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Giappone, fine dei tassi calanti e della trappola della liquidità: salari più alti e rivoluzione dei prezzi al via

Il sol Levante alza la testa. Basta tassi zero. Salgono i salari, Toyota guida la corsa ma non tutti si fidano. L’inflazione fa già paura ma per i big la Borsa è Toro

Giappone, fine dei tassi calanti e della trappola della liquidità: salari più alti e rivoluzione dei prezzi al via

Attenzione, il Sol Levante dei tassi sta per decollare. Forse già oggi, forse domani al più tra un mese la Banca Centrale del Giappone, dichiarerà la fine della lunga stagione dei tassi calanti, iniziata nel 1991, avviata a scivolare in recessione. Il risultato? Un lungo harakiri, della terza economia del pianeta, precipitata in una drammatica “trappola della liquidità” di keynesiana memoria che per più di una generazione come era successo nella crisi degli anni Trenta ha spinto i giapponesi a rinviare le spese perché, complice la deflazione “quel che oggi costa dieci domani lo comprerai per nove.” Ci sono voluti più di trent’anni per venire a capo della “trappola”, quasi dieci da quando, nel 2016, la Bank of Japan ha perseguito da politica dei tassi sotto zero, l’estremo tentativo di dare respiro all’economia in debito di ossigeno.

Giappone: in arrivo l’aumento medio dei salari

Ora, forse già oggi, la svolta. Venerdì scorso i rappresentanti del sindacati hanno annunciato che, al termine delle trattative con le aziende leader del Paese, si era deciso un aumento medio dei salari nell’ordine del 5,28%, di gran lunga il più elevato dall’inizio degli anni Novanta, destinato a mettere in moto, assieme al rialzo delle buste paga, anche l’aumento dei tassi. Con la benedizione di tutti, dal governo alle parti sociali. Fino ai grandi investitori che, sulla scia di Warren Buffett, hanno anticipato il risveglio della finanza giapponese, tra le preferite oggi da Black Rock e dagli altri Big. Può apparire bizzarra, a prima vista, la promozione di un Paese che alza le buste paga assieme al costo del denaro. Ma questo è il risultato di una lunga serie di paradossi che hanno messo a dura prova la resistenza del sistema condizionato dal debito pubblico crescente (a fronte di un grande risparmio privato. Ancor più paradossale, fa notare il Wall Street Journal, la moderazione, anzi i timori, con cui i giapponesi stanno reagendo all’aumento degli stipendi. La popolarità del premier Kishida è scivolata ai minimi (-25% in pochi mesi) mentre si è diffusa la paura per l’aumento dei prezzi. E così a salutare la nuova situazione sono i big dell’industria, a partire da Toyota, che salutano con grande favore l’aumento dei salari, ma non le piccole aziende, preoccupate dall’esplosione dei costi.

Giappone: parte la “rivoluzione dei prezzi”

La “rivoluzione” dei prezzi comunque è partita. E avrà conseguenze importanti per tutti, compresi i mercati azionari di casa nostra.

Il Giappone, infatti, smetterà presto di essere la base del carry trade globale. Da decenni è stata la finanza giapponese a sostenere le operazioni speculative: ci si indebita in yen, a tasso zero, per poi reinvestire in altre valute. Andrà ancora così? Probabilmente no. Ecco come la vede RBC BlueBay che è tra i soggetti che da qualche tempo consiglia di vendere yen sull’aspettativa della fine dell’età della deflazione. ”Pensiamo che i tassi di liquidità in Giappone saliranno allo 0,5% quest’anno, con un’inflazione che supererà le previsioni del consenso nazionale”. La casa di gestione canadese consiglia anche di vendere il debito giapponese in quanto si aspetta di vedere il decennale a 1,25% di tasso di rendimento entro la fine dell’anno, dall’attuale 0,77%.

Il cambio di scenario non intacca la Borsa che continua a volare

Il cambio di scenario non dovrebbe riguardare l’azionario arrivato sui massimi della storia a inizio marzo sotto la spinta di Softbank o di Asahi Intecc, leader mondiale nella produzione di dispositivi di assistenza cardiovascolare, piuttosto che di Oriental Land, che gestisce Disneyland Tokyo, il parco a tema più frequentato dell’Asia, dove gli abitanti di Tokyo di tutte le generazioni e i turisti stranieri di passaggio si godono la versione giapponese dei classici della cultura americana.

Quello di Tokyo è “un mercato che molti investitori globali hanno trascurato per troppo tempo”, si legge nella nota firmata da Dowding. BlackRock e Man Group sono tra quelli convinti del fatto ci siano ulteriore spazio per il rialzo.

Yue Bamba, head of Japan active investment di BlackRock ritiene che la banca centrale alzerà i tassi molto gradualmente, stando attentissima a mantenere condizioni accomodanti stimolanti. All’inizio del mese, gli strategist di Goldman Sachs, Kazunori Tatebe e Bruce Kirk, hanno alzato il target a dodici mesi dell’indice generale Topix.

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