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Fed alzerà i tassi a marzo, petrolio verso i 120 dollari, le Borse europee sperano nel negoziato

La Fed annuncia un mini-rialzo di mezzo punto dei tassi, mentre il petrolio corre verso un rialzo record e le Borse europee sperano nel negoziato Russia-Ucraina

Fed alzerà i tassi a marzo, petrolio verso i 120 dollari, le Borse europee sperano nel negoziato

Le notizie dal fronte ucraino sono, se possibile, ancora più drammatiche. Ma il mondo dei mercati combatte una guerra parallela in una situazione che, tra impennate dei prezzi dell’energia e conseguenze delle sanzioni, viaggia verso la stagnazione. In questa cornice è arrivato ieri sera il messaggio di Jerome Powell: la Federal Reserve, nonostante la guerra, porterà avanti comunque i piani di un aumento dei tassi di interesse questo mese per cercare di domare l’alta inflazione, ma l’incremento sarà solo di un quarto di punto. In sostanza un tono ottimista per quel che riguarda le ricadute della guerra in Ucraina sull’economia. La situazione non è allarmante e non c’è bisogno di iniziare la stretta monetaria con un rialzo pesante da cinquanta punti base. La testimonianza di Powell ha spinto al rialzo Wall Street, fino a quel momento incerto, ed è proseguita stamane in Asia. Future lievemente positivi anche in Europa nell’attesa di una improbabile schiarita a Est grazie ai negoziati che riprendono stamane.

Asia, sale il tech. Le commodity spingono Sidney

Segno più per i listini asiatici. Il Nikkei di Tokyo guadagna lo 0,8%, l’Hang Seng di Hong Kong lo 0,5%. Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen scende dello 0,6%. Kospi di Seul +1,5%.

A salire sono soprattutto le banche e le società della finanza, sono deboli i tech. L’Hang Seng Tech è in calo per il secondo giorno consecutivo, stamattina -1,3% e ieri -2,7%.

Continua l’ascesa dell’indice di Sidney (+0,5%), sostenuta dai titoli minerari.

Apple annuncia un lancio per l’8 marzo

I future di Wall Street sono piatti. Ieri l’indice S&P ha chiuso in rialzo dell’1,9%. Sei dei suoi undici settoriali hanno registrato rialzi superiori al +2%. Il Nasdaq ha guadagnato l’1,6%, il Russell 2000, il istino delle mid e small cap il 2,5%.

Corre Apple (+2,1%) che ha annunciato il lancio di un nuovo prodotto per l’8 marzo.

Molto volatile il Treasury Note a dieci anni, il cui rendimento è risalito a 1,86%, da 1,74% di ieri mattina.

Petrolio a 117 dollari, forniture più complicate

La guerra si combatte, sempre più aspra, sul fronte dell’energia e delle materie prime agricole. Il petrolio è sui massimi da 9 anni a 117 dollari, il grano supera gli 11 dollari al bushel per la prima volta dal 2008. I prezzi del gas europeo salgono del 40% a 173 euro a megawattora.

Le sanzioni dell’Unione Europea tendono, dal punto di vista finanziario, a risparmiare il mercato dell’energia, ma in realtà i canali commerciali stanno saltando per aria. Le banche sono riluttanti a concedere lettere di credito e a intermediare i pagamenti, inoltre è diventato molto difficile oltre che costosissimo trasportarli. Il risultato è che circa il 70% degli scambi di greggio russo oggi sono congelati, stima Energy Aspects.

Poco mosso l’oro, a 1.925 dollari l’oncia, in calo dello 0,1%. Sta rallentando la discesa dell’euro, stamattina in calo dello 0,1% a 1,11 sul dollaro.

Sale l’inflazione Ue al 5,8%. De Guindos: “una sorpresa negativa”

Negli Usa rallenta ma non si ferma la stretta sui tassi. Nel Vecchio Continente, in prima linea nella crisi ucraina, la prospettiva è assai più incerta anche se, sotto la pressione dell’energia, continua la corsa dei prezzi, balzati a un nuovo record a febbraio.

L’impennata dei prezzi si riflette ovviamente nel dibattito in corso alla Bce in vista del direttorio. I dati di febbraio hanno riservato “una sorpresa negativa, anche sull’inflazione di fondo”, ha detto il vicepresidente Luis de Guindos, poche ore prima dell’inizio del periodo di silenzio in vista della riunione della Banca centrale europea del 10 marzo. Prima che esplodesse la guerra in Ucraina l’inflazione rappresentava “la questione più delicata” all’esame di Francoforte, ha detto, “ma l’economia sembrava riguadagnare slancio”. Ora invece, “l’evoluzione dell’inflazione rappresenta un’enorme preoccupazione perché da guerra e sanzioni può derivare un possibile effetto inflazionistico addizionale”.

Lane (Bce): “Ci vuole pazienza, è uno shock da offerta”

“Gli esperti della Bundesbank – ha scritto il presidente della banca centrale tedesca Joachim Nagel – credono che il tasso di inflazione possa raggiungere in media il 5%: il Consiglio direttivo della Bce dovrà aggiustare il corso della politica monetaria”. Opposto il parere del capo economista della Bce Philip Lane: “La Bce deve essere paziente mentre l’inflazione sale per lo shock dell’offerta”.

