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Fonsai-Unipol, ora Palladio-Sator giocano la carta Antitrust contro la fusione

Ulltimo atto della sfida tra Palladio-Sator e Unipol. Oggi i fondi guidati da Roberto Meneguzzo e Matteo Arpe hanno presentato un esposto all’Antitrus contro il progetto di fusione. Per i fondi sarebbero state violate le leggi della concorrenza. Una storia su cui si è esposto anche il Financial Times, mettendo sotto accusa il ruolo svolto da Mediobanca.

Fonsai-Unipol, ora Palladio-Sator giocano la carta Antitrust contro la fusione

Altro capitolo nella lotta Sator-Palladio Unipol. Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo non mollano. Giovedì è stato presentato un esposto all’Antitrust in cui denunciano il piano di integrazione tra Premafin, Milano, Fonsai e Unipol, che, sostengono, avrebbe violato le norme della concorrenza. Si tratta dell’ultimo atto della battaglia ingaggiata con Carlo Cimbri, ad di Unipol, per il controllo di Fonsai, la compagnia assicurativa della famiglia Ligresti.

Cambio di strategia. Si tratta di un cambio di tattica dunque, dopo che un’assemblea di Fonsai, tenutasi il 19 marzo scorso, ha di fatto bocciato il loro piano di salvataggio del gruppo, approvando con il voto favorevole dell’84% dei votanti e l’astensione del 15,4% (tra cui l’8% detenuto da Palladio e Sator) il piano Unipol. 

Le due offerte. Unipol. La prima battaglia si è consumata in assemblea, con due offerte a confronto. Unipol ne ha avanzata che prevedeva un aumento di capitale di 11 miliardi per Fondiaria-Sai (necessari per il salvataggio della società) e una ricapitalizzazione di Unipol pari a 600 miliardi, di cui avrebbe beneficiato anche Fonsai a fusione avvenuta. Totale, un’operazione da 1,7 miliardi.

Palladio-Sator.  Palladioe Sator hanno risposto con un piano che prevedeva la fusione della controllata Milano Assicurazioni nella compagnia ammiraglia, Fonsai appunto, e la vendita di alcune controllate nel settore dell’immobiliare della sanità. Un’operazione che, sono ancora convinti, avrebbe permesso alla società di riassettarsi e di tornare entro il il 2015 ad un utile netto di 420 milioni.

Financial Times: un’intreccio di poteri all’italiana. Una soluzione che ha avuto l’endorsement anche del Financial Times, che ha parlato di un’offerta più lineare e vantaggiosa per gli investitori, oltre che auspicabile al fine della concorrenza. Il quotidiano della City osteggia la fusione tra Fonsai e Unipol. In una column del 21 marzo scorso ha descritto il progetto di fusione Unipol-Fonsai come un classico esempio di intrecci di potere tra banchieri e manager all’italiana. 

Il ruolo di Mediobanca e Generali. E un fondo di verità c’è. Perché dietro il progetto di fusione tra Unipol e Fonsai c’è la mano di Mediobanca, guidata dal suo ad Alberto Nagel, creditrice sia del gruppo di Cimbri che di quello della famiglia Ligresti. Innegabile la volontà di Nagel di cercare la soluzione che meglio salvaguardi l’interesse di Mediobanca, ma rimane sullo sfondo l’intreccio di poltrone e poteri che riguarda direttamente anche Assicurazioni Generali, primo gruppo assicurativo italiano, di cui Nagel è vicepresidente, un gruppo controllato da Piazza Cuccia con il 13% del capitale.    

 

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