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Galoppa l’industria Ue. A Milano brillano A2A, Brembo e Save

L’indice Pmi manifatturiero per Italia è al top dal 2011, come in Germania ma mentre Francoforte è ai massimi, Piazza Affari è poco mossa e così Parigi e Londra – Lo spread Btp-Bund sale sopra i 200 punti e Coeuré (Bce) avvisa i governi: “Si devono preparare a tassi più alti” – Per Fca un nuovo attacco dalla Germania sulle emissioni – Deboli le banche

Galoppa l’industria Ue. A Milano brillano A2A, Brembo e Save

Va a gonfie vele la manifattura europea, ma i listini del Vecchio Continente, con l’eccezione della Germania, non ne tengono conto. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib è poco sotto la parità a (-0,04%), in linea con Parigi e Londra. Più pesante Madrid (-0,48%). A Francoforte, invece, l’indice Dax (+0,25% a quota 12,344) si porta a un soffio dal massimo storico del 10 aprile 2015 (12.374 punti). 

A marzo le aziende manifatturiere della zona euro hanno faticato a tenere testa alla domanda nonostante un incremento dell’attività al ritmo più rapido di quasi sei anni. La lettura finale del Pmi elaborato da Ihs Markit segna a marzo 56,2, al massimo da aprile 2011, rispetto al 55,4 di febbraio.

L’indice Pmi manifatturiero italiano è salito a 55,7 punti dai 55 del mese precedente. Nel mese di febbraio restano sostanzialmente stabili rispetto a gennaio i livelli occupazionali, con il tasso di disoccupazione che cala all’11,5%, minimo da agosto 2016, dall’11,8% (rivisto da 11,9) di gennaio, rende noto l’Istat. Secondo Reuters, in occasione della presentazione del Def il governo ha in previsione di alzare propria la stima di crescita del Pil di quest’anno, attualmente a +1%, dopo che nel 2016 l’economia italiana era cresciuta dello 0,9%.

L’avanzata del Bund mette pressione ai governativi dell’eurozona. Lo spread Italia-Germania sul tratto decennale sale a quota 205,2 punti base dalla chiusura di venerdì a 198 punti base. Il rendimento del decennale di riferimento quota invece 2,361% da 2,306%.

“I governi devono prepararsi a un rialzo del costo del denaro dopo anni di tassi ai minimi – chiede Benoit Coeuré, esponente del board della Bce – È evidente che il settore finanziario e altri protagonisti del mondo dell’economia, governi in testa, si devono preparare a tassi di interesse più alti. Spero che i governi della zona euro sappiano che i tassi di interesse non staranno agli attuali livelli”.

Euro poco mosso nei confronti del dollaro, all’1,066 dall’1,065 di venerdì sera. Petrolio stabile dopo il forte rialzo della settimana scorsa (+4%). Il Brent è scambiato a 53,5 dollari al barile, invariato. Eni guadagna lo 0,3%, Saipem +0,3%.

Alla ribalta Save (+5,1%, a 21,33 euro) sopra al prezzo dell’Opa annunciata ieri sera. Enrico Marchi, presidente, ad e azionista del gruppo che gestisce l’aeroporto Marco Polo di Venezia, ha raggiunto un’intesa per liquidare il suo storico socio Andrea de Vido da Finint, società a cui fa capo quasi il 60% di Save. Contestualmente, Marchi ha firmato un accordo con i fondi gestiti da Deutsche Asset Management e Infravia per la cessione a una nuova società, a cui parteciperà lo stesso Marchi, della quota in Save. Previsto il lancio, al termine del riassetto, di un’Opa a 21 euro per azione. 

Il riassetto di Save è una buona notizia per Atlantia +0,9% che detiene poco più del 22% della società veneziana, con le azioni in carico a 14,75 euro. 

In grande evidenza A2A (+2,05%). La multi-utility di Milano e Brescia ha firmato nel weekend una lettera di intenti con alcune utility del Nord della Lombardia, Acsm Agam (Como e Monza), Aspem Varese, Lario Reti (Lecco) e Azienda elettrica Valtellina. L’obiettivo di A2A è diventare il socio industriale forte di tutte questi soggetti, troppo piccoli per poter fare da soli ma sufficientemente forti per poter mantenere un qualche livello di autonomia. I negoziati dovrebbero durare circa quattro mesi. In caso di via libera, le parti avvieranno il processo di messa in rete delle proprie strutture.

Si mettono in luce anche alcuni titoli manifatturieri. Brembo sale del 3%, a 71,45 euro, massimo storico. Il titolo della società che produce sistemi frenanti per autovetture guadagna da inizio anno il 23,5%. Il 2017 si dovrebbe chiudere con un incremento del 5-6%. Gli investimenti dovrebbero essere nell’ordine dei 300 milioni di euro. In Cina, i ricavi dovrebbero raddoppiarsi nel giro di un paio di anni.

Fiat Chrysler guadagna lo 0,3%, a quota 10,28 euro. Il ministero dei Trasporti tedesco sostiene di aver trovato un nuovo “defeat device”, ovvero un dispositivo di manipolazione delle emissioni, in un’auto di Fca nel corso di test sulle emissioni.

Buzzi sale dell’1%. Proseguono le promozioni dei broker dopo i buoni risultati annunciati la settimana scorsa dal gruppo cementiero presente oltre che in Italia in Usa e Messico. Hsbc ha alzato il prezzo obiettivo a 31 euro dai 28 euro precedenti confermando il giudizio Buy. JP Morgan ha alzato il target a 28 euro da 27, confermato Overweight.

Scendono le banche europee. A Milano Unicredit perde lo 0,8%, Intesa -0,7%, Banco Bpm -0,5% in vista della prima assemblea di bilancio di sabato a Novara. L’indice Stoxx europeo del settore bancario arretra dello 0,3% cali significativi per la spagnola Bbva (-2,6%) e per Deutsche Bank (-2%).

Assicurazioni poco mosse: Generali +0,2%. Scende Telecom Italia (-0,5%), avanza Enel (+0,2%). Sale Recordati (+1,1%), Campari scivola (-0,7%).

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