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Fca, Antitrust Ue decide sugli accordi fiscali in Lussemburgo

Attesa mercoledì la decisione della Commissione europea sulle intese stipulate da Fca e Starbucks in Lussemburgo e Olanda. In caso di giudizio negativo, si prevedono multe da diversi milioni di euro – Fca ribadisce: “Nessun aiuto di Stato in Lussemburg. Solo chiarimenti legali sul transfer pricing”

Fca, Antitrust Ue decide sugli accordi fiscali in Lussemburgo

E’attesa per domani mattina la decisione della Commissione europea sugli accordi fiscali preventivi di favore che FCA e Starbucks avrebbero stretto rispettivamente in Lussemburgo e Olanda.

Torna dunque in auge il caso “tax rulings”, sistemi che a partire dal 2017 saranno soggetti a piena trasparenza attraverso lo scambio automatico di informazioni tra le amministrazioni degli Stati membri.

Il Consiglio Europeo potrebbe giudicare gli accordi fiscali stipulati come aiuti di Stato e quindi considerarli incompatibili rispetto alle leggi in vigore a livello europeo. Se questo accadesse, sia Fiat Finance and Trade, il braccio finanziario e di tesoreria di Fca, che Starbucks potrebbero essere costrette a rimborsare diversi milioni di euro. Solo per Fca si tratterebbe di circa 200 milioni di euro secondo le anticipazioni del Financial Times.

Secondo le ultime indiscrezioni da Bruxelles, la responsabile della concorrenza Margrethe Vestager avrebbe rimandato un viaggio in Cina proprio per sottoporre all’Esecutivo comunitario il caso “tax rulings”.

Nello stesso frangente, l’Europa continuerà ad indagare sui presunti aiuti di Stato illegati ricevuti da Amazon ed Apple rispettivamente in Lussemburgo e Irlanda. Ricordiamo che i cosiddetti tax rulings sono decisioni anticipate in materia di tassazione adottate dalle autorità fiscali nazionali. Non pongono un problema di legalità in sè, ma si configurano come «lettere di intenzioni» delle amministrazioni che chiariscono a un’impresa come sarà calcolata l’imposta futura o l’applicazione di particolari disposizioni.

FCA ha pubblicato una nota nella quale dichiara di «aver fornito solide spiegazioni alla Commissione circa le ragioni per cui l’Apa (Advanced Pricing Agreement) concluso da Fiat Chrysler Finance Europe (Fcf) con il Lussemburgo non ha comportato alcun aiuto di Stato». “FCF ha perseguito l’APA con il solo obiettivo di avere certezza giuridica – prosegue il comunicato del gruppo automobilistico – attraverso un processo di richiesta disciplinato da regole chiare. La relativa richiesta si basava su di una analisi di transfer pricing pienamente documentata e condotta secondo metodologie ben riconosciute. FCF non ha mai perseguito deroghe alle norme generali attraverso esenzioni o facilitazioni non generalmente accessibili nel sistema fiscale lussemburghese e l’APA non ha riservato a FCF nessun vantaggio non accessibile a contribuenti del Lussemburgo ad essa comparabili”. Ancora: “L’APA non ha condotto ad alcuna erosione o doppia non-tassazione del Gruppo FCA, posto che ogni aumento della base imponibile di FCF in Lussemburgo avrebbe comportato maggiori deduzioni nei paesi di residenza delle società del Gruppo che pagavano interessi ad FCF”.
In conclusione, “FCA ha già dichiarato che qualsiasi potenziale aumento della base imponibile di FCF non sarebbe significativo rispetto ai risultati consuntivati dal Gruppo e per di più comporterebbe variazioni di segno opposto in altre giurisdizioni fiscali, che dovrebbero essere concordate tra le autorità fiscali lussemburghesi e le autorità fiscali degli altri paesi europei interessati dai rapporti di finanziamento intra-gruppo. FCA ribadisce pertanto che FCF non ha ottenuto alcun aiuto di stato – è la sintesi finale della nota – e che qualsivoglia esito della questione non sarebbe significativo rispetto ai risultati consuntivati dal Gruppo“.

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