Lo spread risale a 152, Piazza Affari +0,7%

Le tensioni si fanno sentire sul secondario italiano, che chiude in rosso. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata sale a 152 punti base e il tasso del titolo tricolore è +1,53 contro +0,01% dell’analogo titolo tedesco.

Piazza Affari, dopo vari alti e bassi, ha chiuso con un guadagno dello 0,7% e resta ampiamente sotto i 25mila punti (24.534).

Nel resto d’Europa: Parigi +1,59%; Madrid +1,63%; Amsterdam +1,06%; Francoforte, +0,73%; Londra +1,37%.

Mosca è rimasta chiusa per il terzo giorno di seguito e si comincia a temere per il default del paese in seguito alle pesanti sanzioni decise dall’Occidente.

I vip occidentali che sedevano nei consigli d’amministrazione dei giganti economici di Mosca stanno rassegnando le dimissioni uno dietro l’altro, con la visibile eccezione dell’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, i cui collaboratori si stanno licenziando in segno di protesta per la sua posizione più che ambigua.

Abramovich “regala” il Chelsea per evitare le sanzioni

Clamorosa la ritirata di Roman Abramovich, l’oligarca più famoso che ha annunciato d’aver ceduto ad una fondazione il controllo del Chelsea rinunciando ai suoi crediti verso il club (quasi due miliardi di euro). La fondazione, una volta venduto il club campione d’Europa, userà i fondi “per risarcire le vittime della guerra in Ucraina”. Un pentimento? Più facile che sia una mossa, probabilmente inutile, per sfuggire alle sanzioni.

Da segnalare anche la nuova frana di Ericsson (-12%): il gruppo ha annunciato di essere stato informato che le rivelazioni fatte al dipartimento di Giustizia statunitense su un’inchiesta interna circa la condotta in Iraq sono state ritenute insufficienti. L’accusa è di aver finanziato l’Isis per poter lavorare.

Affare da 1,2 miliardi: Prysmian regina a Milano

A Piazza Affari la sorpresa positiva è Prysmian: +4,24% dopo una commessa da 1,2 miliardi di euro che si è aggiudicata da NeuConnect Britain e NeuConnect Deutschland per la progettazione, produzione, installazione, test e collaudo di un’interconnessione sottomarina di 725 km che per la prima volta collegherà direttamente le reti elettriche tedesche e inglesi.

Stm chiude a -0,2%,

Corre Eni, che uscirà da blue stream

Forti i titoli legati alle materie prime. Eni (+2%) ha comunicato la volontà di cedere la partecipazione nel gasdotto Blue Stream che collega la Russia alla Turchia. Secondo il broker Equita, “l’esposizione agli investimenti russi per Eni è marginale sia in termini assoluti che relativi rispetto alle altre oil company”. Recupera anche Maire Tecnimont (+5%), molto venduta dall’inizio della guerra in Ucraina a causa dell’esposizione nell’area.

Rialza la testa anche il settore automotive, guidato da Cnh (+2,7%). Nel lusso mette a segno un buon recupero Moncler (+2,88%).

Le prese di beneficio pesano su Diasorin (-2,64%), Leonardo (-1,5%) e le utility, che guardano anche con preoccupazione al rialzo dei tassi. Le peggiori sono Terna (-2,38%), A2a (-2,11%) ed Hera (-1,5%).

Unicredit e Intesa rimbalzano

Seduta all’insega della volatilità per le banche. Intesa Sanpaolo recupera le perdite iniziali e chiude a +1,39%.

Alla riscossa Unicredit (+2,11%), il titolo più bersagliato dall’inizio della crisi.

Tim: sì allo scorporo, perdite per 8,7 miliardi

Piatta Tim, a 0,3437 euro, nel giorno di un combattuto cda sui conti dopo il -9% alla vigilia. Il vertice ha approvato ad unanimità una maxi-pulizia di bilancio che porta Tim a una perdita di 8,7 miliardi nel 2021. Inoltre ha dato mandato all’ad a negoziare la vendita delle torri di Inwit e approvato ad unanimità gli obiettivi del piano industriale 2022-2024, incluso il processo di separazione di Telecom Italia tra la società dei servizi ServiceCo, da quella della rete, detta Netco, che poi dovrebbe fondersi con la rivale Open Fiber.

Mfe (ex Mediaset) verso il dividendo, corre Ariston

I risultati preliminari 2021 migliori delle attese premiano MediaforEurope, ex Mediaset (+4%). Gli analisti di Intesa Sanpaolo scrivono nel daily che “nonostante il Cda non si sia ancora espresso sulla politica dei dividendi, non escludiamo che possa proporre la cedola in occasione dell’ok definitivo ai risultati il 27 di aprile. Assumendo che distribuirà i dividendi ricevuti da Ei Towers a seguito della vendita di Towertel, questo implicherebbe un dividendo di 0,06 euro per azione, con un rendimento del 5,6% per le azioni B e del 7,3% per le azioni A”. Fuori dal paniere principale, premiata anche Ariston Holding, che nel giorno dei risultati 2021 segna un rialzo di oltre il 4%.

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