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FederlegnoArredo 2021: fatturato e vendite record ma l’incertezza del 2022 rischia di invertire il trend

Secondo i preconsuntivi di FederlegnoArredo, la filiera cresce a doppia cifra rispetto al 2019. Ma caro materie prime, energia e crisi ucraina rischiano di invertire il trend

FederlegnoArredo 2021: fatturato e vendite record ma l’incertezza del 2022 rischia di invertire il trend

Con un clamoroso aumento del 14% per il 2021, sui già brillanti risultati pre-pandemia del 2019, la filiera FederlegnoArredo apre la classifica dei record delle manifatture italiane del sistema casa, chiudendo l’anno appena trascorso con un fatturato alla produzione di quasi 50 miliardi di euro, avendo ampiamente superato i 49, rispetto ai 43 miliardi del 2019. Con delle performance eccellenti del mercato interno (+18,5% sul 2019) superiori alle vendite all’estero.

I dettagliati preconsuntivi elaborati e resi oggi noti dal Centro Studi della Federazione forniscono dati comunque sorprendenti per quanto riguarda l’export che mette a segno un +7,3% sul 2019 per un valore oltre i 18 miliardi di euro che supera, anche se di poco, i 17 del 2019, consolidando una ripresa delle esportazioni che pesano per oltre il 37% sull’intero settore.

Se questi dati vengono accostati –sottolinea il Centro Studi- a quelli del 2020 la variazione risulta ancor più consistente: +20,6%. Risultati particolarmente positivi anche perché sono arrivati senza i fattori promozionali delle fiere italiane e internazionali (dove il made in Italy è da decenni l’attrazione principale) e con i ripetuti pesanti rallentamenti dei trasporti mondiali. Nessuno però si nasconde negli ambienti di FederlegnoArredo che il caro materie prime e i rincari energetici insieme alla crisi russa potrebbero frenare il prolungato sprint della filiera FederlegnoArredo.

Feltrin (FederlegnoArredo): “Molto bene il 2021, ma pesa l’incognita della crisi ucraina”

“Passare dal -9,1% del 2020 sul 2019, al +25,7% del 2021 sul 2020 per arrivare al risultato a doppia cifra del 2021 è indubbiamente un traguardo prestigioso – commenta Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo – che certifica come le imprese del legno-arredo abbiano saputo rispondere, meglio di altre, alla crisi degli ultimi due anni. E lo hanno fatto continuando a investire e innovare, interpretando con spirito costruttivo e positivo il dramma sanitario, sociale ed economico che ha colpito il mondo intero. Nonostante ciò – ora prevale lo stato di criticità e di forte incertezza dovuto alla situazione congiunturale dei primi mesi del 2022. Siamo di fronte a un mix che rischia davvero di mettere il freno a mano alla ripresa del settore e dobbiamo saper mantenere la crescita ai livelli del 2021, confidando che, quanto prima, torni il sereno”.

Il settore contract appesantito dai cali del turismo e mobilità

A svettare per dinamicità sui mercati interni e mondiali sono stati – secondo le approfondite analisi del Centro Studi – in particolare i comparti area living, semilavorati per edilizia, tranciati, pannelli vari e segati di conifere e latifoglie temperate. Al contrario è il settore del contract che, appesantito ormai da due anni, dai cali mondiali del turismo ad avere subìto i danni più consistenti e prolungati. “Il contract, infatti, dovrà aspettare almeno il 2023 se non il 2024, per tornare ai livelli pre-covid, anche se qualche spiraglio cominciava a vedersi, ma purtroppo è ancora molto debole – commenta il presidente Feltrin – Il settore segue dinamiche e programmazioni ben diverse rispetto al mercato destinato all’arredo domestico e chi lavora per gli hotel, per la crocieristica e per le catene commerciali continua a fare i conti con un rallentamento delle commesse. A compensare in parte questa dinamica è l’outdoor che ha dato forte impulso alla domanda arredi e allestimenti per esterni, sia da parte delle famiglie che da bar e ristoranti, grazie anche alla concessione gratuita dei plateatici.

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