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Gas, il via libera della Germania al price cap fa scendere il prezzo ma euro e bond restano sotto tiro

La disponibilità della Germania a un accordo europeo sul price cap, ideato da Draghi, raffredda i prezzi del gas e spinge le Borse a tentare il rimbalzo – Buyback di Generali e Intesa Sanpaolo

Gas, il via libera della Germania al price cap fa scendere il prezzo ma euro e bond restano sotto tiro


“Le Borse scendono? È una buona notizia”. Così Neel Kaskari, banchiere centrale di Minneapolis, ai microfoni di Bloomberg. “Vuol dire – aggiunge – che i mercati hanno capito che la Fed fa sul serio”. Intanto, in Europa, il chief economist della Bce Philip Lane, da sempre il leader delle colombe a Francoforte, suggerisce “tanti piccoli rialzi meno indigesti di pochi massicci aumenti “. 

Tiro al bersaglio su euro e bond

Di fronte a queste sortite stupisce la tenuta dei mercati azionari che hanno limitato i danni, mentre continua il tiro al bersaglio contro l’euro, sceso a 0,99145 e le obbligazioni.

Ieri i Treasury americani a 10 anni sono volati al 3,11% ancora più violento il movimento sui due anni, ora al 3,4%, ai massimi dal 2007. In Europa, i Bund a 10 anni salgono dall’1,38% all’1,46% in linea con il decennale italiano (dal 3,70% al 3,79%). Non sale lo spread, ma s’avvicina la diga del 4% di costo per il debito pubblico.

La Germania apre al tetto al prezzo del gas

La nota positiva sta nella prospettiva di un accordo europeo sul gas: la Germania apre sia allo sganciamento del prezzo dell’elettricità da quello del metano che al tetto del gas, purché i partner Ue si impegnino ad impedire il crollo dell’economia tedesca. Ovvero, per funzionare l’accordo richiede un razionamento a livello europeo dei consumi energetici che, avverte il ceo di Shell, potrebbe durare anni. 

In forte calo ieri il gas naturale alla Borsa di Amsterdam -11%. 

Le Borse cercano un rimbalzo, Asia incerta

  • Dopo due giorni in rosso i mercati azionari cercano un rimbalzo. l future dell’indice EuroStoxx 50 guadagna stamane lo 0,5%. Anche I future di Wall Street sono in lieve rialzo.
  • Deboli ieri i listini Usa. Ieri l’S&P500 ha chiuso in calo dello 0,7%. Il Nasdaq ha lasciato sul terreno poco più dell’1%.
  • Rosso pallido per Piazza Affari -0,24%, precipitato fino a quota 21.41 punti prima di recuperare nel finale 300 punti.
  • Eurostoxx in calo dello 0,8% ai minimi da 5 settimane. 

Positivi stamane i listini asiatici: Nikkei +1,1%. Sull’onda del calo dello yen sul dollaro, Kospi di Seul +0,8%. BSE Sensex di Mumbai +0,8%.

Le borse della Cina, positive in apertura, hanno invertito la rotta: Hang Seng di Hong Kong -1%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -0,5%. I pacchetti di stimoli economici messi in campo da inizio da Pechino sono più potenti di quelli del 2020, ha detto il premier Li Keqiang nel corso di una riunione del Consiglio di Stato, l’organo equiparabile al governo. 

Ma il Wall Street Journal lancia un nuovo allarme sulla salute della finanza di Pechino: le due più importanti banche private cinesi, Ping An e Merchant bank, accusano in Borsa una perdita complessiva di 67 miliardi di dollari di capitalizzazione a fronte della crisi immobiliare. 

Petrolio: Iraq nel caos, si allontana il ritorno dell’Iran

Petrolio in lieve calo dopo il balzo del 4% di ieri. WTI [CL.OTC] a 96,5 dollari il barile. Brent a 104 dollari.

L’Iraq, uno dei grandi produttori di greggio, è nel caos dopo che Muqtada al-Sadr, uno dei capi spirituali degli sciiti, ha annunciato in un tweet di voler lasciare la politica. I suoi sostenitori hanno attaccato le sedi del governo: negli scontri con la polizia delle ultime ore ci sono stati dodici morti.

Sembra allontanarsi intanto il momento del ritorno sul mercato del petrolio dell’Iran. L’agenzia russa Tass riferisce che Teheran ha iniziato l’arricchimento dell’uranio al 5% in centrifughe situate nel sito sotterraneo di Natanz. A dare per prima la notizia era stata l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) in un report rivolto ai paesi membri. Secondo l’accordo sul nucleare iraniano del 2015, il livello di arricchimento dell’uranio di Teheran non deve superare il 3,67%.

Si avvicina la riunione dell’Opec + del 5 settembre: la scorsa settimana l’Arabia Saudita ha avvertito della possibilità di una riduzione della produzione. 

Ieri Goldman Sachs ha consigliato di puntare sulle materie prime. Gli analisti Sabine Schels, Jeffrey Currie e Damien Courvalin spiegano che i rischi di un rallentamento della domanda, a parte l’Europa, sono bassi. Chi investe nel settore aumenta l’esposizione ad un settore che nei prossimi mesi di crisi energetica diventerà un’area rifugio.

Oggi in Piazza Affari: I buyback di Generali e Intesa

Ferrari detiene 11.237.249 azioni proprie ordinarie pari al 4,37% del capitale sociale totale emesso includendo le azioni ordinarie e le azioni speciali. 

Generali. A seguito degli acquisti effettuati col piano di buyback, alla data del 26 agosto scorso la società e le sue controllate detengono 11.848.244 azioni proprie, pari allo 0,75% del capitale sociale.  

Intesa Sanpaolo. Alla data del 26 agosto, dall’avvio del programma di buyback il 4 luglio, Intesa Sanpaolo ha acquistato complessivamente 615.712.134 azioni, pari a circa il 3,08% del capitale sociale, a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 1,7293 euro, per un controvalore totale di circa 1,064 miliardi di euro. 

Salvatore Ferragamo. Stifel ha abbassato il target price a 15,5 euro.

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