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Gioco d’azzardo, uomini, donne, laureati: ecco l’identikit di chi scommette

Presentato il “Rapporto sul gioco d’azzardo in Italia” della Fondazione Bruno Visentini in collaborazione con IPSOS. E’ una fotografia del gioco in Italia, una passione molto diffusa visto che il 44% degli intervistati gioca almeno una volta l’anno. Gioca di più chi è più istruito e benestante. Duro il sottosegretario Baretta: “Il governo lavora contro la diffusione del gioco illegale”

Gioco d’azzardo, uomini, donne, laureati: ecco l’identikit di chi scommette

Il vero problema del gioco d’azzardo in Italia non è il consumo, ma il suo eventuale abuso o utilizzo non regolamentato. Il gioco costituisce un importante volano per l’economia e l’occupazione italiana, rappresentando circa l’1,1% del PIL e garantendo più di 150mila occupati diretti e indiretti. 

Questo è quanto emerge dal Rapporto 2017 sulla “Percezione sociale del gioco d’azzardo in Italia”, presentato nella mattinata dell’11 maggio presso la LUISS Guido Carli. Il lavoro, coordinato e curato dai docenti dell’ateneo romano Luciano Monti e Fabio Marchetti, nasce dalla forte sinergia creata tra la Fondazione Bruno Visentini e la spagnola Fundacion CADEREche specularmente a quanto accaduto a Roma si è servita dall’aiuto dell’Università Carlos III di Madrid. 

Il rapporto sfata numerosi luoghi comuni che ormai fanno parte dell’immaginario collettivo; molti pensano che i “giocatori problematici” rappresentino la quota principale dei giocatori, e che quindi il gioco d’azzardo abbia una influenza negativa sulla comunità. Dal Rapporto si nota invece che oltre il 44% dei cittadini in età compresa fra i 18 ed i 75 anni ha giocato almeno una volta nell’ultimo anno, e di questo dato solamente lo 0,9% deve considerarsi problematico.

Come Gustavo Visentini – Presidente della Fondazione – ha evidenziato durante la conferenza stampa di presentazione del Rapporto, il vero problema legato al gioco d’azzardo sta nel trovare il giusto equilibrio tra profitto ed etica. Non è il gioco in quanto tale a creare negatività, ma piuttosto è il contesto che circonda il gioco stesso.

“Il gioco non è vietato, è giuridicamente indifferente” – ha detto Visentini – e per questo motivo ciò che serve è un duro lavoro a livello normativo e legislativo che miri a limitare il gioco illegale e le piattaforme online illegali. La stragrande maggioranza dei cittadini ha un rapporto sereno con il gioco pur nelle diversità culturali e territoriali. 

Entriamo ora nel dettaglio del rapporto, evidenziando i dati più interessanti. L’analisi – curata con la collaborazione di IPSOS – è stata fatta a livello territoriale, di genere, per classi di età e sociale del gioco fisico ed online. Sono state intervistate, telefonicamente ed online, 1600 persone

Non è vero che i meno scolarizzati e i soggetti a rischio di esclusione sociale sono i più propensi al gioco. I dati evidenziano infatti che la maggioranza delle persone che giocano sono laureate o diplomate e appartengono ad uno stato sociale medio-alto. Non sono emerse inoltre rilevanti differenze nella distribuzione del numero di giocatori fra nord e sud Italia

E’ emerso inoltre che i Gratta&Vinci costituiscono la tipologia di gioco legale e fisica più diffusa nel nostro paese (62,8%) seguiti da Superenalotto (31,2%) e Lotteria Italia. Solamente il 2,2% degli intervistati ha dichiarato di aver giocato anche occasionalmente alle Slot Machine. 

Fari puntati sull’evoluzione e sui possibili risvolti negativi del gioco online illegale (Casinò e scommesse) che sfruttano ampiamente la dimensione tecnologica del canale a distanza per sfuggire alle misure preventive attuate dalla legislazione italiana. 

Concludendo dunque, dal Rapporto – che essendo alla prima edizione rappresenta solamente una fotografia del contesto analizzato – emerge che Gioco e Sviluppo non sono tra loro in contraddizione, potendo essere considerati componente del benessere. 

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