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Giganti del web più ricchi dopo il Covid-19: volano utili e ricavi

Secondo un report dell’Area Studi Mediobanca, nei primi nove mesi del 2020 la capitalizzazione di Borsa delle Web Soft è salita del 30,4% – Il fatturato nel primo semestre è cresciuto del 17%, ma al fisco italiano versano solo 70 milioni.

Giganti del web più ricchi dopo il Covid-19: volano utili e ricavi

L’emergenza coronavirus ha gonfiato i fatturati dei giganti del web che già nel quinquennio precedente avevano comunque raddoppiato i loro ricavi aggregati, realizzando una performance complessiva superiore a quella delle multinazionali manifatturiere. Non solo, in tempo di pandemia, mentre tutti gli altri comparti erano alle prese con una crisi senza precedenti, le WebSoft macinavano profitti, arrivando a registrare 18 milioni di utili al giorno.

A fornire nuovi dati aggiornati è il report dell’Area Studi Mediobanca che analizza i bilanci dei 25 giganti del WebSoft (Software & WebCompanies) nel quinquennio 2015-2019, ma soprattutto l’impatto del Covid-19 sui risultati del primo semestre 2020. 

GIGANTI DEL WEB E COVID-19: CORRONO RICAVI E UTILI

Nei primi sei mesi del 2020, in piena emergenza Covid-19, le aziende manifatturiere hanno sofferto pesantemente la crisi innescata dalla pandemia di Covid-19 e dai conseguenti lockdown. In termini percentuali la manifattura ha registrato nel primo semestre un calo del fatturato pari all’11%. Un’ecatombe che si confronta invece con l’impennata sperimentata dai giganti del web. Nello stesso periodo di riferimento infatti, la recessione innescata dal coronavirus non ha toccato le Web Soft, i cui fatturati sono cresciuti del 17%. 

Analizzando i risultati dei singoli settori in termini di fatturato, i rialzi sono tutti a doppia cifra: +31,3% per l’e-commerce rispetto ai primi sei mesi del 2019, +26,1% per il Fintech, +24,6% per la sottoscrizione di abbonamento, +22,2% per i servizi cloud. “Di contro – sottolinea Mediobanca – si registra una riduzione dei ricavi legati alla sharing mobility (-22,6%) e delle vendite online di viaggi e prenotazioni di alloggi (-50,8%)”. Tradotto: con il blocco degli spostamenti, tutti i servizi ad essi legati sono colati a picco.

Crescita a doppia cifra anche per gli utili (+16,6% sul I semestre 2019). In questo frangente è stato addirittura segnato un nuovo record: i giganti del web hanno registrato profitti fari a 18 milioni di euro al giorno, mediamente quasi quattro volte di più rispetto alle multinazionali manifatturiere (5 milioni al giorno). “Nei primi sei mesi del 2020 è aumentata anche la liquidità, con un ritmo medio di +11 miliardi al mese, raggiungendo 589 miliardi di euro a fine giugno 2020”, evidenzia il report.

I COLOSSI DEL WEB: LA CLASSIFICA 

Le classifiche dei ricavi delle WebSoft nei primi 6 mesi del 2020 è guidata da Nintendo (+71,5%), seguita da Amazon (+33,5%) e Salesforce (+29,5%). In grande spolvero anche i tre colossi cinesi Alibaba (+28,6%), JD.com (+28%) e Tencent (+27,9%). Al contrario, segno negativo per Uber (-7,7%), Expedia (-51,8%) e Booking(-56,4%). 

“A fine giugno 2020, Nintendo, senza debiti finanziari, brilla anche per solidità patrimoniale, seguita da Meituan Dianping, Alphabet e Facebook. In generale, resta inalterata la solidità dei giganti a livello aggregato nonostante un incremento del +13,8% dei debiti finanziari nei primi sei mesi del 2020. Stesso discorso per la liquidità che vede sempre il colosso giapponese Nintendo in testa, con livelli di liquidità al 63,6% del totale attivo a fine giugno 2020, davanti a Baidu, Booking e Microsoft”, spiega il rapporto.

Passando alla redditività, nel I semestre del 2020 è Oracle a piazzarsi sul primo gradino del podio nella classifica per ebit margin (39,4%), seguita da Nintendo (36,4%) e Micro soft (36,1%). Rispetto al 2019 Facebook perde la prima posizione scendendo al quarto posto (32,6%).

IN BORSA PERFORMANCE DA RECORD

Nei primi 9 mesi del 2020 la capitalizzazione di borsa dei giganti del WebSoft è aumentata del 30,4% a fronte di un ribasso del 6% registrato dalle società manifatturiere. Al primo posto, in termini di market cap, troviamo  Microsoft, con una capitalizzazione pari a 1.357 miliardi. Seguono Amazon (1.345 miliardi) e Alphabet (852 miliardi. 

Parlando invece delle performance, al 30 settembre 2020, rialzi a tripla cifra sono stati realizzati da Meituan Dianping (+128,8%) e JD.com (+110,9%); in campo negativo solo Automatic Data Processing (-21,7%), Booking Holdings (-20,3%), Expedia (-18,8%) e Baidu (-4,1%).

EPOCA PRE COVID-19

Se, come abbiamo visto, durante la pandemia le big del web hanno continuato a macinare ricavi e utili, anche nel periodo precedente il quadro non era affatto negativo, anzi. Nel 2019 il fatturato aggregato dei 25 giganti WebSoft ha toccato quota 1.014 miliardi, pari all’8% del giro d’affari totale delle multinazionali industriali mondiali. I ricavi sono cresciuti a ritmi oltre 10 volte superiori a quelli delle aziende della manifattura (+118,3% nel quinquennio 2015-19 rispetto al +10% delle multinazionali manifatturiere), mentre gli utili lo scorso anno hanno toccato quota 146 miliardi, incrementati a un tasso medio annuo del +24,1% nel quinquennio 2015-19.

“Il mercato è sempre più concentrato”, osserva Piazzetta Cuccia sottolineando come Amazon, Alphabet (Google e Microsoft) rappresentino da sole circa la metà dei ricavi aggregati WebSoft. Anzi, Amazon con i suo 249,7 miliardi ne rappresenta da sola un quarto. 

E IL FISCO?

Da sempre nota dolente. “Circa la metà dell’utile ante imposte delle WebSoft è tassato in Paesi a fiscalità agevolata, con conseguente risparmio fiscale cumulato di oltre 46 miliardi di euro nel 2015-2019. Il tax rate effettivo delle multinazionali WebSoft è pari al 16,4%, al di sotto di quello teorico del 22,2%. Nel periodo 2015-2019 la tassazione in Paesi a fiscalità agevolata ha determinato per Microsoft, Alphabet e Facebook un risparmio fiscale rispettivamente di 14,2 miliardi, 11,6 miliardi e 7,5 miliardi”, sottolinea Mediobanca.

E il fisco italiano? Nel 2019 le filiali dei giganti del WebSoft hanno versato al fisco quasi 70 milioni per un tax rate effettivo del 32,1%.

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