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Giovanni Boldini al Petit Palais, opere della Parigi dell’artista bohémien

Giovanni Boldini al Petit Palais di Parigi fino al 24 luglio 2022. La mostra rende omaggio al pittore dell’eleganza, ma ti invita anche a scoprire un artista più segreto.

Giovanni Boldini al Petit Palais, opere della Parigi dell’artista bohémien

L’ultima retrospettiva di Giovanni Boldini in Francia risale a più di sessant’anni fa. Eppure il ritrattista virtuoso è stata una delle più grandi glorie del Parigi a cavallo tra 19° e 20° secolo, da osservatore attento all’alta società che ammirava e frequentava.

Riconosciuto come uno dei grandi ritrattisti del suo tempo, Giovanni Boldini coglie la vitalità e l’effervescenza di un’intera epoca, con straordinari virtuosismo tecnico. Sia che rappresenti la Toscana degli anni ’60 dell’Ottocento, la Parigi del Terza Repubblica o l’ambiente mondano e frivolo della Belle Époque, lo è il pittore di un periodo abbondante. Come Marcel Proust in letteratura, si mescola con la società che dipinge e così offre ampia testimonianza sulla sua personaggi, i suoi gusti, i suoi costumi e i suoi piaceri. Ma Boldini è stato vittima del suo stesso successo. Troppo esuberante anche per alcuni mondana per le avanguardie, troppo easy o troppo chic per le altre: noi sì accusato di ripetere la stessa formula e di disegnare personale e economico, lontano dall’immagine di Épinal dell’artista bohémien. In realtà Boldini rispetta qualsiasi regola. Instancabile innovatore, sapeva essere sensibile ai maestri del passato restituendo la frenesia della modernità, grazie alla sua pennellata roteante. Per questa scelta di un’arte individuale e indipendente, egli ha mantenuto per tutta la sua carriera un’assoluta originalità. Grazie all’eccezionale impegno del Museo Boldini di Ferrara, il Petit Palais presenta l’artista italiano in tutte le sue sfaccettature, dai suoi esordi a Firenze ai suoi lunga carriera a Parigi, dai dipinti di genere ai ritratti mondani, passando per tutta una produzione più intima, gelosamente custodita nella sua officina durante la sua vita.

G.Boldini, Conversation at the café, 1879
Oil on panel
© Francesca Dini Archive, Florence

La mostra vede un’esposizioni divisa in una serie sessioni tematiche:

Sezione 1 – Boldini prima di Boldini (1864-1871;

Sezione 2 – Gli inizi parigini di Boldini (1871-1880;

Sezione 3 – Il ritmo della città;

Sezione 4 – Ritratti intimi e ufficiali (1880-1890);

Sezione 5 – Il laboratorio dell’artista;

Sezione 6 – Una corte artistica e letteraria (1890-1900);

Sezione 7 – Helleu, Sem e Boldini;

Sezione 8 – “Ho dipinto tutti i generi”;

Sezione 9 – Il tempo dell’eleganza e della modernità.

G. Boldini, Portrait of Lady Colin
Campbell, née Gertrude Elizabeth
Blood, 1894, oil on canvas,
London, National Portrait Gallery
© National Portrait Gallery, London

Nato in Italia a Ferrara nel 1842, Boldini trascorse la maggior parte del tempo della sua vita nella Città della Luce. Fu rapidamente introdotto nei circoli artistici e divenne vicino a Degas. Protetto dal mercante Adolphe Goupil, lui notato dalla scelta dei suoi soggetti che evocano la modernità e il gorgogliare della vita parigina. Boldini ne approfitta le attività di svago offerte dalla capitale e le uscite a teatro tutte le sere, al ristorante, portando sempre con sé le sue matite. Il luci notturne create dalla nuova illuminazione elettrica affascinano così come i movimenti incessanti di questa città che non si ferma mai. I dipinti che disegna dai suoi schizzi come La scena della festa al Moulin Rouge testimonia l’effervescenza che poi conquista la città.

G.Boldini, Portrait of Princess Marthe-Lucile
Bibesco, 1911.
La storica e donna di lettere di Origine rumena, Marthe-Lucile Bibesco conobbe Boldini poco prima del 1910. Lei in seguito ricordava che le signore dell’epoca “si vestivano à la Boldini” e dovevano sottoporsi trattamenti dimagranti per “assomigliare la donna ideale secondo i canoni di Bellezza Boldiniana”. In un sontuoso vorticoso abito da sera nero e argento, il corpo della Bibesco è attraversato da un’energia ardente. Tuttavia, nonostante l’entusiasmo della principessa, la tela è stata rifiutata dal marito, che considerava la sua scollatura sconveniente.

L’artista divenne anche amico del fumettista Sem e del pittore Paul Helleu e di tutti e tre diventare inseparabile. Ma al di là di queste scene di genere, sono stati i suoi ritratti a portargli il successo. Boldini afferra in chiave modernissima ma controcorrente delle avanguardie tutto ciò che conta la capitale ereditiere, principesse, dandy, artisti e scrittori. I suoi ritratti che fisseranno per sempre il tutte le Parigi della Belle Époque sono come gli equivalenti pittorici dei personaggi di À la Recherche tempo perduto di Proust, uno dei suoi più grandi estimatori. Con questi dipinti testimonia il pittore anche del suo spiccato gusto per la moda. Dipinge a grandi linee gli abiti più belli di couturiers Worth, Paul Poiret, Jacques Doucet e molti altri e sviluppa, su questi ordini, uno stile unico che sarà la sua firma: un tocco veloce, l’attenzione alla posa della modella, a evidenziando la linea serpentina dei corpi. Attraverso le opere presentate, la mostra offre una testimonianza accattivante e commovente di questa Parigi perso.

Una mostra di 150 opere che uniscono dipinti, disegni, stampe, costumi e accessori moda prestato da musei internazionali come il museo Giovanni Boldini a Ferrara, il Museo di Capodimonte a Napoli, la National Portrait Gallery di Londra, il museo d’Orsay, il Palais Galliera, il MAD tra molti altri e molte collezioni private.

Immagine di copertina: G.Boldini, Omnibus on Place Pigalle, vers 1882 Oil on panel © Private Collection (Petit Palais Paris)

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