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Fondo efficienza energetica: pronti 150 milioni di euro

Pubblici e privati potranno chiedere ed ottenere finanziamenti per interventi di efficienza energetica su edifici, strutture e processi produttivi – Invitalia è già in campo per valutare le proposte.

Fondo efficienza energetica: pronti 150 milioni di euro

Potrebbe arrivare in Gazzetta Ufficiale a ridosso delle elezioni e mettere un altro bel pilastro alla strategia energetica italiana, lascito dei governi Renzi e Gentiloni. Ottenuta la firma dei ministri dello Sviluppo economico Carlo Calenda e di quello dell’Ambiente Gian Luca Galletti, il decreto di costituzione del Fondo nazionale per l’efficienza energetica è al vaglio della Corte dei Conti.

A novembre aveva avuto il consenso della conferenza Stato- Regioni, nonostante i mesi di ritardi accumulati rispetto ad un precedente provvedimento del 2014. Cosa succederà nei 60 giorni successivi alla pubblicazione in Gazzetta ? Pubblici e privati potranno chiedere ed ottenere finanziamenti per interventi di efficienza energetica su edifici, strutture e processi produttivi.

La società Invitalia è già in campo per valutare le proposte, di pari passo con le centinaia di aziende energetiche impegnate nella revisione dei processi energetici pubblici. Invitalia gestirà il Fondo prestando garanzie e finanziamenti a tasso agevolato coinvolgendo, per quel che sarà possibile, istituti finanziari e soggetti privati. Nessun problema dovrebbe sorgere per i rischi economici connessi alle attività. Al netto della condivisione dei rischi, il Fondo ha natura rotativa ed è coperto già dai primi 150 milioni di euro.

Il ministero di Calenda fino al 2020 destinerà un ulteriore introito annuale di 35 milioni di euro. Nei prossimi due anni avremo, dunque, la piena operatività di progetti di abbattimento di emissioni inquinanti. Non mancherà nemmeno il sostegno del Ministero dell’Ambiente che ha annunciato la disponibilità di proprie risorse. Una buona risposta dovrà evidentemente arrivare dal territorio.

Ma i tre anni passati dal primo decreto non sono stati infruttuosi. Si poteva fare tutto prima, ma stabilire dove e su cosa investire è stato un lavoro impegnativo, andato avanti insieme alla strategia energetica in Parlamento. Nel frattempo c’è stata la conferenza Onu di Parigi sui cambiamenti climatici di cui si è dovuto tener conto e soprattutto si è dovuto decidere bene dove andare a spendere i soldi. La lista degli interventi eseguibili comprende oggi reti per il teleriscaldamento, illuminazione pubblica, installazione di apparecchiature ecocompatibili, trasformazione di caldaie, ammodernamento di centrali termiche.

Nel complesso iter non è mancato il contributo delle aziende e delle associazioni di vario tipo, che hanno determinato una grande attesa nel mercato energetico. Si sono aperte le porte a forme di partenariato pubblico-privato, aspetto per niente trascurabile nel sistema dell’economia circolare. Non è ancora tutto. Con la legge di stabilità 2018, sono stati ampliati anche i meccanismi dell’ecoprestito e dell’ecobonus. Due sistemi di concessione di finanziamenti a privati cittadini per lavori di ammodernamento del proprio patrimonio edilizio. Il meccanismo del Fondo sarà comunque operativo entro 60 giorni dall’entrata in vigore con la pubblicazione delle regole per la presentazione delle domande. Una buona partenza.

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