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Facebook, Morgan Stanley pronta ai risarcimenti

Dopo il -18% incassato nelle prime tre sedute sull’indice tecnologico, i vertici di Facebook sono stati contattati dai rappresentanti del Nyse, che sembra abbiano già fatto una proposta – Intanto i risparmiatori preparano la class action e Morgan Stanley annuncia risarcimenti per chi il giorno dell’Ipo ha pagato un titolo dell’azienda sopra i 43 dollari.

Facebook, Morgan Stanley pronta ai risarcimenti

Quel pasticciaccio di Facebook a Wall Street diventa ogni giono più ingarbugliato. E dopo il disastro sul Nasdaq, il re dei social network potrebbe addirittura scegliere di traslocare sul Nyse. L’Ipo dei sogni è ormai ufficialmente un incubo per tutti: piccoli azionisti, investitori istituzionali e perfino Sua Maestà Morgan Stanley. La prestigiosa Banca d’affari deve fare i conti – in quanto primo sottoscrittore dell’offerta e responsabile del collocamento – con la furia dei risparmiatori, che stanno organizzando una gigantesca class action

L’accusa è di “asimmetria informativa”: non tutti i sottoscrittori sarebbero stati informati per tempo delle nuove stime sugli utili di Facebook per il 2012, riviste al ribasso. Il taglio dei target, com’è ovvio, indeboliva le prospettive del titolo, eppure fino all’ultimo la maggior parte degli acquirenti era certa che si trattasse di un affare sicuro. Senza contare i guai tecnici del Nasdaq, che ieri ha scritto una lettera ai suoi clienti per scusarsi delle figuracce rimediate una settimana fa (mezz’ora di ritardo nell’avvio degli scambi, difficoltà nel comunicare gli ordini ai trader…). Su tutto questo sta già indagando la Securities and Exchange Commission, la Consob americana. 

Per calmare gli animi, Morgan Stanley ha annunciato di essere pronta a rimborsare gli investitori che venerdì scorso – giorno d’esordio sul listino – hanno pagato più di 43 dollari per acquistare un’azione Facebook (addirittura 5 dollari in più rispetto al prezzo stabilito per l’Ipo, già considerato eccessivo dal mercato). 

In realtà, più che di un risarcimento, si tratta di un gesto di “pietas” interessata. Secondo indiscrezioni della stampa americana, la Banca d’affari ha assicurato ai broker che gli ordini di vendita sulle azioni a un minimo di 43 dollari dopo l’ipo non saranno realizzati, visti i bassi volumi a quella fascia di prezzo il 18 maggio.

La mossa di Morgan Stanley non basterà però a risarcire i quattro principali trader (Knight Capital, Citadel Secrities, Ubs e Automated Trading Desk di Citi), che hanno già bruciato probabilmente oltre 100 milioni di dollari, come rivela un executive senior di una delle quattro società. Solo Knight e Citadel hanno avanzato richieste di risarcimento per perdite tra 30 e 35 milioni di dollari.       

Le cause legali tuttavia non coinvolgono solo la Banca, ma anche la stessa creatura di Zuckerberg. Facebook però non ci sta proprio a passare per un’azienda di truffatori: “Siamo convinti che le azioni legali siano senza fondamento – ha detto un portavoce della società – e ci difenderemo vigorosamente”. 

Intanto sembra che i rappresentanti del Nyse (indice che, diversamente dal Nasdaq, comprende società d’ogni tipo, non solo tecnologiche) abbiano già fatto una proposta ai vertici del social network. Al momento però nessuno conferma, nessuno si sbilancia. Dopo il -18% incassato nelle prime tre sedute, nelle stanze di Facebook temono che ogni piccolo movimento possa causare un nuovo crollo. 

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