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Fiat: “No alla fusione con Chrysler? Nessun rischio per le società”

Il Lingotto chiarisce che, anche se la fusione con Chrysler non venisse perfezionata a causa del mancato avveramento delle condizioni sospensive, non si attenderebbe alcun impatto sui rapporti con il gigante di Detroit e non vi sarebbe alcuna conseguenza per il debito delle due società, né sarebbe atteso alcun incremento dei costi operativi.

Fiat: “No alla fusione con Chrysler? Nessun rischio per le società”

La prima settimana di settembre Fiat comunicherà il numero di azioni per le quali è stato eservitato il diritto di recesso, ma anche se la fusione con Chrysler non venisse perfezionata a causa del mancato avveramento delle condizioni sospensive, il Lingotto non si attenderebbe alcun impatto sui rapporti con il gigante di Detroit e non vi sarebbe alcuna conseguenza per il debito delle due società, né sarebbe atteso alcun incremento dei costi operativi. E’ quanto comunica Fiat, su richiesta della Consob, in una “informativa unitaria e riepilogativa” sull’esercizio del diritto di recesso in merito alla fusione transfrontaliera di Fiat in Fiat Investments N.V. (che prenderà il nome di Fiat Chrysler Automobiles N.V. alla data di efficacia della fusione) approvata dall’assemblea degli azionisti il primo agosto. 

Il Lingotto precisa che entro il 20 agosto, ai fini dell’esercizio del diritto di recesso, gli azionisti legittimati dovranno inviare comunicazione scritta a Fiat mediante lettera raccomandata. Circa la condizione sospensiva della fusione (ovvero che l’ammontare complessivo dei soci recedenti creditori non superi il limite di 500 milioni di euro), può essere eliminata solo tramite un altro voto degli azionisti in assemblea straordinaria, “che potrebbe adottare, in luogo della rinuncia di cui sopra, un nuovo progetto di fusione che, previa approvazione del Consiglio di Amministrazione e subordinatamente a taluni ulteriori adempimenti, revocherebbe la precedente delibera determinando un nuovo prezzo di liquidazione da recesso”.

Fiat chiarisce anche che l’accertamento dell’avveramento della condizione sospensiva richiederà, quanto alle opposizioni dei creditori, che sia decorso il termine per le opposizioni dei creditori di 60 giorni dalla data dell’iscrizione presso il Registro delle Imprese del verbale dell’Assemblea che ha approvato la fusione. Inoltre, qualora il totale del valore di liquidazione di tutte le azioni rispetto alle quali sia stato esercitato il diritto di recesso, unitamente alle somme che dovessero essere dovute ai creditori che si sono opposti, fosse superiore al limite di 500 milioni di euro, l’accertamento dell’avveramento della condizione sospensiva richiederà che si conosca l’esito del procedimento per la liquidazione delle azioni rispetto alle quali sia stato esercitato il diritto di recesso, la cui durata, secondo le disposizioni di legge applicabili, non può essere superiore a 180 giorni. 

Solo alla fine di tale procedura sarà noto l’effettivo esborso da parte della società per il pagamento del valore di liquidazione. Nella misura in cui alcune di queste azioni fossero acquistate da altri azionisti o dal pubblico al Valore di Liquidazione attraverso il procedimento sopra descritto, il prezzo di acquisto di tali azioni (non essendo a carico della società) non dovrebbe essere conteggiato ai fini del calcolo del limite di 500 milioni di euro.

A metà mattina il titolo in Borsa di Fiat guadagna l’1,9%, a 6,905 euro.

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