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Gelaterie storiche di Roma: riapre, rinnovata, Pica a via della Seggiola

L’avventura della famiglia Zitelli che all’inizio del secolo ebbe successo producendo gelati con il latte di cinque mucche che pascolavano per Roma ereditata dalla famiglia di Antonio Pica, capostipute di una dinastia di gelatieri di successo oggi conosciuta in tutto il mondo. Oggi si producono 50 gusti rigorosamente artigianali. Fra i clienti capi di stato attori e soprattutto Carlo Verdone

Gelaterie storiche di Roma: riapre, rinnovata, Pica a via della Seggiola

All’inizio del secolo scorso in via  della Seggiola, in quello che oggi è il cuore del centro storico di Roma, la famiglia Zitelli, possedeva 5 mucche che faceva pascolare in riva al Tevere. Non era ancora stato costruito l’imponente ministero di Giustizia di Via Arenula e i terreni sabbiosi da Largo Argentina digradavano verso il fiume all’altezza dell’Isola Tiberina.  Alla fine della giornata le mucche ritornavano nella stalla.

Con quelle cinque mucche la famiglia Zitelli ricavava di che vivere vendendo, in una misera bottega, il suo latte fresco. Scene di una Roma scomparsa che aveva mantenuto una memoria rurale storica, oggi definitivamente scomparsa, con l’urbanizzazione che seguì alla presa di Porta Pia e allo sviluppo edilizio di Roma captale del Regno d’Italia.

Le cose andavano bene e fu così che in quella bottega la famiglia Zitelli pensò bene di allargare il giro d’affari con qualcosa di più redditizio, sfruttando la materia prima che avevano a disposizione il latte e i prodotti dell’orto. E fu così che nacque una gelateria, un settore che prometteva buoni guadagni.

C’era l’esempio di illustri precedenti. Nel 1880 una piccola bottega di ghiaccio in via delle Quattro Fontane, vicino a Piazza Barberini costruito una storia di successo. Giacomo Fassi, di origine piemontese, che aveva iniziato vendendo “gratta checche”, granite di gelato, in giro per Roma, e la moglie Giuseppina, siciliana, avevano aperto una gelateria che avrebbe portato loro figlio, Giovanni, a diventare pasticciere presso la Casa Reale, dando inizio a una delle più importanti dinastie gelatiere della capitale.

Dieci anni dopo, nel 1890 Giuseppe e Bernardina Giolitti avevano aperto una latteria nella quale si vendeva latte di proprietà proveniente dai pascoli della campagna romana. E in breve tempo, grazie alla qualità dei loro prodotti, la loro bottega diventò la latteria della Casa Reale. Dal latte al gelato il passo fu conseguente, e anche in questo caso si sviluppò una dinastia di gelatieri che hanno fatto epoca.

A Roma, ai primi del ‘900 iniziano a sorgere le prime vere gelaterie, che producono gelati sani e nutrienti, fatti in casa, con strumenti artigianali e tanta passione. La famiglia Zitelli è fra queste la loro gelateria ebbe successo distinguendosi per la bontà delle materie prime usate, tutte genuine.

Poi per l’evolversi dei tempi, in quella storica bottega di via della Seggiola 12, a due passi da Largo di Torre Argentina, anni dopo si insediò Alberto Pica con la famiglia, la moglie Maria e l figlie e la gelateria Pica si affermò come una delle più genuine e raffinate gelaterie artigianali di Roma.

Alla morte di Alberto il timone è passato ai figli, che di strada ne hanno fatta tanta, sempre coadiuvati dall’aiuto della signora Maria.

Dal 1971 con il gelato artigianale Antonio e suo figlio Alberto, e ora i suoi due figli, hanno scritto pagine di storia dell’arte gelatiera capitolina. Prima nello storico quartiere San Lorenzo ora nella famosa – per l’originalità di gusti e gli autorevoli ospiti – Gelateria Latteria Pica.

Poi è arrivata la Pandemia. I Pica ne hanno approfittato per chiudere i battenti e studiare un restyling, del locale di via della Seggiola: arredamento nuovo, prodotti e loro genuinità rimasti intatti e soprattutto con l’obiettivo di portare avanti la tradizione italiana del gelato artigianale.

La famiglia di Antonio ha interpretato la vera arte del fare il gelato a mano, con materie prime fresche. Il loro gusto al riso ha conquistato il Giappone: nel 1988 Maria partì per Tokio, per un’importante missione di diplomazia gelatiera, 15 giorni per insegnare a fare meglio coni e coppette alla divisione nipponica della Carpigiani, l’azienda italiana specializzata nella produzione di macchine per gelati che possiede il controllo di circa il 35% della quota di mercato globale, che include sia le macchine per la produzione di gelato artigianale italiano che quelle per la produzione di gelato soft e ice cream.  Fu un successo travolgente.

La gelateria Pica oggi vanta oltre 50 gusti anche se i suoi cavalli di battaglia sono rimasti i gusti al riso con le varie declinazioni, riso alla panna, alla cannella, il ciocco-riso, alle fragoline, miele-arancio, ricotta e pere. Tanti i personaggi famosi che hanno calpestato il pavimento del locale. Da Sandro Pertini a Giulio Andreotti e poi Vittorio Gassman e i figli, Carlo Verdone, che a via della Seggiola è di casa. Non mancano gli aneddoti, raccontati nel libro in memoria di Alberto Pica, come quello che diversi sindaci capitolini, da Signorello a Darida, da Carraro a Veltroni a Rutelli fino ad Alemanno, si facevano portare il gelato Pica nella sala delle Bandiere, in Campidoglio. Anche la sindaca Raggi conosce bene il locale e tra i suoi gusti preferiti ha proprio il gelato al riso.

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