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Generali Venezia: tra arte e sociale le finestre di Tracey Snelling su un mondo che trasforma la vita delle persone

Presentato ieri alle Procuratie di Venezia dalle Generali l’installazione della Snelling e il progetto About Us che conduce il visitatore attraverso una città immaginaria che trasforma la vita delle persone

Generali Venezia: tra arte e sociale le finestre di Tracey Snelling su un mondo che trasforma la vita delle persone

Dagli oblò delle Procuratie vecchie di Piazza San Marco a Venezia il mondo ha un altro aspetto. Crudeltà e ingiustizie non vengono certo nascoste e ignorate, ma c’è quasi la sensazione che un altro mondo sia possibile. Se poi, a farci da guida, è un’artista-viaggiatrice come Tracey Snelling tutto diventa più facile. Nella Casa di The Human Safety Net le Generali hanno ridato vita a una sorta di incontro tra arte e sociale in un luogo deputato a progetti sociali che vedono ogni anno attive 77 Organizzazioni non Governative di 26 Paesi che finora hanno assistito 500mila rifugiati e minori fono a 6 anni figli di famiglie disagiate.

Galateri presenta nuova installazione della Snelling

A snocciolare i dati di un progetto che dura ormai da due anni e che ha visto la presenza di 110mila visitatori, il presidente di The Human Safety Net Gabriele Galateri di Genola che ha presentato ieri a Venezia la nuova installazione della Snelling che sarà visibile al pubblico da oggi 13 aprile fino al 28 aprile 2025.

Il progetto, dal titolo “About Us” integra il percorso interattivo di “A World of Potential” alle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco. A presentarlo oltre a Gabriele Galateri di Genola, il Vice Presidente di The Human Safety Net e Direttore Comunicazione e Affari Istituzionali di Generali, Simone Bemporad, insieme all’artista Tracey Snelling e al curatore Luca Massimo Barbero, al suo secondo progetto artistico per l’Art Studio.

About Us conduce il visitatore attraverso una sorprendente città immaginaria dove House non sempre coincide con Home un luogo, quest’ultimo, di elezione precisa la Snelling, non si identifica necessariamente con una casa ma può essere una persona o perfino una canzone prediletta. Insomma un luogo dell’anima.

Le opere ideate da Tracey Snelling rappresentano conglomerati urbani, realizzati con materiali e tecniche artigianali e semplici inserimenti tecnologici, come foto, suoni e luci. Attraverso di esse la Snelling affronta alcuni dei grandi temi che sono al cuore della missione di The Human Safety Net, primo fra tutti il diritto di ognuno di poter migliorare le proprie condizioni di vita e quelle della propria famiglia e comunità, anche partendo da uno stato di vulnerabilità. Attraverso sculture articolate e realizzate in scala ridotta, l’artista cattura l’essenza della vita quotidiana, dai momenti più banali alle narrazioni più intime dietro le finestre chiuse, ricreando ambienti e edifici ispirati a luoghi da lei realmente vissuti e indagati nel corso dei suoi viaggi attraverso il mondo. Del resto la missione della Fondazione secondo quanto ha precisato da Galateri di Genola è proprio di affidare all’arte “la capacità unica di comunicare messaggi profondi e di suscitare emozioni che possono spingere alla riflessione e all’azione. Partendo da una condizione tangibile della nostra esistenza, il vivere in spazi urbani, espressione dell’identità di ciascuno, Tracey Snelling affronta temi come la povertà e il coinvolgimento del singolo e della comunità, l’inclusività, lo straniero, mettendo in luce culture ed esperienze diverse che ci accomunano sotto apparenti disparità”.

Per la Snelling la missione di The Human Safety Net è di “di trasformare la vita delle persone che vivono in situazioni di vulnerabilità ed è pienamente in linea con gli ideali che ho esplorato nel corso della mia carriera artistica. Affrontando i temi relativi alla globalizzazione, alla povertà, il progetto About Us condivide integralmente i valori della Fondazione: è un modo per sensibilizzare l’opinione pubblica su questioni urgenti, cercando soluzioni per migliorare lo stato delle persone più vulnerabili. La mia aspirazione è di suscitare un sentimento di condivisione tra gli spettatori, favorendo empatia e solidarietà”.

Una menzione particolare merita il curatore, Luca Massimo Barbero, che ha avuto il merito di concretizzare il progetto della Fondazione con la presenza delle opere della “I suoi lavori – osserva Barbero – rappresentano l’idealizzazione e il rapporto con l’architettura intesa come abitazione, come condivisione dell’ambiente cittadino, come luogo dei bisogni essenziali del singolo. Così come accade all’interno delle Procuratie Vecchie, nella casa di The Human Safety Net, dove il pubblico, nella sua pluralità di presenza si confronta all’interno dell’architettura con il contenuto dell’essere umano, le sue vicende, l’idea di come l’umanità viva in modo differente e dando voce allo straniero, al rifugiato, al migrante. Mentre le immagini scorrono, si crea così una narrazione interattiva di grande confronto offrendo un viaggio attraverso la pluralità e la molteplicità dell’umano, alla scoperta dell’unicità e del potenziale del singolo, un vero e proprio processo di cui il percorso espositivo “A World of Potential” ne è solo l’inizio”.

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