali pozioni magiche facesse generalmente ricorso il ciclismo degli anni Novanta.

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